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Manifesti Pubblicitari. A Treviso la Collezione Salce apre l'8 aprile

La più importante collezione italiana privata di manifesti pubblicitari, la Collezione Salce, ha trovato a Treviso una collocazione permanente, grazie ad un progetto del Ministero per i Beni Culturali. Per il momento non sarà interamente fruibile dal pubblico (forse a fine del prossimo anno) ma dall'8 aprile ci sarà una mostra "d'assaggio".

La Raccolta Salce, che è la più importante per i manifesti in Italia e in Europa divide il primato con il parigino Musée de la Publicité (oggi Museé des arts décoratives) ha trovato collocazione finalmente adeguata in due antichi spazi nel cuore di Treviso,  Si tratta della medievale Chiesa di Santa Margherita e dell’edificio comunicante con la Chiesa di San Gaetano, nella centralissima via Carlo Alberto.
Nella prima delle due, la chiesa di Santa Margherita, stanno trovando collocazione, in grandi cassettiere tecnologiche, i 24.580 manifesti raccolti da Nando Salce e dalla moglie Regina Gregory. E, accanto ad essi, i laboratori scientifici indispensabili per garantire la loro perfetta conservazione e manutenzione. 

Chiarisce Marta Mazza, direttore del nuovo Museo Statale Collezione Salce: “Per ovvi motivi di conservazione e gestione l’accesso diretto a questo grande deposito sarà limitato agli studiosi. Tuttavia ciò che non può essere fisicamente messo a disposizione del pubblico, viene integralmente posto a disposizione di tutti, accedendo al sito www.collezionesalce.beniculturali.it dove vengono proposte le immagini di tutti i 24.580 nostri manifesti. A regime, a fine 2018, in Santa Margherita potrà essere ricavato anche uno spazio ulteriore per esposizioni dedicate.”
Dall’8 aprile sarà invece aperto al pubblico l’importate spazio per mostre temporanee del Museo Salce, ricavato dallo storico immobile annesso alla Chiesa di San Gaetano, già Chiesa dei Cavalieri Templari con il titolo di San Giovanni al Tempio. Questi ambienti sono pronti ad accogliere mostre dedicate alla Collezione che, con ogni 4 mesi ne illustreranno una sezione, un tema o un autore. I 4 mesi previsti per ciascuna mostra costituiscono il tempo massimo previsto dai protocolli di conservazione di questi preziosi e fragili materiali cartacei. 
I visitatori delle mostre avranno la possibilità di ammirare anche il San Gaetano, chiesa ancora consacrata, che grazie a questo progetto, viene finalmente riaperta. Città e turisti ritrovano così un affascinante luogo di culto, da tempo escluso alle visite. Con la sua magnifica quadreria e un organo del grande Callido.

Per l’apertura degli spazi museali di San Gaetano,  la prima mostra darà conto della parte più antica della Raccolta, quella dedicata alla “La Belle Epoque”. Le mostre successive riguarderanno i manifesti del periodo “Tra le due guerre” e, infine, “Dal secondo dopoguerra al 1962”. In modo da offrire, nell’arco di un anno, un excursus, sia pure di estrema sintesi, nel percorso temporale della magnifica Collezione che accoglie manifesti datati tra il 1885 e il 1962.

Nel 1895, fu l’immagine di una procace donnina che campeggiava, per opera di Giovanni Maria Mataloni, nel manifesto della “Società Anonima Incandescenza a Gas” a colpire il giovanissimo Nando Salce. Che, al prezzo di una lira, riuscì ad ottenere dall’attacchino comunale l’agognata immagine. Era l’inizio di una passione che lo avrebbe portato, anche con l’aiuto della moglie Regina Gregory, ad accumulare nella loro casa migliaia di manifesti. 
Nemmeno Nando riusciva a conoscere il numero dei pezzi da lui raccolti, tanto che l’inventario effettuato dopo il suo lascito della Collezione al Ministero dei Neni Culturali li ha quantificati in poco meno di 25 mila, il doppio di quanto il collezionista supponesse. 

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Pubblicato il 29/03/2017

Itinerarinellarte.it