La copertina della nostra Settimana d'Arte n.19 è dedicata a Emilio Isgrò, grande artista contemporaneo siciliano, che è stato scelto per l'inaugurazione di un nuovo museo dedicato all'Arte Contemporanea a Scicli, monumentale città barocca, il cui centro storico è divenuto patrimonio Unesco nel 2002. Grandi maestri, ma anche artisti giovanissimi, come Amaranta Medri e i suoi mondi poetici e surreali in un omaggio a Domenico Gnoli. Spazio poi al confronto tra modelli classici e sculture cibernetiche di Ale Guzzetti, per chiudere con le fotografie intimiste di Francesco Raffaelli e il racconto per immagini di Livorno di Paolo Bonciani. Questa selezione offre uno sguardo articolato sul presente, tra memoria, identità e tecnologia.
1. Emilio Isgrò. L'Opera delle formiche
Il MACC di Scicli inaugura la sua attività con una grande mostra dedicata a Emilio Isgrò, uno dei più importanti artisti italiani contemporanei, noto per le sue cancellature e interventi concettuali sul testo. Nato a Barcellona Pozzo di Gotto nel 1937, Isgrò ha sviluppato una pratica artistica che riflette sul linguaggio, la memoria e l'identità culturale.
L'esposizione "L'Opera delle formiche", curata da Marco Bazzini e Bruno Corà, presenta una ricca selezione di opere che ripercorrono la carriera dell'artista, dalle prime cancellature degli anni '60 fino a lavori più recenti. La mostra si svolge nell'ex Convento del Carmine, edificio barocco restaurato, che diventa così un nuovo polo per l'arte contemporanea in Sicilia.
Le formiche sono le protagoniste dell'installazione che si sviluppa nel grande corridoio centrale del museo e che dà il titolo alla mostra. La scelta di un'invasione della città di Scicli da parte di questi insetti, simbolo dell'operosità e della vita comunitaria, è nelle parole di Isgrò: "Sono un artista italiano e siciliano, cittadino di una Europa che ha bisogno di un'arte non allineata per dare un contributo non puramente decorativo a un mondo in tumulto. Così ho pensato a questa Opera delle formiche come segno di una Sicilia fedele a se stessa che tuttavia sa bene quando è venuto il momento di cambiare". Scopri di più.
2. Ale Guzzetti. Sguardi Diversi
Robot VS Michelangelo (Daniele da Volterra), 2012 (plastica circuiti robotici gesso) - Ale Guzzetti... leggi il resto dell'articolo»
La Fondazione Mudima ospita una personale di Ale Guzzetti, artista pioniere nell'esplorazione del rapporto tra arte e tecnologia. Formatosi tra l'Accademia di Brera e il Politecnico di Milano, Guzzetti ha iniziato negli anni '80 a creare sculture interattive che combinano elementi elettronici e forme classiche. La mostra dal titolo "Sguardi diversi", curata da Gino Di Maggio, presenta opere che dialogano tra passato e futuro, come "Robot vs Michelangelo", in cui circuiti elettronici si fondono con riferimenti all'arte rinascimentale. L'esposizione offre uno sguardo sulla complessità della ricerca di Guzzetti, influenzata dalle teorie della complessità di Edgar Morin e altri pensatori contemporanei.
Dalle parole del curatore Gino Di Maggio «Il lavoro di Ale Guzzetti si propone di far convivere arte e scienza aprendo - tra i primi artisti al mondo - un nuovo percorso artistico in cui i materiali utilizzati diventano essi stessi linguaggio specifico. Sono opere interattive, ma a differenza di quanto già accaduto nella storia dell'arte, le sue creazioni sono autonome. È il caso dei suoi lavori più recenti dedicati alla robotica, in cui le sculture non sono solo osservabili, ma a loro volta ci osservano, o osservano altre sculture». Scopri di più.
3. Amaranta Medri. Cartoline da un altrove
Amaranta Medri, Camicia
La giovane artista milanese Amaranta Medri presenta la sua prima personale, un omaggio a Domenico Gnoli, pittore noto per i suoi dettagliati ingrandimenti di oggetti quotidiani. Nata nel 1995, Medri esplora attraverso la fotografia e l'installazione temi legati alla percezione e alla realtà. La mostra "Cartolina da un altrove" si articola in due nuclei distinti: la serie fotografica "August in Greenland", che giustappone figure umane in paesaggi glaciali, e "Playing with Domenico Gnoli", video in cui l'artista isola e anima dettagli tratti dalle opere originali, restituendo loro una vitalità nuova e ironica. Come in The World in Fire, dove l'artista trasforma un aereo da guerra in un aeroplanino di carta. L'esposizione riflette sul potere trasformativo dell'immagine e sulla capacità dell'arte di evocare mondi alternativi.
Amaranta Medri (Milano, 1995) si è formata tra Milano, Londra e New York, laureandosi con lode in Graphic Design & Art Direction presso il Pratt Institute di New York e l'Accademia di Belle Arti di Milano. Lavora come freelance nel campo della comunicazione visiva per brand internazionali, mantenendo in parallelo una ricerca artistica autonoma e riconoscibile. Scopri di più.
4. Francesco Raffaelli. Immagini Umane
La Pallavicini 22 Art Gallery presenta una personale di Francesco Raffaelli, fotografo che indaga il rapporto tra spazio, corpo e memoria. La mostra "Immagini umane", curata da Luca Piovaccari, propone una serie di immagini che esplorano la presenza umana nei luoghi, interrogando la percezione e la rappresentazione del corpo. Raffaelli, influenzato dalla scuola della fotografia italiana contemporanea, crea opere che si situano tra il documento e la metafora, offrendo una riflessione sulla condizione umana e sulla sua rappresentazione visiva.
Con Immagini Umane, Francesco Raffaelli ci propone frammenti strappati dal loro contesto originario che assumono una nuova vita nell'obiettivo del fotografo. Trafugate e decontestualizzate, diventano simboli di una bellezza intrappolata, che resiste al tempo, al gesto del furto, trasformandosi in nuove reliquie. La mostra ci invita a riflettere su questo processo, intrinsecamente legato al dolore, alla perdita d'identità, alla solitudine. Scopri di più.
5. Paolo Bonciani. Sentire la luce
Paolo Bonciani, gara di vela con sfondo isola Gorgona, 2009
La Fondazione Livorno dedica una retrospettiva a Paolo Bonciani, fotografo che ha documentato per oltre cinquant'anni la vita e l'umanità della sua città natale. La mostra "Sentire la luce", curata da Giorgio Bacci, presenta oltre 100 scatti che spaziano dalla vita dei portuali alla danza, offrendo un ritratto intimo e poetico di Livorno.
Bonciani, con il suo sguardo sensibile e attento, ha saputo cogliere la luce e l'anima dei suoi soggetti, creando immagini che raccontano storie di quotidianità e sentimento. Dagli anni '70, propone una fotografia che richiede attesa, pazienza, studio compositivo e spessore narrativo. Per Paolo Bonciani la fotografia è luce che si fa racconto: cogliendo e cristallizzando il momento si dona un pizzico di eternità alle storie, alle sensazioni e all'umanità di ogni atto.
L'esposizione è accompagnata da un catalogo edito da Pacini e rappresenta un'importante occasione per riscoprire l'opera di un autore che ha saputo coniugare tecnica e umanità. Scopri di più.
Redazione
Pubblicato il 13/05/2025
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