Nuove Frontiere dell'Arte: non solo NFT e AI

Mentre gli NFT e l'IA dominano i titoli dei giornali, diversi artisti delle nuove generazioni dimostrano che un'arte centrata sull'essere umano, tattile e socialmente impegnata, rimane una forza vitale nel rimodellare la cultura visiva, con un'innovazione che passa attraverso la sintesi culturale, la reinvenzione dei materiali e il racconto partecipativo.

Dettaglio da "Creo" di Michele Farina in mostra con "Terramorfosi"

Le nuove tecnologia legate agli NFT e all'Intelligenza Artificiale non sono entrate prepotentemente solo nel mondo dell'economia e della finanza, nell'organizzazione dei processi produttivi e gestionali, e infine, in particolare con la AI, nella nostra vita di tutti i giorni, ma anche in quello dell'arte. Dopo il clamore e le vendite a prezzi stellari dei primi anni, l'interesse sugli NFT sembra essersi già molto ridimensionato, mentre le vere frontiere dell'AI, anche in arte, sono probabilmente ancora da esplorare.

In questi giorni, la celebre casa d'aste Christie's ha annunciato la prima asta newyorkese dedicata all'intelligenza artificiale, intitolata Augmented Intelligence. L'evento presenterà oltre 20 lotti di artisti pionieri nell'intersezione tra arte e tecnologia, tra cui Refik Anadol, Harold Cohen, Pindar Van Arman, Holly Herndon, Alexander Reben e Mat Dryhurst, fondatore della startup Spawning AI. Il pezzo forte sarà un robot che dipinge dal vivo, esposto nelle gallerie Christie's del Rockefeller Center a partire dal 20 febbraio.

L'iniziativa ha suscitato proteste da parte di numerosi artisti, che hanno lanciato una petizione per chiedere la cancellazione dell'asta, raccogliendo finora quasi 4000 firme. L'accusa principale riguarda l'uso di opere protette da copyright per addestrare le AI, senza che gli autori abbiano ricevuto compenso.

Tuttavia, la ricerca di nuovi linguaggi espressivi, con o senza tecnologia, è ben più ampia. Negli ultimi anni, grazie a giovani artisti, ha dato vita a esiti originali e di grande interesse.

Vediamo in questa carrellata, estesa a culture di tutto il mondo, alcuni esempi di artisti le cui opere trascendono i mezzi tradizionali e gli spazi espositivi, affrontando temi urgenti come la giustizia climatica, la salute mentale o la decolonizzazione, o che utilizzano approcci innovativi, sfruttando la tecnologia come strumento espressivo.

Arte e Tecnologia

Vista la nostra attenzione per l'attualità espositiva e per l'Italia, vogliamo partire da un artista italiano e da una mostra appena inagurata a Brugherio presso la Galleria Esposizioni di Palazzo Ghirlanda Silva. Si tratta di Michele Farina, protagonista della mostra "Terramorfosi" a cura di Anastasia Pestinova. Ispirata al concetto di "compost tecnologico" elaborato da Donna Haraway, la mostra riflette sulla trasformazione continua di dati, immagini e materiali attraverso una logica circolare. L'esposizione invita i visitatori a riflettere su come la tecnologia, lungi dall'essere uno strumento neutro, possa reinterpretare e amplificare la logica della natura, creando un dialogo tra memoria, innovazione e sostenibilità.

Michele Farina (1995) è un artista e designer multidisciplinare il cui si distingue per un coinvolgimento profondo sia con i media tradizionali che con quelli digitali, combinando design generativo, modellazione parametrica ed espressione artistica. La sua pratica si caratterizza per l'interesse verso i pattern organici della natura e le potenzialità della tecnologia, temi che esplora spesso attraverso la stampa 3D, installazioni video e arte interattiva. Un esempio ne è l'opera "Organismi digitali vivono nelle memorie dei gusci mortali" dove utilizza gusci di ostriche e proiezioni digitali per evocare la fragilità della vita nell'era ipertecnologica.

Kamila Kard... leggi il resto dell'articolo»

Kamilia Kard, HERbarium - Dancing for an AI, 2023, video installazione, ongoing

A proposito di linguaggi sperimentali, da segnalare anche un'altra mostra appena inaugurata, a Bologna, dal titolo "Una, Doppia, Collettiva - L'identità al tempo del Metaverso". L'esposizione è proposta da CUBO, museo d'impresa del Gruppo Unipol, nelle sue due sedi di Porta Europa e Torre Unipol, e nel Metaverso per la fruizione di alcune opere. Quattro media artist di fama internazionale che per l'esposizione bolognese presentano lavori inediti e opere che negli ultimi anni hanno partecipato a importanti esposizioni: LaTurbo Avedon, avatar che opera nella produzione artistica e nella curatela, Auriea Harvey, artista e pioniera dei linguaggi digitali, Kamilia Kard artista e docente, e Mara Oscar Cassiani, artista, coreografa e performer.

Il panorama internazionale

Di seguito richiamiamo i nomi di altri artisti il cui impegno evidenzia come l'innovazione nelle arti visive possa scaturire dall'uso creativo delle tecnologie digitali e interattive, senza dover necessariamente appoggiarsi a mode come gli NFT o all'impiego diretto di sistemi basati su intelligenza artificiale. Gli artisti delle nuove generazioni, infatti, stanno espandendo i confini della percezione e della comunicazione visiva attraverso l'integrazione di discipline e metodologie che coinvolgono sia il corpo sia l'ambiente digitale, aprendo nuove strade alla creatività contemporanea.

Questi artisti, pur operando in contesti e con linguaggi differenti, condividono quindi l'obiettivo di espandere le modalità di fruizione dell'arte. L'integrazione delle tecnologie digitali nei loro processi creativi non intende sostituire la sensibilità umana, ma potenziarla, offrendo al pubblico esperienze coinvolgenti e partecipative che aprono nuovi orizzonti per l'arte contemporanea.

Carrie Able (USA)

Carrie Able è una artista multidisciplinare statunitense che fonde tecniche pittoriche tradizionali con installazioni immersive digitali. La sua pratica integra pittura, scultura e suono per creare esperienze multisensoriali che invitano lo spettatore a interagire in modo diretto con l'opera, offrendo così un nuovo modo di "vivere" l'arte senza ridursi a semplici immagini digitali.

Rafaël Rozendaal (Paesi Bassi)

Rafaël Rozendaal è noto per trasformare il web in una tela interattiva. Le sue opere, che consistono in siti web minimalisti e dinamici, consentono a chiunque di navigare tra forme e colori in modo personale e diretto. Questa pratica non solo democratizza l'accesso all'arte, ma spinge anche a ripensare il concetto di "spazio espositivo" oltre i confini fisici tradizionali. Le sue opere si possono quindi ammirare in modo interattivo sul proprio dispositivo connesso ad Internet. Ecco ad esempio Non Either, rappresentata staticamente nella foto sopra, presa dall'esposizione allestita al MoMA di New York fino alla primavera 2025: Light.

At moma New York, 2024-2025

Light: Rafaël Rozendaal, Museum of Modern Art - November 16, 2024 – Spring 2025. Curated by Paola Antonelli - Photos by Jonathan Dorado

teamLab (Giappone)

teamLab è un collettivo artistico giapponese che crea installazioni immersive e interattive, trasformando spazi museali e pubblici in ambienti digitali in continua evoluzione. Le loro opere, realizzate attraverso proiezioni, mapping e interazione con il movimento del pubblico, offrono esperienze che fondono il reale con il virtuale in modo fluido e coinvolgente, dimostrando come la tecnologia possa arricchire la percezione visiva senza fare affidamento su tecnologie NFT o di intelligenza artificiale in senso stretto.

Lina Iris Viktor (Regno Unito/Liberia)

Lina Iris Viktor, artista liberiano-britannica con base in Italia, si distingue per la sua capacità di coniugare tecniche antiche come la doratura con metodi contemporanei, creando opere che vibrano di luce e simbolismo. Il suo approccio, che sfrutta materiali tradizionali per esprimere temi profondi legati all'identità e alla storia, offre un esempio di come il dialogo tra passato e presente possa produrre opere visivamente potenti e culturalmente ricche.

Lina Iris Viktor

Lina Iris Viktor, the Foyle Space at Sir John Soane's Museum. Photo by Gareth Gardner

Rafael Parratoro (Venezuela/Argentina)

Rafael Parratoro, nato a Caracas e attivo principalmente in America Latina, utilizza la kinetic art e tecniche di realtà aumentata per creare opere che giocano con il movimento e l'ottica. Pur integrando strumenti digitali, la sua pratica si concentra sulla trasformazione dello spazio e sull'esperienza visiva in tempo reale, rimanendo fedele a un'estetica che valorizza la materialità e l'interazione diretta senza cadere nell'uso esclusivo di NFT o AI. Alcuni video delle sue opere.

Un altro sguardo all'Italia

Mattia Casalegno

Questo artista italiano si è distinto per il suo lavoro interdisciplinare che fonde performance live‐media e installazioni interattive. La sua pratica, che include l'uso di tecnologie come l'EEG e il biofeedback, esplora in modo originale le relazioni tra il corpo, la percezione e il digitale, offrendo una visione nuova e critica sul rapporto fra tecnologia e soggettività.

Luca Pozzi

Pozzi integra arte e scienza in maniera sorprendente, sfruttando tecnologie come la levitazione elettromagnetica, la fotografia sperimentale e installazioni che si ispirano ai concetti della fisica e della cosmologia. Le sue opere – ad esempio le serie che giocano con il concetto di "Supersymmetric Partners" – trasformano il tradizionale atto visivo, offrendo un'esperienza che fonde tempo, spazio e materia in maniera inedita.

Video di FMAV to AGO per la mostra Hyperinascimento #2

Chiara Passa

Con una carriera iniziata già negli anni '90, Passa continua a rinnovarsi sperimentando forme di net art e installazioni interattive. I suoi progetti, come la serie "Live Architectures" e "The Widget Art Gallery", ridefiniscono lo spazio espositivo digitale e pubblico, creando ambienti in cui il virtuale e il fisico dialogano e si trasformano continuamente, offrendo nuove modalità di interazione e fruizione visiva.

Artisti della generazione Z

Le frontiere dell'arte non si limitano alla sperimentazione con le nuove tecnologie come strumenti per ampliare le possibilità espressive, ma si manifestano anche nella pratica degli artisti emergenti. Pur essendo cresciuti in un'epoca dominata dal digitale, molti scelgono ancora materiali fisici e tecniche tradizionali. In questo contesto, la contemporaneità si esprime attraverso un'attenzione ai temi socioculturali del nostro presente, ponendo l'attenzione su contraddizioni, fragilità e disuguaglianze.

Vediamone di seguito alcuni esempi, con una selezione che certo non può essere esaustiva, ma che spazia tra diverse culture e luoghi nel mondo molto lontani tra loro, cercando di individuare alcuni temi guida, alla cui luce interpretare le tendenze più attuali.

Identità culturale e reinterpretazione del patrimonio

Alcuni giovani artisti stanno fondendo tradizioni ancestrali con temi contemporanei per creare narrazioni stratificate. Ad esempio:

Yuma Radné (Buriato-Mongolia)

Yuma Radné unisce il folklore buriato (gruppo etnico mongolo originario della Siberia, principalmente nella regione della Buriazia - Federazione Russa - e della Mongolia settentrionale) con la mitopoiesi moderna (processo di creazione di nuovi miti o di reinterpretazione di miti antichi in chiave contemporanea), utilizzando creature vibranti e fantastiche per esplorare le identità post-sovietiche e diasporiche. L'inserimento inconscio di motivi simbolici culturali, come i pesci, collega la spiritualità antica all'introspezione moderna.

Yuma Radné

Yuma Radne Armwrestling, oil on canvas, 140x150 cm, 2024 - da Incubator 

Otis Hope Carey (Gumbaynggirr-Bundjalung, Australia)

Otis Hope Carey, artista di origine Gumbaynggirr-Bundjalung, integra la cultura del surf indigena e la danza cerimoniale nelle sue pennellate cicliche, ispirandosi alle tradizionali storie del sogno aborigene. Le sue opere, caratterizzate da motivi ripetitivi e fluidi, evocano il movimento dell'oceano e il legame spirituale con la terra, riflettendo sia il suo patrimonio culturale sia la profonda connessione con l'ambiente. Attraverso l'uso di tecniche contemporanee e simbolismi ancestrali, Carey trasforma la tela in un mezzo espressivo per raccontare la resilienza e l'identità delle comunità indigene australiane.

Otis Hope Carey

Otis Hope Carey 'Our Totem - M2'. Original painting, 48x48 cm, 2022 

Orry Shenjobi (Nigeriano-Britannico)

Orry Shenjobi, nata nel 1997, è un'artista multidisciplinare nigeriana-britannica e direttrice creativa di Studio ORRY. Cresciuta tra Londra e Lagos, il suo repertorio versatile spazia dalla pittura alla fotografia fino al cinema. Le sue opere multimediali documentano le feste Yoruba "Owambe", celebrazioni sontuose caratterizzate da musica, danza, cibo e moda, che svolgono un ruolo significativo nella cultura nigeriana. Attraverso l'uso di materiali misti, Shenjobi cattura la vitalità e la resilienza di Lagos, offrendo una narrazione cruda e realistica che preserva la memoria collettiva. Allo stesso tempo, le sue opere criticano la mercificazione culturale, invitando gli spettatori a riflettere sull'autenticità e sul valore delle tradizioni culturali nell'era contemporanea.

Questi artisti sfidano le narrazioni omogeneizzate, rivitalizzando tradizioni marginalizzate in modi che risuonano su scala globale.

Sperimentazione materica e sostenibilità

L'innovazione si estende a materiali non convenzionali e pratiche eco-consapevoli:

Juliana Góngora Rojas (Colombia)

Il suo lavoro si concentra sull'interazione con materiali organici e primitivi, come terra, sale, fili di ragno, granelli di sabbia, pietre e vetro. Attraverso queste materie, Góngora esplora le tensioni presenti in natura, evidenziando come elementi come il sale possano essere sia corrosivi che conservanti. Nata a Bogotá nel 1988, Juliana Góngora Rojas è un'artista plastica, scultrice e docente colombiana. Attualmente insegna scultura presso l'Universidad Jorge Tadeo Lozano e la Pontificia Universidad Javeriana di Bogotá.

Cuerpo de leche

Juliana Góngora Rojas, Cuerpo de leche, 2022

Tra le sue opere più note figura "Cuerpo de leche" (Corpo di latte), presentata alla Biennale di Sydney nel 2022. In questa installazione, Góngora ha utilizzato fili di latte tessuti che seguono la forma della tomba di suo nonno, insieme a rami di ruta intrecciati e un pozzo di calce e acqua, creando un'opera che intreccia memoria personale e materiali organici.

Nicolas Tovar (USA/UK)

Nicolas Tovar è un artista contemporaneo noto per la sua pratica di trasformare detriti urbani, come resti di biciclette Lime e residui di studio, in "luoghi della memoria". Attraverso la sua arte, Tovar invita gli spettatori a riflettere sulla natura effimera dei beni di consumo e sulla possibilità di trovare bellezza e significato nei materiali scartati.

Naomi Hawksley (USA)

Naomi Hawksley, nata nel 2000, è un'artista con base a New York. La sua pratica artistica si concentra sulla rappresentazione pubblica e privata delle donne, sulla fatica decisionale e sulla natura instabile della moralità contemporanea. Utilizzando principalmente la grafite, Hawksley è attratta dall'immediatezza di questo medium, che le consente di creare composizioni giocose e imprevedibili. La sua pratica si allinea con una tendenza più ampia nell'arte contemporanea che enfatizza la sostenibilità, dove materiali scartati o non convenzionali acquisiscono nuova vita come dichiarazioni sociali significative.

Arte immersiva e partecipativa

Un gruppo di giovani artisti si concentra sull'abbattendo la quarta parete per coinvolgere il pubblico fisicamente ed emotivamente:

Pedro Hoz (Spagna)

Pedro Hoz (Spagna) crea paesaggi surreali ispirati a Hieronymus Bosch, popolati da figure enigmatiche e scenari onirici che invitano gli spettatori a esplorare i dettagli nascosti. Le sue opere combinano una ricca simbologia con un'estetica intricata, trasformando ogni composizione in un enigma visivo da decifrare. Attraverso l'interattività ludica, stimola il pubblico a immergersi nel suo universo artistico, incoraggiando una lettura stratificata delle sue narrazioni visive. Allo stesso tempo, i suoi lavori affrontano temi esistenziali come il destino, la memoria e la condizione umana, ponendo interrogativi profondi sotto la superficie giocosa delle immagini.

Keiken Collective (UK)

Keiken Collective utilizza AR/VR per criticare il consumismo in Metaverse: We Are at the End of Something, invitando il pubblico a interrogarsi sui confini tra digitale e fisico.

Tennant Creek Brio (Australia)

Tennant Creek Brio riutilizza materiali di recupero (barili di petrolio, cofani d'auto) per creare installazioni che richiedono la partecipazione collettiva per decodificare storie post-coloniali.

Queste opere danno priorità all'esperienza collettiva rispetto all'osservazione passiva, ridefinendo l'arte come un processo dinamico e condiviso.

Narrazioni queer e diasporiche

Una nuova ondata di artisti mette al centro identità marginalizzate attraverso narrazioni intime:

Salman Toor (Pakistan/USA)

Salman Toor dipinge uomini queer di origine asiatica in momenti quotidiani ma carichi di tensione emotiva, fondendo il chiaroscuro alla Rembrandt con ansie contemporanee legate alla diaspora.

Ho Tam (Hong Kong/Canada)

Ho Tam utilizza fotografia e video per esplorare la migrazione e l'identità queer, adottando uno stile editoriale visivo che mescola umorismo e critica.

Maty Biayenda (Francia)

Maty Biayenda rappresenta dinamiche di potere femminile Black attraverso tessuti e pittura, ispirandosi alla sua identità queer e a figure come Grace Jones.

Le loro opere destabilizzano le strutture normative, offrendo prospettive sfumate su appartenenza e resistenza.

Iperrealismo ed estetica del quotidiano

Alcuni artisti cercano invece la profondità nell'ordinario:

Callum Eaton (UK)

Callum Eaton trasforma oggetti di uso quotidiano, come bancomat, distributori automatici e sacchetti della spesa Waitrose, in dipinti iperrealistici che ne esaltano la presenza visiva e simbolica. Attraverso una meticolosa attenzione ai dettagli e una resa quasi fotografica, invita lo spettatore a rivalutare il valore estetico degli elementi urbani spesso ignorati. Le sue opere, cariche di un sottile senso di ironia, esplorano il rapporto tra consumismo, memoria collettiva e la percezione della bellezza nel contesto della vita moderna. Elevando questi oggetti a soggetti artistici, Eaton mette in discussione ciò che consideriamo degno di rappresentazione e ammirazione.

Callum Eaton

Installation View: Callum Eaton, Look But Don't Touch, August 2023. Photography by Ben Westoby. Image courtesy of the artist and Carl Kostyál Gallery (fonte immagine: TimeOut)

Anna Weyant (Canada/USA)

Anna Weyant impiega tecniche di stratificazione rinascimentale per rappresentare scene ironicamente cupe, sovvertendo il ritratto tradizionale con temi esistenziali moderni.

Thomas J Price (UK)

Thomas J Price scolpisce figure Black in pose quotidiane (ad esempio, mentre usano il telefono), sfidando la cancellazione storica con un'attenzione meticolosa alla dignità del quotidiano.

Attraverso la ricontestualizzazione del banale, questi artisti stimolano una riflessione sul consumismo, sull'identità e sul valore delle esperienze di tutti i giorni.

Pubblicato il 09/02/2025

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