Saranno esposte ceramiche realizzate nella Bottega Gatti di Faenza negli anni ’90, rarissime cartelle e quattro sedute in edizione limitata: dall’archivio Matta le poltrone in resina Alidor e Amatta e dal catalogo Paradisoterrestre le riedizioni delle opere d’arte funzionali in bronzo Margarita e Sacco Alato, parte della collezione Ultramobile pensata da Dino Gavina nel 1971.
Roberto Sebastián Antonio Matta Echaurren (1911 – 2002) nasce a Santiago del Cile dove studia architettura. Nel 1934 si reca a Parigi per lavorare come apprendista nello studio dell’architetto Le Corbusier. Incontra Salvador Dalí e André Breton e abbandona l’atelier di Le Corbusier per aderire al movimento surrealista. Nel 1939 si ritrova a New York con André Breton, Max Ernst, Yves Tanguy e tutto il gruppo surrealista. Durante gli anni ’40 la pittura di Matta anticipa molte innovazioni dell’Espressionismo astratto, influenzando diversi artisti della cosiddetta Scuola di New York, in particolare Gorky e Motherwell. Nel 1948 rompe con i surrealisti e ritorna in Europa, stabilendosi a Roma nel 1953. Alla fine degli anni ’50 Matta è un artista di fama internazionale, con opere esposte in importanti musei di Londra, New York, Venezia, Chicago, Roma, Washington e Parigi. A metà degli anni ’60 inizia una collaborazione con Dino Gavina che porterà alla realizzazione di pezzi diventati iconici nel mondo del design quali Malitte (1966) e per la collezione Ultramobile (1971) Margarita, Sacco Alato e MAgriTTA. Tra le sue mostre più importanti le retrospettive tenute al Museum of Modern Art di New York nel 1957 e al Centre Pompidou a Parigi nel 1985.
Comunicato stampa
Pubblicato il 21/01/2023
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