Pablo Picasso, grazie alla sua inesauribile creatività e la capacità di reinventare il linguaggio visivo, è divenuto una figura imprescindibile nello studio e nella presentazione dell'evoluzione dell'arte moderna, e ancora oggi, a distanza di decenni dalla sua scomparsa, le sue opere sono tra le più ricercate, sia quando sono ospitate in alcuni dei più prestigiosi musei del mondo, sia quando sono oggetto di esposizioni temporanee.
A partire dal mese di settembre, in Italia sono stati inaugurati diversi progetti espositivi, monografici e collettivi, che ne celebrano l'eredità artistica e approfondiscono la sua figura, anche sotto prospettive non scontate, offrendo al pubblico di appassionati d'arte nuove opportunità di immergersi nella visione unica e poliedrica del maestro spagnolo.
Prima di ricordare dove sono custoditi ed esposti i suoi più celebri e rivoluzionari capolavori, attrazione per milioni di visitatori ogni anno, vediamo quindi dove è possibile ammirare opere di Picasso in Italia, tra mostre temporanee e musei.
Le mostre temporanee a Milano e Mantova
La stagione espositiva dedicata a Picasso in Italia ha preso il via il 5 settembre a Mantova con la mostra "Picasso a Palazzo Te. Poesia e Salvezza", primo capitolo di un progetto che comprende anche l'esposizione "Picasso lo straniero", allestita a Palazzo Reale a Milano, aperta al pubblico fino al 2 febbraio 2025, entrambe con la co-curatela di Annie Cohen-Solal.
La mostra a Palazzo Te, oltre ad esporre in pubblico per la prima volta alcuni dipinti degli anni Sessanta provenienti dalla famiglia dell'artista, racconta un Picasso che potrà risultare ai più inedito, focalizzandosi sul suo rapporto con la Poesia e con la Metamorfosi, come strumenti per superare un momento di grande crisi vissuto negli anni '30, per l'ostilità di un paese, la Francia, che lo ha sempre considerato uno "straniero" (tanto da apporre la bolla di "SPAGNOLO" sul suo documento d'identità nel 1931), e di un periodo storico dominato dalle dittature e i fascismi, anche nel suo paese natale. Il suo stato di eterno straniero, in un paese come la Francia che, nei primi del Novecento, non fu rifugio accogliente per i tanti artisti stranieri che vi si recavano, viene approfondito ancor più nella mostra di Palazzo Reale, a cura di Annie Cohen-Solal, Cécile Debray e Sébastien Delot, che presenta l'esito di anni di nuove ricerche su questo tema, capaci di mutare la nostra comprensione del grande artista originario di Malaga.
Picasso è stato maestro in ogni tecnica di espressione artistica, compreso il disegno e la grafica. Alle opere su carta è dedicata l'ultima mostra allestita a Palazzo Zabarella a Padova, "Matisse, Picasso, Modigliani, Miró - Capolavori del disegno dal Musée de Grenoble", dove viene esposta la raccolta di arte grafica del Museo di Grenoble, la seconda più grande di Francia con quella del Musée National d'Art Moderne - Centre Pompidou. Insieme a Matisse, Picasso è l'altro grande protagonista della mostra, per numero e qualità delle opere esposte. ... leggi il resto dell'articolo»
Pablo Picasso Ritratto di Olga 1921 Pastello e carboncino su carta, 129 x 98 cm Musée national Picasso–Paris Dation Jacqueline Picasso, 1990 MP1990-70, in deposito al Musée de Grenoble RMN-Grand Palais / Mathieu Rabeau / RMN-GP / Dist. Photo SCALA, Firenze © Succession Picasso, by SIAE 2024
Nella mostra di Palazzo Zabarella Picasso viene rappresentato nelle sue diverse stagioni, dagli esordi all'inizio del secolo fino alle composizioni cubiste. Esposto il magnifico Ritratto di Olga del 1921, uno dei fogli più grandi in mostra, dove attraverso gli effetti plastici ottenuti col pastello recupera la figurazione in una dimensione classica, per approdare infine alle variazioni sullo stesso motivo del volto scomposto negli anni quaranta.
Ancora opere grafiche nella mostra "Da Renoir a Picasso, da Miró a Fontana. 120 capolavori della grafica del '900" allestita alla Reggia di Monza, che resterà visitabile fino al 23 febbraio del prossimo anno, dove i visitatori possono ammirare l'opera Nature morte à la bouteille de Marc, del 1911. A questa si aggiunge anche l'esposizione ospitata nelle sale del Museo Civico delle Cappuccine a Bagnacavallo, "La rivoluzione del segno. La grafica delle avanguardie da Manet a Picasso", dove uno spazio importante è riservato al lavoro di Picasso nell'ambito delle tecniche calcografiche.
Ultimo in ordine di tempo tra i progetti espositivi dedicati a Picasso in Italia, c'è l'iniziativa di PwC nella sua Torre a Milano CityLife, con "Sguardi dalla Torre - Picasso", che permetterà ai visitatori di immergersi nell'arte abbinando una vista dall'altezza di 130 metri sulla città di Milano, all'interno dell'opera d'arte architettonica disegnata dall'architetto Daniel Libeskind. Un'iniziativa gratuita previa prenotazione al link pwc.com/it/picasso. Accedendo alla piattaforma dedicata, è possibile selezionare giorno e fascia oraria. Attenzione però, c'è tempo solo il prossimo weekend, il 16 e 17 novembre dalle 9.30 alle 19.30. L'opera esposta è "La loge (Le balcon)", un elemento della scenografia realizzata nel 1921 da Pablo Picasso per lo spettacolo teatrale "Cuadro Flamenco" proposto dall'impresario Sergej Djagilev, fondatore dei Ballets Russes, la compagnia di danza che agli inizi del Novecento proponeva con successo eventi teatrali che univano il meglio delle avanguardie contemporanee in campo musicale, poetico e artistico. L'opera, acquisita dalla Pinacoteca di Brera nel 1976, è stata esposta per soli pochi mesi nel 2015 a valle di un intervento di restauro.
Sguardi dalla Torre - Picasso: presenta La loge (Le balcon) - Pablo Picasso - Pinacoteca di Brera
Picasso nelle Collezioni permanenti in Italia
Al di fuori delle iniziative temporanee, vediamo ora quali sono alcune delle sedi espositive permanenti italiane dove è possibile incontrare opere di Pablo Picasso.
Verona, Casa Museo di Palazzo Maffei
Partiamo dalla Casa Museo di Palazzo Maffei a Verona, che ospita la Collezione Luigi Carlon. La collezione può vantare un ritratto di Picasso del 1943, eseguito ad olio su carta, dal titolo Tête de femme. La donna ritratta, con l'inconfondibile stile adottato in quegli anni, è Dora Maar (1907-1997), compagna di Picasso negli anni tra il 1935 e il 1943.
Venezia, Collezione Peggy Guggenheim
Restiamo in Veneto con la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, che accoglie tra le sue opere Lo studio (L'Atelier), del 1928. L'opera, acquistata da Peggy Guggenheim nel 1942, nel 2016 è stata soggetta a indagini e restauro, perché il dipinto ha una storia singolare, in quanto Picasso, dopo averla terminata, la rielaborò riducendone la varietà cromatica e la complessità compositiva. Grazie ai passi da gigante compiuti dalla ricerca scientifica applicata alla conservazione è ora possibile ricostruire la prima versione del dipinto e stabilire la sequenza delle modifiche apportate da Picasso.
Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea
Nella collezione della GAM di Torino c'è invece una Natura morta con melone, del 1948, tempera e olio su compensato. Nel 1948 Picasso è fortemente impegnato nel settore della grafica: esegue 125 litografie per Le Chant des Morts di Pierre Reverdy e realizza le acqueforti per i Vingt Poèmes di Gongora.
Torino, Pinacoteca Agnelli
Ancora a Torino, alla Pinacoteca Agnelli, troviamo un dipinto giovanile di Picasso, L'Hétaire, del 1901. Si tratta di un'opera realizzata durante il suo secondo viaggio a Parigi, quando fu invitato nella capitale francese per una mostra alla galleria Vollard. L'opera introduce ciò che in seguito la critica definirà il "periodo blu" dell'artista, contraddistinto dalla rappresentazione di scene di vita popolare ambientate nei bar e nei cabaret parigini, nelle atmosfere tipiche della vita bohémien notturna. In questo periodo Picasso è affascinato dai dipinti post-impressionisti e si lascia influenzare dal grafismo delle opere di Henri de Toulouse Lautrec. La donna rappresentata in questo dipinto è di recente stata indicata essere la Bella Otero, ballerina nota per esibirsi con vistosi gioielli e sontuosi cappelli.
Milano, Galleria d'Arte Moderna
Il museo milanese, che si trova all'interno di Villa Reale, e che raccoglie la più importante collezione lombarda di opere dell'Ottocento, ospita anche opere di Paul Cézanne, Giovanni Fattori, Vincent van Gogh, Silvestro Lega, Édouard Manet, Giacomo Balla, Paul Gauguin, Amedeo Modigliani, Umberto Boccioni e un dipinto di Pablo Picasso. Si tratta di Tête de femme (La Mediterranée), del 1957, un olio su tela di 64 x 53,5 cm, proveniente dalla collezione di Giuseppe Vismara, che lo donò alla Galleria d'Arte Moderna nel 1975.
Firenze, Collezione Roberto Casamonti
Ospitata al piano nobile di Palazzo Bartolini Salimbeni, capolavoro architettonico rinascimentale fiorentino, la Collezione accoglie la selezione delle opere raccolte negli anni dal collezionista Roberto Casamonti. E' costituita da dipinti e sculture dagli inizi del XX fino agli inizi del XXI secolo.
Sono due le opere di Pablo Picasso in collezione, un disegno e un olio su tela: si tratta di Combat de faune et de centaure, del 1946 - un disegno a inchiostro di china e gouache su cartoncino intelato, 50 × 65 cm - e Deux pigeons, del 1960 - un olio su tela di 65 x 81 cm.
I capolavori di Picasso nel Mondo
Pablo Picasso, Les Damoiseles d'Avignon, 1907, olio su tela, 243,9 x 233,7 cm. New York, Museum of Modern Art (MoMa) - dettaglio
Vediamo ora quali sono le grandi istituzioni internazionali che conservano ed espongono i capolavori più iconici di Picasso, a partire dalle due opere che più di ogni altra sono universalmente conosciute e considerate assoluti capisaldi dell'arte del Novecento: Les Demoiselles d'Avignon e Guernica.
Las Meninas al Museo Picasso di Barcellona
La storia artistica di Picasso parte dalla città di Barcellona. Qui infatti si trasferì con la famiglia all'età di 14 anni quando suo padre, un insegnante d'arte, trovò lavoro presso la locale scuola. Questo spiega il motivo per cui il Museo Picasso raccoglie una delle più vaste collezioni di opere dell'artista spagnolo, la maggior parte delle quali risalgono alla gioventù dell'artista, tra cui La prima comunione del 1896, prima sua opera di grandi dimensioni. Esposti anche alcuni dipinti risalenti al periodo blu e al periodo rosa. Il ciclo più significativo del periodo più maturo appartenente alla collezione del Museo Picasso di Barcellona è invece quello di Las Meninas. Si tratta di un ciclo di 58 dipinti e studi realizzati nel 1957, interamente conservato qui per volontà dello stesso artista.
La formazione accademica che Picasso ricevette negli anni dedicati all'apprendimento della sua arte, orientata alla padronanza del disegno e al rispetto per le grandi opere del passato, contribuì al dialogo aperto che mantenne per tutta la sua carriera con i capolavori delle epoche precedenti. Un esempio paradigmatico di ciò è la sua analisi esaustiva, in forma di variazioni, su opere iconiche come Donne di Algeri di Eugène Delacroix (1954-55), Las Meninas di Diego Velázquez (1957) e Le Déjeuner sur l'herbe di Édouard Manet (1960-62).
Nell'estate del 1957, nella sua casa a Cannes, Picasso intraprese il compito di "copiare" Las Meninas "a modo mio, dimenticando Velázquez", come egli stesso disse. Il risultato fu una serie di cinquantotto opere dipinte tra il 17 agosto e il 30 dicembre: in quarantaquattro di esse scompone e ricompone il dipinto di Velázquez; due sono interpretazioni libere (Il Pianoforte e un ritratto di Jacqueline Roque); nove rappresentano il colombaio che aveva installato sul balcone del suo studio; e tre sono piccoli oli in cui cattura il paesaggio della Baia di Cannes, visibile dalla finestra del suo studio.
Il dipinto che rappresenta l'intera scena del dipinto di Velázquez è un olio su tela di grandi dimensioni (194x260 cm), caratterizzato dall'assenza di colore grazie all'uso di una tavolozza prevalentemente in bianco e nero.
Les Demoiselles d'Avignon al MoMa di New York
Les Demoiselles d'Avignon, realizzato nel 1907, ma che restò nell'atelier dell'artista fino al 1916, è uno dei dipinti più celebri e rivoluzionari di Pablo Picasso. Questa tela rappresenta un punto di svolta sia nella sua carriera sia nella storia dell'arte moderna, segnando l'inizio del cubismo e influenzando profondamente l'evoluzione della pittura del Novecento. Raffigurando cinque figure femminili nude, ispirate a modelle e prostitute di un bordello nel quartiere di Avignone a Barcellona, Picasso sfida le convenzioni della rappresentazione realistica, scomponendo forme e volumi in un linguaggio visivo nuovo e sorprendente.
L'opera mostra influenze dall'arte africana e iberica, che Picasso studiava in quegli anni, e richiama anche il primitivismo, allora diffuso tra gli artisti d'avanguardia. Le figure delle donne, con i volti distorti e i corpi angolosi, segnano un distacco dalla prospettiva tradizionale e aprono la strada a una rappresentazione frammentata della realtà. Questa nuova visione spaziale, che presto sfocerà nel cubismo analitico, permette di osservare diversi piani simultaneamente, rompendo con la nozione classica di profondità.
Il dipinto suscitò grande scalpore quando fu mostrato per la prima volta: il pubblico e la critica lo percepirono come aggressivo e incomprensibile, ma Les Demoiselles d'Avignon si affermò rapidamente come una delle opere più influenti dell'arte moderna. Con questo lavoro, Picasso non solo ridefinisce i canoni estetici ma apre nuove possibilità espressive, ponendo le basi per le avanguardie artistiche che seguiranno.
Guernica al Museo Reina Sofía di Madrid
Guernica, dipinto da Pablo Picasso nel 1937 in soli due mesi, per essere esposto nel padiglione spagnolo dell'esposizione universale di Parigi nello stesso anno, è una delle opere più iconiche e potenti del XX secolo. Realizzata come denuncia contro la guerra, è stata ispirata dal bombardamento della città basca di Guernica durante la Guerra Civile Spagnola, un attacco aereo condotto dalle forze naziste alleate del generale Franco che causò devastazione e numerose vittime tra i civili.
Il dipinto, di grandi dimensioni (circa 3,5 x 7,8 metri), è dominato da una composizione in bianco, nero e grigio, che rafforza il senso di tragedia e lutto. La scena, piena di figure angosciate e frammentate, rappresenta il dolore e la sofferenza collettiva: tra i soggetti principali vi sono una madre disperata che tiene il figlio morto, un cavallo trafitto da una lancia, un toro, e altre figure che esprimono orrore e disperazione. La rappresentazione è volutamente non realistica, con le figure distorte in un linguaggio stilistico che combina elementi cubisti e surrealisti, unendosi in una visione frammentata della brutalità della guerra.
Esposto permanentemente al Museo Reina Sofía di Madrid, Guernica è considerato un simbolo universale contro la violenza e l'oppressione, e un'opera di grande importanza storica e artistica. La sua presenza in Spagna è stata a lungo oggetto di dibattito politico; Picasso aveva voluto che il dipinto fosse restituito al suo paese solo dopo il ritorno della democrazia, e vi è stato trasferito nel 1981. Terminata l'Esposizione Internazionale di Parigi il dipinto venne infatti smontato e nel 1939 trasferito a New York per sostenere le raccolte fondi del Comitato Profughi Spagnoli. Allo scoppio della Seconda Guerra mondiale venne custodito, su richiesta di Picasso, nel Museum of Modern Art, assieme ad altre sue opere, dove rimase esposto per molti anni.
Ancora oggi, Guernica è non solo un capolavoro dell'arte moderna, ma anche un potente monito contro gli orrori della guerra e della dittatura.
Redazione
Pubblicato il 13/11/2024
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