Ackerman e Dede usano la fotografia come un sismografo dell’anima, che tiene traccia degli stati emotivi del loro immergersi nel mondo. La loro fotografia trasfigura la realtà, riducendo tutto all’essenza, trascinandoci in un mondo parallelo, intangibile, quello dei loro sogni, delle loro paure, dei loro dubbi, nei quali ognuno di noi può riconoscersi.
L’idea di tempo è al centro della loro ricerca. In “End time city”, il lavoro che ha reso Ackerman celebre, la città di Varanasi è metafora di un tempo indefinito, nel suo essere luogo di passaggio tra vita e morte; anche “Ápeiron” di Dimitra Dede, nel titolo stesso del lavoro, rimanda all’infinito / indefinito di Anassimandro, a quel principio, infinito ed eterno, da dove tutte le cose hanno origine e si dissolvono.
Il dialogo tra i due artisti è caratterizzato, inoltre, dal loro approccio poetico, inteso anche nel suo significato etimologico: poësis, «fare, produrre». Entrambi stressano i limiti del mezzo attraverso continue sperimentazioni, per cercare di dare voce al mistero dell’esperienza, nella sua irrisolvibile complessità.
Nel suo stand Spot home gallery esporrà una selezione degli ultimi lavori realizzati da Michael Ackerman a Varanasi e a New York, da sempre luoghi privilegiati della sua ricerca, emblemi del caos in cui perdersi, per poi ritrovarsi, attraverso la fotografia.
Per Dimitra Dede sarà presente una selezione di sue opere tratte dalle serie “Mayflies”, “Ápeiron” e “Dragon House”, molte delle quali stampate su una preziosa carta giapponese Taizan, sottile, leggermente trasparente, ma eccezionalmente resistente: un’assonanza con il materno femminile che unisce fragilità e forza, amore e cura, temi centrali della ricerca della Dede.
Biografie
Michael Ackerman
Nato a Tel Aviv nel 1967, Michael Ackerman ha trascorso l’infanzia e la gioventù negli Stati Uniti, dove la sua famiglia è emigrata nel 1974. Ha iniziato a fotografare all’età di 18 anni. Nel 1998 ha ricevuto il prestigioso Infinity Award for Young Photographer dall’International Center of Photography di New York. Nel 1999 la pubblicazione di End Time City edito da Robert Delpire fu uno shock e la rara scoperta di un talento di grande intensità, il suo approccio era nuovo, radicale e unico. Ackerman ci ha dato la sua visione allucinata di Varanasi: un oscuro e tormentato vagabondaggio in una città dove la vita è tanto più intensa quanto più la morte la abita. A questo libro, premiato con il Prix Nadar, è seguita la pubblicazione di Fiction nel 2001 e Half life nel 2010. Nel 2009 ha ricevuto lo SCAM Roger Pic Award per “Departure, Poland”.
Nel 2021, a distanza di vent’anni, pubblica la nuova edizione di End time city, ed. Xavier Barral, con una selezione delle sue fotografie iconiche, arricchita da molte immagini totalmente nuove, realizzate nei suoi più recenti viaggi a Varanasi nel 2018 e 2020.
Tutto il lavoro di Ackerman esplora il tempo e l’atemporalità, la storia personale e la storia dei luoghi, spinto da un’urgenza esistenziale al tempo stesso disperata e luminosa, violenta e tenera. In bianco e nero, con un rischio permanente che lo spinge ad esplorare illuminazioni impossibili, permette alle sue immagini granulose di creare visioni intense ed enigmatiche. Immagini deteriorate e danneggiate, non come scelta stilistica ma come rimando analogico all’esperienza, che non è mai incontaminata. Il suo lavoro è stato esposto in mostre personali e collettive in tutto il mondo e fa parte di molte prestigiose collezioni internazionali. Dal 1997 al 2015 è stato membro di Agence e Galerie VU’, Parigi. Attualmente vive a Berlino.
Dimitra Dede
Dimitra Dede è un’artista visiva greca che vive a Londra e lavora prevalentemente con la fotografia. Ha conseguito una specializzazione in New Media dopo gli studi in fotografia.
La sua pratica artistica coniuga la pittura e l’uso di sostanze chimiche con la fotografia. La creazione delle sue immagini si basa su un processo intuitivo. La sua ricerca esplora la connessione tra spazio e tempo, memoria e disorientamento, perdita e vulnerabilità umana, la vita e l’Assurdo. Le sue opere sono state esposte in gallerie, musei e festival in Europa, Stati Uniti e Asia e fanno parte di collezioni pubbliche tra cui lo Chateau d’Eau di Toulouse. Il suo libro Mayflies è stato selezionato nella shortlist del Premio per il Miglior Libro d’Autore ai Rencontres d’Arles 2020, e del premio Unseen Dummy Award 2018 all’Unseen Festival di Amsterdam. Il suo libro Ápeiron è stato selezionato nella shortlist del Premio per il Miglior Libro d’Autore ai Rencontres d’Arles 2022 e nominato per il Deutsche Börse Foundation Photography Prize 2023.
Spot home gallery
Spot è una galleria dedicata alla fotografia contemporanea e alle sue contaminazioni con altri linguaggi espressivi. Fondata da Cristina Ferraiuolo, ha aperto le sue porte nel febbraio 2021, in uno storico palazzo di via Toledo, a Napoli.
Attraverso mostre personali e collettive, la partecipazione a fiere d’arte internazionali, Spot intende promuovere una fotografia d’autore tesa a sollecitare più interrogativi che risposte e a suggerire nuovi modi di vedere e interpretare il mondo e il tempo che viviamo.
L’interesse è rivolto a fotografi consolidati ed emergenti che si spingono ad esplorare costantemente i limiti del mezzo e i suoi supporti, al confine tra tradizione e sperimentazione.
Spot produce e cura, inoltre, residenze d’artista: autori selezionati sono invitati a trascorrere un periodo di tempo a Napoli per approfondire la propria ricerca e creare un lavoro inedito da esporre, poi, in una mostra personale in galleria.
Comunicato stampa
Pubblicato il 30/01/2023
Itinerarinellarte.it