Tina Modotti. Un grande donna e fotografa in mostra a Palazzo Roverella

La mostra dedicata a Tina Modotti a Palazzo Roverella - Rovigo - è la più importante, per numero di opere presenti, mai allestita. Sono oltre 300 le fotografie, alcune delle quali inedite in Italia, che resteranno esposte fino al 28 gennaio 2024.

Tina Modotti, Donna di Tehuantepec, 1929

L'importanza di una simile raccolta si comprende meglio alla luce di alcune vicende biografiche dell'artista, a partire dal fatto che Tina Modotti si è dedicata alla fotografia per soli 7 anni dal 1923 al 1930, anno in cui fu costretta a lasciare il Messico. La mostra si inaugura quindi proprio nell'anno del centenario della carriera fotografica della protagonista. "Tina Modotti. L'Opera" non vuole però mettere al centro il racconto biografico dell'artista, che per molti anni è stata oggetto di interesse più per la sua vita che per la forza espressiva dei suoi scatti, ma innanzitutto farci scoprire e apprezzare la sua produzione artistica.

La mostra è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, col sostegno del Comune di Rovigo, in collaborazione con l'Accademia dei Concordi, e sostenuta da Intesa San Paolo, nel ruolo di Main Sponsor. Un così ampio allestimento è stato reso possibile grazie ad anni di ricerca da parte dell'associazione culturale Cinemazero, assieme a Gianni Pignat e Piero Colussi, che hanno consentito di ritrovare in ogni lato del pianeta fotografie della Modotti, presso Musei e collezionisti privati, arrivando a catalogarne oltre 500.

Nel percorso espositivo, curato da Riccardo Costantini, si riscopre così la varietà di approcci dell'artista rispetto al soggetto ripreso, dalle nature morte, ai ritratti, alla documentazione sociale, fino alla comunicazione politica. La mostra è anche l'occasione per far conoscere figure poco note in Italia, ma molto importanti nel Messico negli anni '20, intellettuali, artisti, politici, che a Palazzo Roverella sono presentati nella sezione espositiva dedicata alla ritrattistica. Al centro del percorso espositivo troviamo poi un cospicuo numero (più di quaranta) di quelle fotografie che Tina scelse nel 1929 in Messico per l'unica mostra individuale che le fu dedicata in vita, che si componeva di una settantina di scatti.
Muore nel 1942 e bisogna aspettare diversi anni per la prima mostra realizzata su Tina Modotti, una piccola esposizione allestita nel 1973 a Udine, la sua città natale, seguita tre anni dopo dal MoMA di New York.

Durante la conferenza stampa di presentazione della mostra, Riccardo Costantini spiega così il modo di scattare della fotografa: "Tina Modotti varia tanti stili nei suoi pochi anni di fotografia. Il suo è uno stile in evoluzione, che tocca il formalismo iniziale di Weston, suo maestro. Troviamo un leggero fuori fuoco, questa leggera imperfezione, questa difficoltà che abbiamo ogni tanto a trovare il vero centro della fotografia. Tina Modotti ci chiede di partecipare alle sue foto. Il nostro sguardo anche nei confronti dei ritratti vaga nella fotografia e si installa in dialogo con l'opera che stiamo guardando all'interno del nostro io. Una fotografia partecipante: non siamo mai indifferenti di fronte all'opera di Tina Modotti, siamo chiamati a entrare in campo, a sentire i temi che tocca come nostri."

"Tina Modotti. L'Opera", nella sua attenta costruzione, rappresenta non solo la celebrazione di una grande artista del primo '900, a lungo dimenticata nel suo Paese di origine, ma anche la riscoperta di una grande donna, indipendente, emancipata, colta e intelligente. Un punto di vista che ben si inserisce nell'idea di progetto culturale che la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo sviluppa nella sua attività espositiva a Palazzo Roverella, in uno sforzo che ambisce a promuovere un "risveglio" culturale per l'intero territorio del Polesine, con risultati già confermati in termini di indotto economico e di generale coinvolgimento dell'intera comunità. Lungo il percorso espositivo, infatti, i visitatori avranno l'occasione di confrontarsi con la testimonianza di una grande donna e fotografa, di un racconto storico per immagini del Paese, il Messico, che visse la prima grande rivoluzione tra il 1910 e il 1920. Attenta alle condizioni degli ultimi, alle battaglie di riforma ed educazione, le fotografie di Tina Modotti ci raccontano quella società e le condizioni del lavoro, ma anche le donne che in alcune regioni del Messico di allora, a partire da quel Tehuantepec dove Tina realizzò alcuni degli scatti più iconici della sua produzione, erano esempio di una cultura matriarcale, in cui le donne ricoprivano un ruolo chiave, erano indipendenti e sessualmente libere.

La mostra di Rovigo consentirà quindi ai visitatori di scoprire un grande personaggio, che parlò cinque lingue e visse in otto diverse nazioni, insieme ad una storia dai risvolti personali, sociali, politici e umani che merita di essere conosciuta e che finirà certamente per conquistare i più, prima di tutto per la qualità artistica, ma anche per la profondità e l'attualità dei temi toccati dalle sue foto.

Per ulteriori informazioni si rimanda alla scheda della mostra.

Pubblicato il 26/09/2023

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