Dopo aver studiato grafica a Milano, Tommaso si è dedicato a lavorare come illustratore, graphic designer ed animatore video, approcciandosi all'arte realizzando incisioni e chine. Ha iniziato la sua carriera artistica con la sua prima mostra a Scope Basel nel luglio 2018 con Rizomi Gallery, per avere poi modo di esporre anche all'estero, tra Parigi, Rotterdam e New York.
Di fronte alle sue opere, che avevamo incontrato per la prima volta in occasione della mostra "I Santi dell'anno 2064", nella sede di Cellar Contemporary a Trento, e che abbiamo ritrovato di recente in occasione di ArtVerona, non si può non rimanere colpiti dai colori accesi, dai soggetti e le immagini "disturbanti", dalla quantità di elementi grafici e iconografici che si accalcano in una scena fitta, che va letta con attenzione, per coglierne tutte le diverse parti narrative. Si percepisce un'atmosfera legata al sogno, o dovremmo forse dire ad un incubo, ma più che al surrealismo, a ben vedere, è più naturale l'accostamento con l'esperienza dell'Art Brut. E infatti Tommaso ci racconta come da quel mondo arrivino le sue influenze più presenti, da artisti come Giovanni Battista Podestà o Henry Darger, che è il suo artista preferito, oltre che da ricordi di contatti con un'arte più lontana, conosciuta da bambino alla Pinacoteca di Bologna, come con la tavola Paradiso e Inferno del Maestro dell'Avicenna (Maestro bolognese del XV secolo).
L'urgenza creativa di Buldini nasce in effetti dalla psicoanalisi, dal trauma, e dalla sua rimozione, una necessità che deriva dal suo vissuto personale, producendo immagini che sono un mix tra sacro e profano, in cui le parti più disturbanti e violente vengono "alleggerite" dall'utilizzo di colori molto vivaci. Ci rivela che la sua ricerca di visualizzazione lo spinge a continuare a lavorare su un dipinto finché non ha la percezione, che gli deriva più dal subconscio che da una consapevolezza razionale, che tutto quello che doveva essere rappresentato c'è. La piena comprensione del significato dell'opera spesso arriva dopo.
Tommaso Buldini, Realm of Unreal (2024; acrilico su tela, 100 x 80 cm)
Si tratta quindi di un lavoro parallelo a quello fatto con la psicoanalisi, in una concezione dell'arte certo come introspezione individuale, come strumento per esorcizzare i propri demoni interiori, ma anche come condivisione, per esprimere con una voce forte dei messaggi che arrivino a chi devono arrivare. In tal senso la sua produzione artistica è rivolta certamente verso se stesso, ma anche a persone con storie simili alle sue, che nella visione delle sue opere possono riconoscersi e sentirsi parte di una sorta di comunità.
Va detto che l'influenza dell'Art Brut sull'arte e gli artisti di oggi è tema quanto mai attuale. Agli "outsider" dell'arte e allo stesso Giovanni Battista Podestà, ricordiamo che è dedicata in queste settimane un'importante esposizione al Mudec di Milano (Dubuffet e l'Art Brut. L'arte degli outsider). La mostra racconta la straordinaria potenza espressiva dell'Art Brut, la cui definizione e teorizzazione appartiene all'artista e teorico francese Jean Dubuffet, per descrivere un'arte 'grezza', 'pura', 'non filtrata'.... leggi il resto dell'articolo»
Per conoscere meglio Tommaso Buldini e il suo lavoro, è invece possibile fare riferimento a Cellar Contemporary di Trento, presso cui sono disponibili le opere oggetto del nostro video e diverse altre.
Redazione
Pubblicato il 21/10/2024
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