I. Il Cinquecento - destinazione Ferrara
Il nostro viaggio comincia da Ferrara e il suo splendido Palazzo dei Diamanti, che fino al 16 febbraio del prossimo anno ospita la mostra "Il Cinquecento a Ferrara. Mazzolino, Ortolano, Garofalo, Dosso", seconda tappa di un progetto più ampio sul Rinascimento ferrarese. Siamo negli anni del passaggio di consegne da Ercole I d'Este al figlio Alfonso (1505) fino alla morte di quest'ultimo (1534), committente raffinato e di grandi ambizioni, capace di rinnovare gli spazi privati della corte come quelli pubblici della città. I quattro protagonisti di questa esposizione sono dichiarati nel titolo: se Garofalo e Dosso sono noti e già protagonisti di diversi progetti espositivi, Mazzolino e Ortolano debuttano in un palcoscenico così importante, e potranno essere conosciuti meglio dal grande pubblico, che le mostre del Palazzo di Diamanti non mancano mai di richiamare. L'estro bizzarro di Ludovico Mazzolino (c. 1480 – c. 1528) si confronta col più sobrio naturalismo di Giovan Battista Benvenuti detto Ortolano (c. 1480/85 – c. 1530). Le loro opere si affiancano a quelle di Benvenuto Tisi detto Garofalo (1481 – 1559) e di Giovanni Luteri detto Dosso (c. 1486 – 1542), uno degli artisti di punta della corte di Ferrara sotto i governi di Alfonso I e di Ercole II, ma il percorso espositivo si completa con opere di diversi altri autori, come Domenico Panetti, Boccaccio Boccaccino, Lazzaro Grimaldi, Niccolò Pisano, il Maestro dei Dodici Apostoli. Grazie al contributo di questi maestri, presenti assieme ad altri (Fra' Bartolomeo, Romanino, Amico Aspertini, Albrecht Dürer), la mostra, che ha una naturale estensione nelle sale della Pinacoteca Nazionale al piano nobile di Palazzo dei Diamanti, accompagnerà il visitatore attraverso una stagione incredibilmente ricca, dove l'antico e il moderno, il sacro e il profano, la storia e la fiaba si fondono in un mondo figurativo che ha trovato a Ferrara la sua unicità. Scopri di più.
II. Il Seicento - destinazione Cento
Il Guercino, San Giovanni Battista (dettaglio)
Restiamo nel ferrarese, a poco più di mezz'ora di auto dal capoluogo, per incontrare alcuni capolavori del Guercino, e della sua scuola, fino a oggi nascosti all'occhio del pubblico, negli spazi della chiesa di San Lorenzo a Cento (Fe). Fino al 31 dicembre 2025 sono esposti venti grandi quadri provenienti da chiese e palazzi chiusi per restauro, nell'ambito di un progetto di valorizzazione del maestro del Barocco in Emilia-Romagna.
La mostra "Guercino, un nuovo sguardo. Opere provenienti da Forlì e da altri luoghi nascosti" nella città natale di Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino (Cento, 2 febbraio 1591 – Bologna, 22 dicembre 1666), riporta a disposizione del pubblico venti grandi opere, la maggior parte inedite pale d'altare, a firma di Guercino e dei suoi allievi, che fino ad oggi erano custodite in sedi non visitabili. Un percorso tra i capolavori del Guercino e della sua scuola provenienti da vari luoghi chiusi: chiese ancora inagibili a causa del sisma del 2012 e musei in corso di ristrutturazione. Tra queste l'"Annunciazione" (1648) e "San Giovanni Battista" (1653-1655), a cui si affiancano la bellissima "Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caterina" del nipote di Guercino Benedetto Gennari e la pala con i "Santi Anna e Gioacchino inginocchiati di fronte all'Eterno" di Cristoforo Serra. Per gli amanti della pittura Barocca e in particolare di quella dell'area emiliana, una bella occasione per vedere dal vivo e raccolte in un'unico luogo opere così significative e rimaste a lungo non accessibili. Continua a leggere.
III. Il Settecento - destinazione Vicenza
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Francesco Bertos, Centauressa in lotta con i lapiti (Marmo)
Sculture sorprendenti per la maestria tecnica che dimostrano, ma anche dipinti della stessa epoca, e la riscoperta di un artista poco noto, Francesco Bertos, sono gli ingredienti dell'ultima mostra allestita nella sede vicentina delle Gallerie d'Italia di Intesa Sanpaolo, per celebrare il venticinquesimo dall'apertura della sua prima sede, proprio a Vicenza, nelle splendide sale di Palazzo Leoni Montanari.
Prima di un'evoluzione del gusto verso il Neoclassicismo, di cui sarà massimo interprete, in scultura, Antonio Canova, il virtuosismo tecnico e la complessità delle composizioni sono la cifra stilistica più ricercata nella prima metà del Settecento, e a Vicenza si potrà ammirare un vero capolavoro nell'ambito della scultura, ma anche comprendere meglio il contesto storico e la committenza in cui tali opere nascevano. Tanto apparve allora sorprendente il risultato ottenuto da un unico blocco di marmo bianco di Carrara, che provocò anche l'esame dell'Inquisizione sul lavoro di Bertos "parendo impossibile che la mano umana possi arrivar a tanto" (Inventario Generale della Galleria di S.E. Maresciallo Co: di Schulenburg, 30 giugno 1741).
"La caduta degli angeli ribelli" (databile tra il 1725 e il 1735) è certamente il pezzo forte della mostra, ma non è il solo. Oltre 40 opere, tra sculture e dipinti, provenienti da importanti musei nazionali e internazionali, completano il percorso espositivo che si integra con quanto le sale del piano nobile di Palazzo Leoni Montanari già possono offrire in modo permanente, e che è già sufficiente per meritare una visita. Scopri di più sulla mostra.
IV. Tra Otto e Novecento: i Ritratti - destinazione Abano terme
Cesare Tallone, Ritratto di Lina Cavalieri, 1905 circa, Olio su tela, Milano, Archivio Galleria Campari (dettaglio)
Facciamo un passo in avanti, in un mondo ancora pervaso dalla ricerca della bellezza, ma che si avvicina alla modernità, e che viene investito dal grande spirito liberatorio della Belle Époque. Nel nord Italia e in particolare in Lombardia la pittura cerca una nuova cifra stilistica sotto la spinta del Naturalismo, anche quando si applica ad uno dei suoi generi più classici, come il ritratto. Il Museo Villa Bassi Rathgeb di Abano Terme dedica la mostra della stagione autunnale, fino al prossimo gennaio, ad una figura di spicco del Naturalismo Lombardo, capace di creare opere d'arte di straordinaria bellezza, ma anche di ispirare come insegnante di pittura molti artisti più giovani, tra cui diverse donne. La donna quindi diventa protagonista a tutto tondo della mostra "Donna, Musa, Artista - Ritratti di Cesare Tallone tra Otto e Novecento", che non si limita a mostrarla come soggetto di ritratti dell'epoca, ma ci porta a conoscenza di alcune figure femminili che hanno tenacemente percorso in prima persona una propria strada nell'arte, nella cultura, e nell'impegno civile.
Si tratta quindi di un'occasione preziosa per conoscere più da vicino Cesare Tallone, artista che forse è debitore di notorietà rispetto ad altri grandi ritrattisti dell'epoca (a partire da Giovanni Boldini, di cui è esposta un'opera anche qui), ma anche per comprendere meglio un passaggio culturale e sociale cruciale tra i due secoli, in particolare per i diritti delle donne, nel contesto dell'istruzione come sui luoghi di lavoro, e per conoscere delle storie che con la loro testimonianza possono ispirare anche le nuove generazioni. Per saperne di più continua a leggere.
V: Tra Otto e Novecento: l'espressionismo di Munch - destinazione Milano
Edvard Munch The Girls on the Bridge 1927 Oil on canvas, 100,5x90 cm Foto Halvor Bjørngård ©Munchmusee
Negli stessi anni in cui la strada verso la modernità continuava in un solco di pittura figurativa tradizionale, interessata a rappresentare comunque la realtà, alcuni artisti, tra cui Van Gogh e Munch, aprivano la strada ad un nuovo approccio alla pittura che sarebbe maturato nei primi decenni del Novecento nell'avanguardia che passa sotto il nome di Espressionismo. Dopo le grandi mostre dedicate a Van Gogh a Roma e a Trieste, è la volta dell'autore del celebre dipinto intitolato L'Urlo, Edvard Munch (Norvegia, 1863 -1944), che a Palazzo Reale, a Milano, viene celebrato, nell'Ottantesimo dalla sua morte, con una grande retrospettiva. "Munch. Il grido interiore" può vantare ben 100 opere prestate eccezionalmente dal Munch Museum di Oslo, tra cui una delle versioni litografiche custodite a Oslo de L'Urlo (1895), ma anche La morte di Marat (1907), Notte stellata (1922–19249), Le ragazze sul ponte (1927), Malinconia (1900–1901) e Danza sulla spiaggia (1904).
I suoi volti senza sguardo, i paesaggi stralunati, l'uso potente del colore, trasformano le sue opere in mezzi espressivi per "urlare" dei messaggi universali, come il malessere esistenziale che affligge ogni essere umano, che non appartengono solo al suo tempo, ma che restano sempre presenti e per questo rinnovano la loro attualità. Come Van Gogh, anche Munch è così divenuto uno degli artisti più iconici del Novecento, segnato fin da bambino da tragiche esperienze biografiche. Biografia che è necessario conoscere per comprendere l'origine della sua arte, con la perdita della madre e della sorella, malate di tubercolosi, col soggiorno Parigi dove subì le influenze impressioniste e postimpressioniste, per giungere a Berlino dove contribuì alla formazione della Secessione Berlinese e dove nel 1892 si tenne la sua prima personale, che fu reputata scandalosa, e che lo segnò come artista eversivo e maledetto. Continua a leggere.
VI. Il Novecento delle avanguardie: Matisse, Picasso e la grande grafica - destinazione Padova
Édouard Vuillard - Madame Hessel e Lulu nella sala da pranzo, rue de Naples 1936. Gouache su carta foderata di cartone, 94 x 119 cm. Lascito di Édouard Vuillard, tramite i coniugi K.X. Roussel, cognato e sorella dell'artista, 1941 - Parigi, Musée d'Orsay, in deposito al Musée de Grenoble / AM 2378 - foto VILLE DE GRENOBLE / MUSÉE DE GRENOBLE-J.L. LACROIX
Parlando di avanguardie e innovazione verso nuove idee d'arte e di pittura, è inevitabile dare massimo risalto a figure come Matisse e Picasso, protagonisti tra i Fauves, il primo, e col Cubismo, il secondo. A Picasso sono dedicate due mostre, appartenenti ad un progetto unitario, che approfondiremo in seguito. Matisse, insieme ai pittori della luce del Mediterraneo, è protagonista anche a Mestre, con la mostra "Matisse e la luce del Mediterraneo", ma qui vogliamo ricordare un'esposizione che li mette insieme, con un focus specifico sul disegno e l'arte grafica. Si tratta della nuova mostra di Palazzo Zabarella a Padova, "Matisse, Picasso, Modigliani, Miró. Capolavori del disegno dal Musée de Grenoble", dove viene esposta la raccolta di arte grafica del Museo di Grenoble, la seconda più grande di Francia con quella del Musée National d'Art Moderne - Centre Pompidou. Dei due protagonisti principali, insieme a Modigliani e Mirò, viene esposto un corposo nucleo di opere: per Matisse troviamo una straordinaria versione del tema prediletto de La danza del 1910, oltre alle splendide litografie realizzate con la tecnica del decoupage, e destinate a diventare delle vere e proprie icone del Novecento, come la famosa serie Jazz del 1947. Di Picasso, che qui è rappresentato nelle sue diverse stagioni, dagli esordi all'inizio del secolo alle composizioni cubiste, ispirate dalla regola di Cézanne, troviamo il magnifico Ritratto di Olga del 1921, uno dei fogli più grandi in mostra, insieme alle nature morte cubiste di Juan Gris e la sorprendente Guglia di Notre-Dame di Robert Delaunay, e soprattutto una fitta sequenza di invenzioni cubo-futuriste di Fernand Léger. Sfuggendo alla tentazione di considerare il disegno e la grafica una forma d'arte inferiore alla pittura, la mostra padovana è certamente degna di grande attenzione. Scopri di più.
VII. Picasso, Straniero e Poeta - destinazione Mantova e Milano
Installation view Picasso a Palazzo Te. Poesia e Salvezza © Succession Picasso by SIAE 2024 - Foto Gian Maria Pontiroli
Picasso è anche l'assoluto protagonista di due mostre, concepite come progetto unitario dedicato alla figura di Picasso straniero in terra francese. La prima parte si è inaugurata a Palazzo Te, a Mantova, ad inizio settembre, sotto il titolo di "Picasso a Palazzo Te. Poesia e Salvezza", seguita a stretto giro dalla mostra allestita a Palazzo Reale a Milano, "Picasso lo straniero". Un numero più contenuto di opere, se parliamo di opere pittoriche e grafiche, è esposto a Mantova, dove però la mostra è impreziosita dalla contestualizzazione con la splendida architettura di Palazzo Te e con gli affreschi di Giulio Romano, in un dialogo sul tema della Metamorfosi, e dalla presenza di dipinti mai esposti prima. Un'ottantina sono invece le opere presentate a Milano, tra dipinti, sculture, disegni, stampe, fotografie e documenti d'archivio dal Musée national Picasso-Paris e dal Musée National de l'Histoire de l'Immigration di Parigi.
Il progetto, nato su idea di Annie Cohen-Solal, vuole portare alla luce un Picasso inedito, nel suo stato di eterno straniero, ma anche nella sua attività dedicata alla poesia in un momento in cui il suo rapporto con la pittura entrò i crisi, e nel suo incarnare perfettamente la tensione ad un continuo cambiamento, alla Metamorfosi appunto.
VIII. Verso il Surrealismo. La Metafisica di de Chirico - destinazione Torino
Giorgio de Chirico, L'aragosta (Natura morta con aragosta e calco), 1922 Olio su tela, 77x99 cm Farsettiarte, Prato, ©Giorgio de Chirico by SIAE 2024
In occasione del centenario del Surrealismo (1924-2024), segnato, nell'ottobre del 1924, dalla pubblicazione del Manifeste du surréalisme del critico francese André Breton, la Fondazione Accorsi-Ometto dedica una mostra a Giorgio de Chirico, ritenuto dallo stesso Breton precursore del Surrealismo. La mostra è visitabile dall'8 novembre 2024 al 2 marzo 2025. Prendendo in esame uno specifico arco temporale che va dal 1921 al 1928, la mostra, curata da Victoria Noel-Johnson, è la prima esposizione a porre l'attenzione sugli eventi intorno al 1924, anno cruciale per la fondazione del movimento francese, per cui il pittore italiano assunse un ruolo fondamentale.
Sono oltre 70 le opere in mostra tra cui una cinquantina di dipinti e opere su carta di Giorgio de Chirico, affiancate a una ventina di ritratti degli artisti, poeti e scrittori surrealisti, fotografati da Man Ray e Lee Miller, tutte provenienti da collezioni private o da importanti musei ed istituzioni. Scopri di più.
IX. Verso il Surrealismo. L'arte fantastica di Alberto Martini - destinazione Oderzo (Treviso)
Autoritratto – Biglietto da visita, Oderzo, Fondazione Oderzo Cultura
Un altro precursore italiano del Surrealismo è Alberto Martini, artista forse non così noto al grande pubblico, ma che, anche grazie alla celebrazione dei 70 anni dalla morte, negli ultimi mesi sta ritrovando una meritata ribalta. La mostra "Le Storie Straordinarie: Alberto Martini ed Edgar Allan Poe", allestita negli spazi di Palazzo Foscolo di Oderzo, è uno dei due progetti espositivi attualmente in corso, che si affianca a "Alberto Martini. La Danza Macabra" ospitata invece al Castello Sforzesco di Milano.
Oderzo è la città natale di Alberto Giacomo Spiridione Martini (Oderzo, 24 novembre 1876 – Milano, 8 novembre 1954), e qui si trova la Pinacoteca a lui dedicata e che conserva il più grande patrimonio di opere e materiali documentari dell'artista. Grazie alla Fondazione Oderzo Cultura è stato promosso un programma di celebrazioni che hanno coinvolto tanti altri centri e istituzioni italiani ed esteri, culminato proprio nelle due mostre qui ricordate. La mostra di Palazzo Foscolo presenta 120 opere, tra cui tanti prestiti – disegni, incisioni, olii, pastelli – e lavori inediti e importanti opere da collezioni private o dalle raccolte degli eredi mai esposte prima. Tra queste le illustrazioni dei racconti straordinari, con un approfondimento anche degli esordi dell'artista autodidatta e della maturazione di atmosfere e temi che lo renderanno sensibile e visionario interprete di Poe. Scopri di più.
X. Il Surrealismo in Italia - destinazione Mamiano di Traversetolo (Parma)
Leonor Fini, Femme assise sur un homme nu, 1942, olio su tela © Leonor Fini, by SIAE 2024
Nel centenario dalla pubblicazione del Manifeste du surréalisme, fino al 15 dicembre 2024, anche la Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo dedica una mostra al Surrealismo attraverso oltre 150 opere di Dalí, Magritte, Ernst, Miró, Duchamp, Man Ray, Tanguy, de Chirico, Leonor Fini e altri protagonisti di questa corrente immaginifica. La mostra "Il Surrealismo e l'Italia" testimonia la vastità di mezzi e linguaggi del Surrealismo e ne esplora l'impatto e l'evoluzione nel nostro Paese, offrendo una prospettiva inedita su un movimento che ha lasciato un segno indelebile nell'immaginario artistico contemporaneo.
Il percorso espositivo si sviluppa in due grandi capitoli, suddivisi in sezioni tematiche.
Il primo intende presentare il Surrealismo internazionale e il suo arrivo in Italia, il secondo individua i protagonisti della scena surrealista italiana, già a partire dagli anni Trenta, al fine di esaminarne le tangenze col gruppo francese, ma soprattutto di metterne in luce l'indipendenza e l'originalità. Continua a leggere.
XI. L'Art Brut nel Novecento - destinazione Milano
Dubuffet, Art Brut, Mudec, ph. Carlotta Coppo
Con Edvard Munch abbiamo fatto riferimento ad un'arte che si fa espressione di un "grido interiore", che va letta anche in relazione agli studi sulla psicanalisi e sull'inconscio di Sigmund Freud. Estremizzando il concetto di espressione impulsiva si può arrivare all'arte completamente 'grezza', 'pura', 'non filtrata', che fu l'oggetto dell'interesse dell'artista e teorico francese Jean Dubuffet. Per Dubuffet ogni uomo comune è un artista in nuce. E aggiunge: "Siamo di fronte ad un'operazione artistica pura, cruda, reinventata in tutte le sue fasi dal suo autore, basandosi esclusivamente sui propri impulsi." Il Mudec di Milano dedica a lui, e agli altri protagonisti di quell'arte che Dubuffet definì Art Brut, la mostra "Dubuffet e l'Art Brut. L'arte degli outsider".
Si tratta di un viaggio affascinante nel mondo spesso forte, estremo, di ogni autore, collegando il fil rouge della vita all'opera. Troviamo le composizioni delle figure più importanti e storiche dell'Art Brut, come Aloïse Corbaz, internata in un ospedale psichiatrico, che inizia a disegnare e a scrivere segretamente, utilizzando materiali insoliti come petali di fiori e foglie schiacciate. O ancora Adolf Wölfli, colorista geniale e autore di un'opera colossale, con 25.000 pagine di composizioni grafiche a pastello, collage, creazioni letterarie e partiture musicali. Continua a leggere.
XII. Il Secondo Novecento e la Grande Arte Italiana - destinazione Torino
Pascali Pino. Primo piano labbra, 1964. Tela smaltata tensionata su struttura lignea con camere d'aria, 165x165x30 cm
Pino Pascali, prematuramente scomparso nel 1968, avrebbe compiuto 99 anni il 19 ottobre. E' tra i protagonisti di una mostra, che ha inaugurato nello stesso giorno del 19 ottobre a Torino, nelle Sale Chiablese dei Musei Reali, dedicata ai capolavori dei più importanti artisti italiani del secondo dopoguerra.
"1950-1970. La Grande Arte Italiana", suddivisa in dodici sale, espone una serie di Capolavori dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, per la prima volta fuori dal museo di appartenenza. Curata dalla Direttrice della GNAM Renata Cristina Mazzantini e da Luca Massimo Barbero, la mostra valorizza i 21 artisti più rappresentativi che hanno animato una stagione senza precedenti nel panorama dell'arte moderna italiana. Come sottolinea Luca Massimo Barbero "Per l'arte italiana si tratta dei protagonisti germinali, oggi identificati come gli interpreti internazionali dell'allora contemporaneità."
La mostra si apre con due lavori simbolici, uno di Ettore Colla Rilievo con bulloni del '58/'59 e l'altro proprio di Pino Pascali L'arco di Ulisse del '68. Si prosegue con grandi nomi, divenuti noti anche a livello internazionale, come i Capogrossi, Lucio Fontana, Alberto Burri, Mimmo Rotella, Afro, Piero Dorazio, Piero Manzoni, fino a Mario Schifano, e maestri legati anche alla nostra Contemporaneità, come Michelangelo Pistoletto ed Emilio Isgrò. Per saperne di più continua a leggere.
XIII. L'Arte Povera di Mario Merz - destinazione Verona
Mario Merz | La natura è l'equilibrio della spirale, 1976, tecnica mista su tela, cm 228 x 541 - Collezione Merz, Torino. Foto © Renato Ghiazza, Torino - Copyright © MARIO MERZ, by SIAE 2024
L'Arte Povera è indubbiamente, dopo il Futurismo, il movimento artistico nato in Italia che ha maggiormente catturato l'attenzione e influenzato il panorama artistico a livello internazionale. Uno dei suoi massimi esponenti, tra i più cercati e rappresentati nei musei di tutto il mondo, è certamente Mario Merz. Chi non ha la fortuna di poter visitare la mostra dedicata all'Arte Povera a Parigi, alla Bourse de Commerce dal 9 ottobre 2024 al 20 gennaio 2025, può dirigersi a Verona, dove, in occasione dell'edizione 2024 di ArtVerona, è stato inaugurato il nuovo progetto espositivo alla Galleria d'Arte Moderna Achille Forti, ad opera di Patrizia Nuzzo e Stefano Raimondi, con l'esposizione "Mario Merz. Il numero è un animale vivente". Con questa nuova proposta la GAM offre un'occasione unica per ammirare i lavori iconici di Mario Merz in un allestimento inedito che non si limita a dialogare con l'ambiente, ma fa di esso uno spazio immaginifico, dal quale ogni forma si espande e prolifera come parte di un misterioso processo in perpetua trasformazione. Scopri di più.
XIV. L'Opt Art di Marina Apollonio - destinazione Venezia
Quale modo migliore per terminare l'excursus sulle nuove frontiere dell'arte del secondo Novecento, se non facendo riferimento ad un movimento artistico la cui influenza è uscita dal contesto prettamente artistico, per ispirare anche il costume e il mondo del design negli anni '60 e '70. Ci riferiamo all'Optical Art, o Opt art, o ancora Arte cinetica. L'occasione ci viene offerta dalla più ampia retrospettiva mai realizzata in ambito museale in Italia dedicata a Marina Apollonio, tra le maggiori esponenti dell'Arte ottica e cinetica internazionale, sostenuta e collezionata da Peggy Guggenheim. E sono proprio gli spazi della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia ad ospitare la mostra "Marina Apollonio. Oltre il cerchio". Venezia è la città dove la Apollonio si trasferisce da bambina e compie i primi passi d'artista, e dove nel 1968, dopo aver visitato la personale di Apollonio alla galleria Barozzi di Venezia, Guggenheim le commissiona l'opera Rilievo n. 505 tutt'oggi parte della collezione. La mostra dialoga idealmente con gli spazi di Palazzo Venier dei Leoni, dove una sala è dedicata esclusivamente ai lavori dei maggiori rappresentanti dell'Arte ottica e cinetica che Guggenheim collezionò ed espose nel corso degli anni '60, tra cui Alberto Biasi, Martha Boto, Franco Costalonga, Heinz Mack, Manfredo Massironi, Francisco Sobrino, Victor Vasarely, insieme naturalmente ad Apollonio, tutti esposti, per l'occasione, in questa sala che diventa omaggio al movimento cinetico. Scopri di più.
XV. I Ritratti dal Settecento al Contemporaneo - destinazione Macerata
Musei Civici Palazzo Buonaccorsi mostra Vis-à-vis. Ritratti moderni e contemporanei, Collezione Arte Moderna (piano 2): Carlo Magini, Ritratto di Maria Lauri Fittili (1780 ca.); Marco Cingolani, Conferenza stampa (1991)
Terminiamo il nostro viaggio tra antico e contemporaneo con una mostra che mette insieme passato e presente, producendo un originale confronto tra alcuni ritratti del Settecento con le opere, non solo pittoriche, di un nutrito numero di artisti contemporanei. La mostra "Vis-à-vis. Ritratti moderni e contemporanei" è allestita da alcuni mesi, e proseguirà fino al prossimo gennaio, nelle sale dei Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi a Macerata, ed espone oltre 70 opere che accostano maestri del passato e artisti del presente, italiani e internazionali. In mostra dialogano opere di autori settecenteschi - Pier Leone Ghezzi, Sebastiano Ceccarini, Carlo Magini -, artisti contemporanei - Evgeny Antufiev, Eduardo Arroyo, Matthew Attard, Luigi Bartolini, Joseph Beuys, Marco Cingolani, Michelangelo Consani, Fabrizio Cotognini, Enzo Cucchi, Thomas De Falco, Antony Gormley, Maggi Hambling, Diango Hernández, Leiko Ikemura, Jiří Kolář, Carlo Maratta, Mark Manders, Annette Messager, Fulvio Morella, Roman Opalka, Laura Paoletti, Vettor Pisani, David Reimondo, Klaus Rinke, Kiki Smith -, insieme alle prestigiose collezioni del museo, in particolare autori del '900 fra cui Nanda Vigo, Osvaldo Licini, Aligi Sassu, attraverso un percorso espositivo che si snoda lungo tutti i piani e le affascinanti sale del Palazzo. Scopri di più.
Redazione
Pubblicato il 23/10/2024
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