"Women Power" e emancipazione femminile sono il punto di partenza di questo numero della nostra Settimana, la rubrica in cui selezioniamo 5 eventi artistici legati all'attualità degli ultimi sette giorni. Partiamo dalla Belle Époque, il periodo a cavallo tra Otto e Novecento che coincide con un trentennio di pace in Europa fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, che rappresenta anche un momento di grande emancipazione femminile. Nell'ultimo anno abbiamo già presentato diverse interessanti mostre dedicate alla ritrattistica femminile di questo periodo, con un particolare focus sull'Italia. Oggi presentiamo invece una doppia esposizione, inaugurata alla fine della scorsa settimana a Palazzo dei Diamanti a Ferrara, i cui protagonisti sono legati alla Parigi di fine Ottocento e inizio Novecento, Alphonse Mucha e Giovanni Boldini.
Proseguiamo quindi con la già citata mostra fotografica "Women Power", per poi spostarci a Firenze con l'artista britannica Tracey Emin, e terminiamo due artiste veneziane Elisabetta Di Maggio (milanese di nascita) e Teodolinda Caorlin, che ci conducono nella loro ricerca creativa ispirata da tecniche antiche, come il mosaico e la fiber art.
1. Alphonse Mucha e Giovanni Boldini a Palazzo dei Diamanti
A Ferrara, da sabato 22 marzo, ha aperto al pubblico un'importante mostra monografica su Alphonse Mucha, uno dei padri dell'Art Nouveau, a cui si aggiunge una mostra-dossier su Giovanni Boldini, dedicata al tema del ritratto femminile.
La retrospettiva dedicata a Mucha vuole presentare l'artista originario della Moravia sotto molteplici aspetti, non solo quello della sua produzione più nota, legata ai manifesti pubblicitari. Mucha fu straordinariamente poliedrico e versatile: oltre che illustratore, grafico e pittore, fu anche fotografo, scenografo, progettista d'interni, creatore di gioielli, packaging designer. Fu anche un brillante insegnante, un filosofo e un pensatore politico: era convinto che la bellezza e la forza ispiratrice dell'arte potessero favorire il progresso dell'umanità e la pace.
Dall'altra parte, con Giovanni Boldini si mette al centro il tema del ritratto femminile, cui il pittore ferrarese si dedicò in maniera quasi esclusiva, e con straordinario successo, nella Parigi fin de siècle. Ricercatissimo da una facoltosa clientela internazionale, Boldini fu capace di restituire, come pochi altri, la viva concretezza, il carattere e lo status dei suoi modelli, che consegnò alla storia come icone di un'epoca. In mostra anche due straordinari ritratti di Boldini: il bronzo realizzato da Vincenzo Gemito e il famoso Autoritratto a sessantanove anni. Scopri di più.
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2. Women Power. L'universo femminile nelle fotografie dell'Agenzia Magnum
For the past 12 days, women and supportive men have been protesting the introduction of a more restrictive abortion law, Warsaw, Poland, 02 November 2020. © Rafal Milach/Magnum Photos
Sabato 22 marzo ha aperto al pubblico, presso il Museo Villa Bassi Rathgeb di Abano Terme, anche la mostra WOMEN POWER. L'universo femminile nelle fotografie dell'Agenzia Magnum dal dopoguerra a oggi, mostra fotografica a cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi, che esplora, attraverso immagini iconiche dell'agenzia MAGNUM Photos, il ruolo della donna dal secondo dopoguerra a oggi, mettendo in luce la forza e la complessità del cammino femminile verso l'emancipazione e le trasformazioni sociali che hanno segnato la condizione delle donne negli ultimi settant'anni.
Le fotografie esposte sono state realizzate da alcune delle più importanti autrici di Magnum Photos, tra cui Inge Morath, Eve Arnold, Olivia Arthur, Myriam Boulos, Bieke Depoorter, Nanna Heitmann, Susan Meiselas, Lúa Ribeira, Alessandra Sanguinetti, Marilyn Silverstone e Newsha Tavakolian. Autrici di fama internazionale accanto a giovani fotografe contemporanee, con reportage realizzati in contesti molto diversi da un punto di vista storico e geografico, che spaziano dai ritratti di Marilyn Monroe a quelli delle combattenti delle FARC in Colombia. Scopri di più.
3. Tracey Emin a Palazzo Strozzi
Tracey Emin, Sex and Solitude, Palazzo Strozzi, Firenze, 2025. Photo Ela Bialkowska, OKNO Studio © Tracey Emin. All rights reserved, DACS 2025
Tracey Emin (nata nel 1963 a Croydon, Londra) è una delle artiste britanniche più influenti della sua generazione, legata al movimento Young British Artists emerso negli anni '90. La sua opera, spesso autobiografica e provocatoria, spazia tra diversi mezzi espressivi, tra cui installazioni, pittura, scultura, neon, disegno e video. Emin ha reso il proprio vissuto il centro della sua arte, raccontando apertamente episodi di dolore, amore, perdita e sessualità.
Tra le sue opere più iconiche, "My Bed" (1998), una installazione che presenta il suo letto disordinato con oggetti personali (bottiglie vuote, preservativi, sigarette), evocando vulnerabilità e intimità. Ha anche sviluppato un linguaggio espressivo basato su scritte al neon, che riproducono frasi personali e poetiche con un forte impatto emotivo, come "I Want My Time With You" (2018). Ha spesso usato il proprio corpo nei suoi lavori, sia attraverso fotografia, disegno e performance, esplorando la condizione della donna, la sessualità e il dolore. Esempio significativo ne è l'opera "Everyone I Have Ever Slept With 1963–1995" (1995), una tenda ricamata con i nomi di tutte le persone con cui aveva condiviso il letto, non solo in senso sessuale.
Curata da Arturo Galansino, l'esposizione di Palazzo Strozzi nella scelta del titolo fa riferimento a due parole chiave, sesso e solitudine, che permeano le oltre 60 opere di un percorso che attraversa diversi momenti della carriera di Tracey Emin, dagli anni Novanta a oggi, in un intenso viaggio sui temi del corpo e del desiderio, dell'amore e del sacrificio. Molte delle opere sono presentate in Italia per la prima volta, assieme a nuove produzioni, in diversi media, realizzate in occasione dell'esposizione. Scopri di più.
4. Teodolinda Caorlin. La rivincita di Aracne
Opera di Teodolinda Caorlin a Palazzo Bricherasio
E' la seconda volta che selezioniamo quest'artista per la nostra proposta settimanale dedicata all'attualità dell'Arte in Italia, affascinati dalla sua singolare tecnica di fiber art. Teodolinda Caorlin è protagonista a Palazzo Bricherasio, sede di Banca Patrimoni Sella & C. a Torino, con la mostra mostra La rivincita di Aracne, titolo che riprende la storia in cui Minerva, la dea tutelare di quest'arte, sfida Aracne a una gara di tessitura. Le rivali devono tessere due arazzi, ispirati da principî etici ed estetici opposti (senso della gerarchia, dell'ordine classico, del decoro nell'arazzo di Minerva; anticonformismo, denuncia del prepotere degli dei, fluidità ellenistica delle forme in quello di Aracne). La stessa Minerva è costretta ad ammettere l'eccellenza dell'opera della rivale che dal confronto non esce quindi sconfitta, ma ciò nonostante (o proprio per questo) la dea beffardamente la punisce con una metamorfosi in ragno, condannandola così a tessere per sempre, in perenne ricordo della sua sconfitta. Aracne entra così nella tradizione letteraria come emblema dell'arte raffinata della tessitura e lo resterà ben oltre i confini dell'antichità. Scopri di più.
5. Elisabetta Di Maggio. Punto improprio
Elisabetta Di Maggio in mostra alla Galleria Christian Stein di Milano
Elisabetta Di Maggio, artista milanese del 1964 - oggi vive e lavora a Venezia, porta avanti una riflessione metaforica sull'esistenza, un'indagine sulla nostra condizione di frammenti all'interno di un sistema più vasto, esplorando la relazione tra microcosmo e macrocosmo, evidenziando le connessioni invisibili che legano l'uomo all'universo. Il suo lavoro recente si distingue per l'uso di materiali delicati e tecniche meticolose che richiedono tempo e pazienza, riflettendo sulla natura effimera dell'esistenza.
In questa sua seconda mostra personale alla Galleria Stein, inaugurata il 20 marzo, Elisabetta Di Maggio disegna il suo paesaggio ispirato al mondo naturale che, pur attingendo alla realtà organica, lei trasforma in trame o ipotesi di strutture di microrganismi o agglomerati frattali. I suoi nuovi lavori sono frutto di una lunga opera di intaglio e di precisione, che hanno preso vita nei mosaici in vetro o nel micromosaico di cera. Materiali fragili e luminosi che lei ricompone in una nuova geografia visiva. "Una natura interamente ricreata e fatta a mano e fatta di tempo, manipolazioni di immagini e saperi già esistenti che elaborati e trasformati creano un mondo proprio e diverso – da opporre oggi sempre di più ai paesaggi della natura ricreata artificialmente". Scopri di più.
Redazione
Pubblicato il 25/03/2025
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