Mario Giacomelli

Mario Giacomelli (Senigallia 1925-2000)
Uno dei maggiori maestri della fotografia italiana. Nato da una famiglia di origini contadine, buona parte della sua opera sarà connessa all’amore per la natura e per la sua terra, le Marche.
Il periodo storico e le vicissitudini familiari lo costrinsero ad abbandonare gli studi, ma dopo essersi dotato di una professione come tipografo, l’incontro con alcune figure cruciali della cultura fotografica italiana - come Giuseppe Cavalli, Paolo Monti e Luigi Crocenzi - gli permisero di completare la sua formazione culturale e di approdare ad uno stile estremamente originale.
Famosissime le fotografie scattate nell’ospizio di Senigallia (Verrà la morte e avrà i tuoi occhi), nel paese abruzzese di Scanno (Scanno), all’interno del seminario vescovile di Senigallia (Io non ho mani che mi accarezzino il volto).
Accanto al costante interesse per il paesaggio, a partire dagli anni ’60 Giacomelli intensificò quello per la poesia. Ne testimoniano le serie ispirate a componimenti di Giacomo Leopardi, Eugenio Montale, Edgar Lee Masters, Emily Dickinson, Franco Costabile, Vincenzo Cardarelli, Mario Luzi, Sergio Corazzini e la collaborazione con Francesco Permunian.
Nell’ultimo periodo della sua attività l’approccio al racconto per immagini si fece sempre più onirico e metaforico. Le sequenze degli anni ’90 sono una sorta di "teatro dell’anima" in cui emergono istanze e urgenze legate al paradosso esistenziale e alla meditazione sul suo possibile significato.

Ultimo aggiornamento: 28/10/2021

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