Il dibattito su cosa sia definibile come arte contemporanea è sempre acceso. In questa breve rassegna sposiamo l'interpretazione per cui essa abbraccia certamente anche gli anni '60 ed è riferibile agli artisti che in quel decennio ebbero il loro periodo di massima e più originale creatività, e che per ciò che seppero creare in quello straordinario decennio sono già entrati di diritto nei libri di storia dell'arte o, come si suole dire, sono considerati artisti storicizzati. Pop Art e Arte Povera sono stati i due movimenti artisticamente più significativi di quel decennio in Italia ed in questo momento alcuni degli artisti di punta che ne fecero parte sono protagonisti di mostre di assoluto interesse.
1. Pino Pascali alla Fondazione Prada
Pino Pascali muore tragicamente nel 1968 in un incidente in moto ad appena trentadue anni, ma in pochi anni è riuscito a lasciare un segno indelebile nella storia dell'arte contemporanea. Partito dalla Puglia per giungere a Roma per frequentare l'Accademia di Belle Arti, risale alla sua tesi la realizzazione di una una serie di sculture in gesso ispirate al mondo marino. All'inizio degli anni '60 comincia a sperimentare materiali poveri e tecniche innovative avvicinandosi all'esperienza dell'Arte Povera con opere come "Tentacoli" e "Scogliera". E propri l'opera "Tentacoli" è tra le grandi sculture esposte alla Fondazione Prada per l'ampia retrospettiva dedicata a Pino Pascali (1935-1968) che resterà allestita fino al 23 settembre 2024 a cura di Mark Godfrey. La mostra si divide in quattro sezioni sviluppandosi in tre edifici della sede di Milano: il Podium, la galleria Nord e la galleria Sud. Il percorso espositivo include quarantanove opere di Pino Pascali provenienti da musei italiani e internazionali e da prestigiose collezioni private, nove lavori di artisti del secondo dopoguerra e una selezione di fotografie e un video che ritraggono l'artista con le sue opere. Scopri di più sulla mostra "Pino Pascali".
2. Un inedito Mario Schifano allo Spazio Roseto a Milano
Artista che condivise con Pino Pascali la frequentazione di Piazza del Popolo negli anni '60, essendone anzi uno dei primigeni animatori insieme a Giosetta Fioroni, Tano Festa, Cesare Tacchi e Franco Angeli, è Mario Schifano. Fino al 19 maggio 2024 allo Spazio Roseto a Milano è visitabile una mostra che per la prima volta presenta dipinti realizzati dal grande artista tra il 1966 e il 1968 e mai esposti al pubblico fino oggi.
MarioSchifano, Tutte stelle (soffitto, stanza), 1967, smalto e spray su tela di 218x163,5cm ©ArchivioMarioSchifano
La mostra "Mario Schifano. Compagni in un'oasi sotto il cielo stellato", a cura di Monica Schifano e Marco Meneguzzo, presenta per la prima volta dipinti realizzati dal grande artista tra il 1966 e il 1968 e mai esposti al pubblico fino oggi: da "Inevitabile viaggio a Marrakesh" a "Compagni" (bacio), del 1968, Oasi (o Palme) del 1967, Senza titolo (palma, stelle, falce e martello), 1967-68 fino a "Tutte stelle" del 1967. Tutte stelle, otto tele – mai viste, mai fotografate e mai esposte ad oggi – sono state realizzate da Mario Schifano per coprire pareti e soffitto di una stanza (un soppalco) in casa della principessa Patrizia Ruspoli a Roma. Schifano immaginò questo spazio come un luogo immersivo, completamente avvolti dalle stelle in una sensazione di movimento, di leggerezza e di esaltazione dei sensi. La mostra riproduce fedelmente quella stanza realizzata da Schifano ed è visitabile dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 19.00. Scopri di più.... leggi il resto dell'articolo»
3. Piero Gilardi e l'Arte Povera
Ci spostiamo da Milano a Torino per ricordare un'altra grande mostra dedicata agli anni '60 e ad uno dei massimi interpreti di quel clima di rinnovamento nel panorama artistico e culturale che caratterizzò quel decennio. Il PAV - Parco Arte Vivente di Torino ospita fino al 28 aprile la mostra "Car Crash. Piero Gilardi e l'arte povera" che si concentra sugli esordi della carriera dell'artista torinese, esplorando gli anni che vanno dal 1964 al 1969. Si tratta della stagione germinale della sua carriera artistica quando si delineano già i molteplici interessi di Gilardi e il suo contributo all'affermarsi del movimento dell'Arte Povera. Il progetto espositivo ritorna proprio al coinvolgimento di Gilardi in alcune delle tappe più importanti del movimento poverista, tra le quali l'esposizione Arte Abitabile (1966) presso la Galleria Sperone, la creazione del Deposito d'Arte Presente di Torino (1967-1969), la teoria dell'arte micro-emotiva, fino al suo definitivo affrancamento dal movimento con la mostra Arte povera più azioni povere agli arsenali di Amalfi (1968).
Car Crash. Piero Gilardi e l'arte povera. Installation view of the exhibition at PAV – Parco Arte Vivente, 2023. Ph. Leo Gilardi. Courtesy PAV – Parco Arte Vivente
La mostra dimostra come fin dagli esordi emerga il suo interesse riguardo al rapporto tra tecnologia, essere umano e natura e il desiderio di creare opere d'arte funzionali animate dallo spettatore, così come l'apertura verso altre discipline, quali le esperienze nell'ambito del design radicale di fine anni Sessanta. L'apertura di Gilardi verso un'arte pensata per essere vissuta e per coinvolgere in modo diretto lo spettatore, prende forma fin dalla nascita dei tappeti-natura, ambienti realizzati in poliuretano espanso da calpestare e abitare, a cui l'artista lavora a partire dal 1965. Continua a leggere.
4. A Parma il Festival della creatività contemporanea e "Contemporanea"
Piero Gilardi è protagonista anche a Parma in una delle mostre allestite nell'ambito del programma di "Parma 360 Festival della creatività contemporanea. Homo Deus". Si tratta di un piccolo ma significativo progetto espositivo ospitato nel piano nobile di Palazzo Pigorini, in omaggio al maestro dell'Arte Povera, ecologista ante-litteram, che oltre ad alcuni dei suoi "tappeti-natura" propone tre installazioni "interattive" realizzate negli anni 2000 come "Scoglio bretone" (2001), "Panthoswall" (2003) e "La Tempesta perfetta" (2017). Queste opere rientrano nel percorso di ricerca che, a partire dagli anni Ottanta, porta l'artista a utilizzare la tecnologia per consentire allo spettatore di partecipare attivamente interagendo con l'oggetto artistico, al fine di mobilitare una risposta nei confronti della difesa dell'ambiente e della sopravvivenza del Pianeta.
Il programma di Parma 360, anche grazie al suo circuito OFF, è molto ampio, comprendendo mostre dedicate alle modalità di utilizzo dell'IA da parte di una ventina di artisti pionieri del digitale, o AI artists, di nuova generazione, alla scultura, all'illustrazione e in generale alla cultura artistica contemporanea, che coinvolge l'intera città. Scopri di più sul programma.
Da pochi giorni Parma ospita anche la mostra "Contemporanea. Capolavori dalle collezioni di Parma", allestita presso le sale di Palazzo del Governatore fino al 21 luglio. In esposizione 115 opere, di ben 93 artisti di rilievo internazionale, provenienti dalle più prestigiose collezioni private di Parma, che raccontano tra pitture, sculture e rare fotografie di performance cento anni di espressione artistica contemporanea italiana ed europea. Si tratta di opere di collezioni private che verranno esposte al pubblico per la prima volta, raccolte in una mostra strutturata in ventidue sezioni che seguono un andamento cronologico con focus alterni su diversi movimenti e artisti. Presenti grandi nomi come Duchamp, Picasso, Morandi, Casorati passando per De Chirico, Sironi, Burri, Pistoletto e molti altri grandi artisti. Scopri di più.
5. Pop & Beat in mostra a Vicenza
Mario Schifano, Piero Gilardi e Pino Pascali sono tra i 35 artisti italiani protagonisti nel ventennio che va dal 1960 al 1979 che viene preso in considerazione nella mostra "POP/BEAT – Italia 1960-1979. Liberi di Sognare", a cura di Roberto Floreani. Una mostra che afferma l'originalità dei movimenti Pop e Beat italiani rispetto alle controparti americane, e che per la prima volta li prende in considerazione insieme, sottolineando, fin dal titolo, "liberi di sognare", la comune aspirazione al cambiamento di artisti, letterati e musicisti in quel periodo, in una visione ottimistica del futuro che si esaurirà con la Fine del sogno degli anni di piombo, la disillusione e la diffusione delle droghe pesanti, messe in scena in tutta la loro crudezza al Festival di Castelporziano nel 1979.
Piero Gilardi, Teppeti Natura. A sinistra: "Mais", 1966, poliuretano espanso - Courtesy Biasuti & Biasutti, Torino. A destra: "Angurie", 1967, poliuretano espanso - Collezione llenia e Bruno Paneghini
Il progetto espositivo pensato dall'artista Roberto Floreani ha privilegiato opere di grandi dimensioni per realizzare una mostra dal forte impatto estetico. Di Piero Gilardi sono esposti tre grandi tappeti-natura della seconda metà degli anni '60. Diverse le opere anche di Mario Schifano, tra cui l'imponente "Camminare" del 1965 e di Pino Pascali è esposta la scultura "Scoglio" del 1966. Tra le opere e installazioni più spettacolari troviamo anche protagonisti che godono di minore popolarità ma che sono qui presenti con autentici capolavori, come Tino Stefanoni, Concetto Pozzati, Lucio del Pezzo, Fernando De Filippi e altri.
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Redazione
Pubblicato il 21/04/2024
Itinerarinellarte.it