L'arte dalla A alla Z
A come Autoritratto. Da Dürer a Modigliani

Cominciamo una serie di appuntamenti per svolgere un nostro personale alfabeto dell'arte restando fedeli alla nostra mission di comunicare l'attualità espositiva con qualche digressione tra storia e curiosità.

Amedeo Modigliani, Autoritratto, 1919 olio su tela 100 x 65 cm. Courtesy MAC USP Collection [Museu de Arte Contemporânea da USP Collection, São Paulo,Brazil] (detaglio)

Per la lettera A scegliamo uno dei grandi classici della storia della pittura. L'autoritratto. Celebri quelli di Vincent van Gogh, di Rembrandt, di Albrecht Dürer, come quelli di RaffaelloFrida Kahlo, Antonio Ligabue, e, ovviamente, l'autoritratto di Leonardo da Vinci.

Ma qual'è il primo autoritratto della storia dell'arte che si conosca? Il primo autoritratto potrebbe essere identificato con quello realizzato da Jean Fouquet (Tours, Tra il 1415 e il 1420 – 1481), pittore e miniatore francese, presente nel Dittico di Melun,  dipinto su tavola a lui attribuito, databile al 1450-1455 circa e oggi smembrato. Il suo autoritratto è una miniatura (7,5 cm di diametro) che costituiva la "firma" del dittico, oggi conservato al Louvre a Parigi.

Se però parliamo di un'opera in cui il ritratto dell'autore è il vero soggetto dell'opera, il primo autoritratto della storia che si conosca è comunemente attribuito a Albrecht Dürer, celebre artista tedesco del Rinascimento maestro dell'incisione, che realizzò il suo autoritratto nel 1484, quando aveva solo tredici anni. Quest'opera è oggi conservata nella collezione della Pinacoteca di Monaco di Baviera. Dürer è noto per la sua maestria nell'autoritratto e ha realizzato diverse altre opere di questo genere nel corso della sua vita.

Albrecht Dürer at 13, silverpoint, (1484)

Albrecht Dürer at 13, silverpoint, (1484). 27.3 x 19.5 cm (10.7 x 7.6 in). Albertina, Vienna

Ma torniamo all'attualità e agli autoritratti che possono essere ammirati in questo periodo nelle mostre temporanee in corso.

L'unico autoritratto dipinto da Amedeo Modigliani

Corre l'obbligo di aprire questa rassegna di mostre con l'esposizione "Ritorni. Da Modigliani a Morandi", vista l'eccezionalità dell'evento di esporre l'unico Autoritratto dipinto da Amedeo Modigliani, uno degli artisti italiani più importanti e amati del XX secolo. Il capolavoro del pittore livornese, oggi parte delle raccolte del MAC USP Museu de Arte Contemporânea da USP a San Paolo in Brasile, arriva al Museo Novecento a Firenze dopo circa ottanta anni dalla sua uscita dalla Raccolta Della Ragione. Sarà possibile ammirarlo fino al 15 settembre 2024. La mostra espone diciannove grandi capolavori del novecento italiano appartenuti a Alberto Della Ragione.

L'autoritratto di Modigliani fu acquistato dall'ingegnere nel 1938, e molto probabilmente rivenduto intorno al 1944: una decisione molto sofferta per l'ingegnere navale, che nell'agosto di quello stesso anno confidava all'amico Birolli le motivazioni che lo avevano indotto a compiere il doloroso passo. "Circa la cessione del Modigliani – scriveva Della Ragione – sono sicuro anch'io che mi pentirò, ma è proprio questa certezza che nobilita il sacrifizio fatto non per me ma per coloro i quali hanno diritto di poter contare su di me checché avvenga.". La bellezza del dipinto richiede di riproporlo anche nella sua interezza.... leggi il resto dell'articolo»

Autoritratto di Modigliani

Amedeo Modigliani, Autoritratto, 1919 olio su tela 100 x 65 cm. Courtesy MAC USP Collection - Museu de Arte Contemporânea da USP Collection, São Paulo, Brazil

L'autoritratto di Guercino ai Musei Reali di Torino

L'opera è visibile nel contesto della mostra "Guercino. Il Mestiere del pittore" nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino. In mostra, fino al 28 luglio 2024, oltre 100 opere di Guercino e di artisti coevi, provenienti da più di 30 importanti musei e collezioni, tra cui il Prado e il Monastero dell'Escorial, per presentare la grande arte del Maestro emiliano e insieme raccontare il mestiere e la vita dei pittori del Seicento, in un affascinante, grande affresco del sistema dell'arte. Tra questi, riuniti per la prima volta dopo 400 anni, anche il ciclo di dipinti commissionati a Bologna da Alessandro Ludovisi, futuro papa Gregorio XV.

Il percorso espositivo si apre con un autoritratto dell'artista, il cui vero nome era Giovanni Francesco Barbieri, vissuto tra la fine del Cinquecento e il Seicento (Cento, 2 febbraio 1591 – Bologna, 22 dicembre 1666). Nel dipinto, proveniente dalla Schoeppler Collection di Londra, Guercino ci appare circa quarantenne e con gli strumenti del mestiere. Si tratta di un'opera intima e privata che proprio per questo non risulta nel suo famoso "Libro dei conti", ma che testimonia il carattere di un uomo fiero e semplice ad un tempo.

Autoritratto di Guercino

Guercino, Autoritratto, 1630-1632, olio su tela, 70,5 x 65 cm, Londra, Schoeppler Collection

Antonio Ligabue a Torino e Trieste

Altro artista molto amato che realizzò numerosi autoritratti nel corso della sua vita è Antonio Ligabue (18 dicembre 1899, Zurigo - 27 maggio 1965, Gualtieri). Ligabue oggi è protagonista di due mostre in Italia. La prima, dove un autoritratto è rappresentato nell'immagine scelta per la promozione della mostra, è allestita alla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino fino al 26 maggio 2024. La mostra espone oltre 90 opere (71 dipinti, 8 sculture e 13 disegni provenienti da collezioni private) che illustrano la vita tormentata e la variegata produzione di un artista «eccentrico» e per molti versi incompreso, ma post mortem amatissimo dal pubblico.

La seconda è allestita al Museo Revoltella di Trieste, dove tra le 60 opere presenti, tra oli, disegni e sculture, sono presenti anche diversi suoi autoritratti.

Antonio Ligabue al Museo Revoltella

Foto di allestimento della mostra "Antonio Ligabue" al Museo Revoltella di Trieste

Lo stesso Museo Revoltella fino al 30 giugno ospita una seconda mostra dedicata ad un altro artista autore di autoritratti divenuti tra le opere più famose della storia dell'arte moderna: Vincent van Gogh. In questo caso in mostra non sono presenti suoi autoritratti, ma si tratta comunque di una grande mostra di cui abbiamo raccontato in questo articolo.


Autoritratti nostalgici a Genova

Uno dei massimi pittori del Novecento e autore di celebri autoritratti è Giorgio de Chirico. La mostra "Nostalgia. Modernità di un sentimento dal Rinascimento al Contemporaneo" espone un suo singolare "Autoritratto come Odisseo" (1922-1924). In mostra anche un autoritratto del pittore italiano Giacomo Trecourt, "Autoritratto in costume orientale" del 1845 circa.

Autoritratto in costume orientale

Giacomo Trecourt, Autoritratto in costume orientale P 1026, 1842 circa, olio su tela, 80,5x65 cm, Comune di Pavia - Musei Civici e Castello

Il soggetto della mostra non è chiaramente l'autoritratto, ma il tema della "nostalgia nell'arte", con un percorso espositivo davvero ricco, con più di 120 opere e grandi nomi dal Rinascimento al contemporaneo, dallo stesso Albrecht Dürer fino ad Anish Kapoor, passando per Boldini, Lucio Fontana e molti altri.


Gli autoritratti di grandi ritrattisti veneti

Da poche settimane al Museo Santa Caterina di Treviso è aperta al pubblico la mostra "Donna in Scena. Boldini, Selvatico, Martini". Il tema della mostra è la donna della fine dell'Ottocento protagonista della nuova mondanità del periodo che coincide con gli anni della Belle Époque, e al centro dell'esposizione sono i ritratti delle donne alla moda del tempo, ma il percorso espositivo si apre con tre autoritratti. Si tratta dei tre grandi protagonisti veneti della mostra: Lino Selvatico, Alberto Martini e Giulio Ettore Erler.

autoritratti in Donna in scena

Lino Selvatico (a sinistra), Alberto Martini (al centro) e Giulio Ettore Erler (a destra)

Il più singolare è certamente quello di Alberto Martini, il cui nome completo è Alberto Giacomo Spiridione Martini (Oderzo, 24 novembre 1876 – Milano, 8 novembre 1954). Figlio di Giorgio Martini, pittore naturalista e professore di disegno, Alberto Martini è stato un disegnatore, pittore, incisore e illustratore italiano, precursore del movimento surrealista. Precursore perchè se André Breton lanciò nel 1924 l'arte onirica, Martini già nel 1907 aveva esposto nella Biennale veneziana una serie di disegni e di litografie sotto la sigla di "Arte del Sogno". E infatti gli stessi surrealisti francesi gli chiesero di far parte del loro gruppo, mentre Martini rifiuta, per differenza di tematiche, per la sua poetica indipendente e autonoma. Dopo un breve soggiorno parigino nel 1904, Martini si trasferirà a Parigi nel 1929 e vi resterà fino al 1934, trovando amicizie altolocate e numerosi estimatori della sua arte. Nella capitale francese Martini frequenta l'ambiente dei critici e dei letterati. Stringe amicizia con Solito de Solis, musicista e appassionato d'arte, che lo introduce nei salotti aristocratici parigini.

Autoritratto di Alberto Martini

Autoritratto di Alberto Martini

Si tratta di un artista, grandissimo illustratore, che merita di essere portato ad una maggiore attenzione del grande pubblico, e la mostra di Treviso consente di apprezzare le sue doti di ritrattista con una serie di opere che ne denota lo stile inconfondibile.

Non sarà difficile riconoscerle tra le altre anche guardando il nostro video dedicato alla mostra.

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Pubblicato il 30/04/2024

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