Exposed. Torino Foto Festival

  • Quando:   02/05/2024 - 02/06/2024
  • evento concluso

FotografiaEventi e spettacoli a TorinoTorino


Exposed. Torino Foto Festival

Dal 2 maggio al 2 giugno 2024 il capoluogo piemontese ospita la prima edizione di "Exposed. Torino Foto Festival", il nuovo Festival Internazionale di Fotografia di Torino. Rifacendosi a uno degli argomenti centrali nella tradizione fotografica italiana, per il 2024 il Festival è dedicato al tema New Landscapes – Nuovi Paesaggi, e propone una riflessione sull'evoluzione odierna del medium fotografico e delle principali sfide e innovazioni del mondo dell'immagine, attraverso un unico cartellone di eventi, incontri, talk nelle sedi delle principali istituzioni culturali torinesi e realtà indipendenti cittadine. Più di 20 sedi accolgono oltre 20 mostre temporanee, dedicati alla fotografia.

Promosso da Città di Torino, Regione Piemonte, Camera di commercio di Torino, Intesa Sanpaolo, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT su delega della Fondazione CRT e organizzato da Fondazione per la Cultura Torino, EXPOSED nasce dalla volontà di sottolineare, ancora una volta, la vocazione culturale e artistica della città, che vede nelle iniziative incentrate su creatività e innovazione alcuni tra i principali motori di sviluppo e fattori di crescita, non solo turistica, del territorio.

La Direzione Artistica, selezionata attraverso una procedura internazionale ad evidenza pubblica, è affidata a Menno Liauw e Salvatore Vitale, rispettivamente Direttore e Direttore Artistico di FUTURES – piattaforma internazionale che comprende 19 importanti istituzioni artistiche europee con impatto e influenza nel mondo della fotografia.

"Vogliamo concentrarci su un approccio innovativo e inclusivo per attrarre un pubblico eterogeneo, sia locale che internazionale, attraverso un programma diversificato che comprende diversi approcci alla fotografia: da quella classica a quella contemporanea, cross-media, installativa e performativa. La collaborazione e la collettività sono aspetti chiave – sostiene Menno Liauw – e sottolineano la natura multidisciplinare e caleidoscopica di EXPOSED. Visioni, approcci, idee e progetti diversi rendono il festival – e di conseguenza la città di Torino – un punto d'incontro inclusivo e aperto al mondo."

"Presentiamo progetti che spesso sono il risultato di una ricerca a lungo termine sugli sviluppi sociali delle comunità. Progetti che vanno oltre l'estetica, ma avviano dialoghi, sensibilizzano e ispirano cambiamenti sociali. Attraverso la lente di diversi artisti, ci proponiamo di mostrare l'impatto che l'arte può avere sulla nostra percezione del mondo, dalle comunità locali alle questioni globali." – Sottolinea Salvatore Vitale... leggi il resto dell'articolo»

Il programma della prima edizione di EXPOSED propone più di 20 mostre temporanee, una committenza artistica, due giorni di talk, una piattaforma didattica, un salone di editoria indipendente, incontri, screening, letture portfolio e altri eventi, tutti realizzati grazie al coinvolgimento nella progettazione e produzione delle principali istituzioni torinesi, delle realtà indipendenti e di attori della scena artistica cittadina e internazionale.

Programma

Sede: CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia - Dongkyun Vak. Heatwave
orari: Ven/Merc: 11-19; Giov: 11-21
a cura di Giangavino Pazzola
A New Gaze è il premio borsa di studio biennale di Art Vontobel dedicato alla fotografia contemporanea emergente. Il vincitore della terza edizione del premio è il giovane artista sudcoreano Dongkyun Vak (*1992).
Heatwave esplora la tensione tra uomo, natura e tecnologia nell'era dell'Antropocene. Questo termine, che si riferisce ad una nuova era geologica, riconosce la specie umana come quella che più influisce sul pianeta. Da questo assunto derivano problemi ormai ben noti: il surriscaldamento globale, gli squilibri climatici, la perdita di habitat e biodiversità.
L'obiettivo di Vak non è semplicemente fotografare e documentare la distruzione del nostro pianeta; piuttosto, egli si volge all'interno e costruisce nel suo studio qualcosa di simile a uno spazio mentale, allontanandosi dall'evento in sè e indagando invece la struttura della situazione. Nel fare ciò, l'artista mette al centro del suo lavoro l'importante ruolo che la tecnologia gioca in questa svolta storica. Heatwave è una collezione fotografica di situazioni e oggetti, forme e fenomeni, attraverso cui l'artista e lo spettatore contemplano la relazione tra natura e cultura, esseri umani e tecnologia, ciò che è fatto dall'uno e ciò che è fatto dall'altro, nell'era dell'Antropocene. Heatwave è quindi una sorta di mappa mentale dell'ambiente visuale di oggi, che solleva la questione di chi, o cosa, sia responsabile degli ecosistemi del nostro pianeta, creatori di vita, e in quale forma. Vak mette a confronto la tecnologia della natura e la tecnologia della manifattura, la quale nel tempo può evolvere al proprio interno e, nel farlo, acquisire usi inaspettati e molto diversi da quelli originariamente previsti.

Sede: Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea - Paolo Pellion di Persano. La semplice storia di un fotografo
Merc/ven 10-17 sab/dom/festivi 11-18
a cura di Marcella Beccaria e Andrea Viliani dal 20 aprile
Per la prima volta, la mostra riunisce un grande corpus di fotografie di Paolo Pellion di Persano, inclusi molti inediti, restituendo uno straordinario racconto nel quale la vitalità artistica di Torino e del suo territorio è protagonista.
La mostra prende in esame l'attività dell'autore a partire dagli esordi negli anni '70, individuando nuclei tematici che scandiscono il suo operato: i viaggi, i fermenti sociali del periodo, gli sviluppi dell'Arte povera, il lavoro per la moda e l'interesse nei confronti del teatro. Un'ulteriore sezione è dedicata alla lunga relazione tra Pellion e il Castello di Rivoli, istituzione di cui documenta gli esordi nel 1984 e che segue con continuità fino al 2012 e oltre, arrivando a produrre una narrazione coinvolgente che restituisce la ricca stratigrafia storica, collezionistica ed espositiva presente in ogni sala del Museo. Oltre alle stampe originali, prodotte dall'autore, la mostra comprende materiale documentario, tra cui oggetti personali e strumenti di lavoro solitamente conservati nel suo laboratorio a Castagneto Po. La mostra valorizza la generosa donazione avvenuta nel 2023 da parte degli eredi dell'Archivio del fotografo, inclusivo di oltre 44.000 negativi, al centro di ricerca del Museo. Il progetto è sostenuto da Strategia Fotografia 2023, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Expanded With
a cura di Marcella Beccaria dal 2 maggio
Expanded With presenta opere nelle quali il medium fotografico è il punto di partenza per indagare diversi tipi di relazione con il paesaggio. Dalle azioni performative degli anni 60-70, la mostra comprende opere di pionieri della Land Art, dell'Arte povera e della Body Art, includendo inoltre l'uso della fotografia come strumento concettuale, arrivando a ulteriori esperienze più contemporanee. Expanded With è parte di Expanded, una mostra in tre capitoli a cura di Marcella Beccaria e Elena Volpato pensata per valorizzare il nucleo fotografico della Collezione della Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT in comodato al Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e a GAM Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Proponendo un unico percorso coerente, la mostra è articolata nelle sedi di Castello di Rivoli, GAM e OGR Torino, e presenta la fotografia da tre angolature speciali. Oltre a Expanded With al Castello di Rivoli, il progetto include Expanded Without presso le OGR e Expanded – I Paesaggi dell'arte presso GAM a Torino. Expanded indaga l'immagine quale campo allargato, intenzionalmente citando gli scritti della teorica d'arte americana Rosalind Krauss.

Sede: Cinema Massimo - Museo Nazionale del Cinema - Kalina Pulit, Michele Sibiloni e Wild Alchemy Lab - Screenings
2 maggio - 2 giugno 2024
Venerdì 3 maggio, h. 15.00-18.00: proiezione Tender Loving Care + incontro con Kalina Pulit
Sabato 4 maggio, h. 15.00 -18.00: proiezione Grassopher Republic + incontro con Michele Sibiloni Domenica 5 maggio, h. 15.00-18.00: proiezione A Tale of Two Seeds: Sound and Silence in Latin America's Andean Plains e Semantica + incontro con Wild Alchemy Lab
Lunedì 13 maggio, h. 15.00-18.00: proiezione dei tre film

Kalina Pulit. Tender Loving Care
Un film sulla connessione in senso letterale e metaforico: le interazioni quotidiane tracciano il senso di solitudine e le preoccupazioni di un individuo.
Kalina, una donna single sulla trentina che vive a Londra, lotta con il senso di isolamento e decide di chiamare varie linee di assistenza clienti in cerca di un contatto. Forza i confini delle persone con cui parla, con risultati variabili. Chiede consigli alla sua banca in materia di appuntamenti, parla di film con il suo medico e stringe un rapporto con il suo provider Internet sul tema della reincarnazione. I call center diventano lo sfondo per conversazioni sul significato della vita e sulla solitudine delle grandi città. Tender Loving Care è una meditazione sul senso di appartenenza. È un quadro di regole e ruoli che sono lì per essere infranti e sovvertiti, una storia di contrasto e dualità, che oscilla tra ciò che è professionale e ciò che è personale, pubblico o privato, giocoso o serio. È una critica al consumismo, all'impatto che ha sugli individui e sulla qualità delle loro relazioni, nonché una valutazione sulla comunicazione nell'era digitale.
Il film è una versione estesa di un cortometraggio commissionato per Straight8 Shootout presentato in anteprima al Festival di Cannes la scorsa estate. Seguendo le regole del concorso Straight8, è stato girato su 1 rullino di pellicola Super8, senza montaggio e con una colonna sonora "cieca" creata separatamente senza anteprima del film. La versione completa del film (20 minuti), girata in 16 mm e Super8, presenta una struttura in tre atti, una narrativa ampliata e una colonna sonora originale.

Michele Sibiloni. Grasshopper Republic
Grasshopper Republic studia la strana, meravigliosa e pericolosa opposizione tra uomo e natura. Se esaminiamo l'equilibrio della sopravvivenza tra comunità ed ecosistemi, ci sorgono domande sulle tendenze corrotte del capitalismo, l'impatto sull'ambiente e la sostenibilità delle fonti alimentari. Lo spettatore deve guardarsi dentro per riflettere e trovare punti di riferimento. La narrazione del film è guidata dall'equilibrio della natura e dai suoi cicli. Le cavallette hanno sincronizzato il loro ciclo riproduttivo con la vegetazione portata dalla stagione delle piogge e le fasi lunari (un leitmotiv visivo di tutto il film) influenzano e guidano le migrazioni dello sciame.
All'estremo opposto, vediamo i cacciatori inserirsi brutalmente in questo ambiente naturale con le loro trappole.
Lavorando 24 ore su 24, scottandosi con le lampade e venendo infettati da altri insetti velenosi, i cacciatori abbattono tutto ciò che trovano sul proprio cammino per catturare le costose prelibatezze. Queste azioni, che si ripetono senza tregua, spesso spingono chi osa rischiare oltre il punto di rottura. Ma, nonostante questa spietata dedizione, avere successo nell'industria delle cavallette è difficilissimo. Le estorsioni della polizia, le bustarelle ai funzionari comunali, gli accordi sottobanco sono all'ordine del giorno; è richiesta una libera interpretazione dello zelo imprenditoriale per navigare le acque corrotte dell'Uganda. Il film segue uno dei migliori cacciatori di cavallette del Paese, Siraje Lubwama Ojuku, e la sua intrepida squadra. Viaggiando a fianco del nostro antieroe Siraje, vediamo la natura umana rivelarsi mentre lui si fa strada a tutto gas in questo caotico settore. Appare chiaro che, tra chi lavora sotto di lui, poco viene considerato e molto si perde nella caccia al profitto. Siraje usa sapientemente le vulnerabilità della sua squadra per ottenere ciò che gli serve, mentre loro si agitano e distruggono tutto, ostaggi della ricerca della sopravvivenza.
Il film è ispirato al libro di Michele Sibiloni Nsenene.

Wild Alchemy Lab. A Tale of Two Seeds: Sound and Silence in Latin America's Andean Plains
La fondatrice del Wild Alchemy Lab, Jemma Foster, presenterà cortometraggi e opere d'arte in realtà aumentata provenienti dagli archivi della rivista attraverso le edizioni elementari di terra, fuoco, acqua, aria ed etere. Sarà un'occasione per condividere e discutere i processi curatoriali e collaborativi del collettivo Wild Alchemy Lab, composto da artisti, ricercatori, scienziati e professionisti internazionali. A Tale of Two Seeds: Sound and Silence in Latin America's Andean Plains è un'installazione sonora e un cortometraggio che esplora la sovranità alimentare, la deforestazione e la conservazione della biodiversità attraverso la storia della monocoltura della soia e della sua espansione nei territori sudamericani, a cura degli studi creativi Atractor e Semantica. Il principale corpo di ricerca alla base del progetto riguarda il modo in cui le pratiche aggressive delle monocolture agroindustriali geneticamente modificate hanno avuto un effetto irreversibile e dannoso sulla terra.

Wild Alchemy Lab. Semantica
Semantica è un'installazione digitale a tecnica mista di Jemma Foster e Camilla French, composta da quattro cortometraggi che esplorano la comunicazione interspecie e la linguistica non lineare nel post- antropocene. Dopo la proiezione dei primi due film della serie, Jemma parlerà dei processi di produzione in corso per i due film finali, discutendo anche con il musicista e compositore Jamie Perera sulle tecnologie dei biodati e sulla sonificazione nella colonna sonora. Infine, Jamie condividerà Anthropocene in C Major, un viaggio uditivo e visivo attraverso 12.000 anni di dati sul cambiamento climatico. Attraverso l'ascolto profondo, ci invita a confrontarci con il nostro dolore ecologico e sistemico, a prendere coscienza della nostra ecologia collettiva e a trovare un'agenzia per il cambiamento.

Sede: Cripta747
Orari: dal martedì al sabato dalle 15:30 alle 19:30 oppure su appuntamento tramite www.cripta747.it

Graeme Arnfield. Cosmic Radiation
a cura di Vincenzo Estremo dal 16 maggio 2024
Benvenuti nell'era delle radiazioni cosmiche! Nel 2021 il Sole è sceso al punto più basso di attività dalla nascita della scienza. Le sue onde magnetiche, che un tempo facevano da scudo alla Terra, si sono drammaticamente indebolite. Durante questa pausa solare, potenti raggi cosmici intergalattici sono penetrati nella nostra atmosfera. Originate dai resti esplosivi di stelle morte, queste particelle silenziose, invisibili e altamente cariche sono state notate solo per i loro effetti, per quello che hanno fatto ai nostri corpi e alle tecnologie su cui pensavamo di poter contare.
L'installazione dell'artista inglese si presenta come un approfondimento del lavoro di ricerca che ha portato Arnfield a produrre The Phantom Menace (2019), un film tecno-stroboscopico che ipotizza futuri climatici possibili. Il film, scritto in conversazione con alcuni lavoratori delle Warehouse Amazon inglesi, si ispira a vecchie proposte del governo statunitense di installare nelle profondità del sottosuolo supercomputer predittivi per proteggerli da ipotetiche minacce aliene. Arnfield utilizza le visualizzazioni scientifiche prodotte da questi supercomputer, considerate a bassa risoluzione per gli standard odierni, per speculare sul ruolo e sul lavoro dell'immagine in un futuro completamente sotterraneo.
Cosmic Radiation inaugura la stagione di screening presentati da Cripta747 e curati da Vincenzo Estremo, un ciclo di medi e cortometraggi per riflettere sul futuro del lavoro in contesti ad alta tecnologia.

Sede: Ex Galoppatoio della Cavallerizza Reale- Paratissima
Fin Serck-Hanssen. Queer Icons
a cura di Antonio Cataldo 2 maggio - 2 giugno 2024
Il progetto Queer Icons, che comprende una mostra, un libro e una ricca serie di programmi pubblici, è il risultato di una serie di incontri tra il fotografo Fin Serck-Hanssen e gli autori Bjørn Hatterud e Caroline Ugelstad Elnæs con personalità queer che non solo hanno contribuito a plasmare le fondamenta sociali e culturali su cui si regge la società norvegese che conosciamo oggi, ma hanno elaborato una visione della sessualità più complessa e ricca di sfaccettature per prevenire ogni forma di discriminazione, consapevole o inconscia, derivante dal conservatorismo della società. Il progetto esplora la lotta per la libertà e l'uguaglianza che, nel 1972, ha portato all'abrogazione della legge penale 213 e alla legalizzazione dell'omosessualità in Norvegia. Lo fa raccontando le storie di vita di persone di spicco che hanno attivamente lottato, in prima linea e sullo sfondo, contro una giurisdizione morale pregiudiziale, portando infine a una società più libera. Celebra lo scintillio della vita fuori dalla norma, che si esprime nelle rivendicazioni democratiche, nelle feste e nell'attivismo della cultura underground queer storica della Norvegia, tra lustrini, gioia e umorismo. La mostra, presentata presso scuole di ogni grado in Norvegia, vuole portare alla luce queste storie non scritte, inserendole in una narrazione diffusa che raggiunga il grande pubblico.
La mostra e i suoi programmi pubblici sono prodotti e curati dal team curatoriale di Fotogalleriet. La mostra è progettata da Harald Lunde Helgesen, HAiKw/. Il libro, disponibile in lingua norvegese, curato da Bente Riise e progettato da Den Luca, è pubblicato da Pitch Forlag.

Sede: Fondazione Merz
Mar/dom 11-19 lun chiuso
Tiphaine Calmettes, Matilde Cassani, Giuseppe Di Liberto, Lena Kuzmich, Quỳnh Lâm, Tommy Malekoff, Lorenzo Montinaro, GianMarco Porru
L'installazione dell'opera di Lena Kuzmich Chimera (2022) è realizzata in collaborazione con EXPOSED Torino Foto Festival.

Sacro è
a cura di Giulia Turconi
18 marzo - 16 giugno 2024
L'installazione dell'opera di Lena Kuzmich Chimera (2022) è realizzata in collaborazione con EXPOSED Torino Foto Festival e fa parte dell'esposizione che prende le mosse a partire dalla raccolta di poesie Sacro Minore di Franco Arminio per introdurre una riflessione imperniata sul concetto di "sacro", rintracciato e approfondito nella sua dimensione quotidiana ponendo l'accento sulla meraviglia dell'esistere e sulla poesia che si cela nella vita di ogni giorno. Attraverso i linguaggi di una giovane generazione di artisti e artiste, una scelta dettata dalla volontà di concentrarsi su un sacro odierno, contemporaneo e rinnovato, Sacro è vuole costruire una celebrazione alla sacralità focalizzandosi sulla sua accezione intima e privata e suggerendo un ritorno alla comunità e all'umanità manifestando una visione universale e collettiva. Per contribuire alla riflessione sui contenuti della mostra, la curatrice propone la visione del film Teorema di Pier Paolo Pasolini in cui avanza una ininterrotta indagine sulla sacralità nascosta. Come l'autore teorizzava, affinché la storia possa progredire è necessario tenere vicino il sacro, sapere che esiste nell'essenza e profondità di tutti i giorni. Ignorarlo, o cercare di annullarlo, significherebbe arrivare a vanificare l'esistenza.

Sede: Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino Giov 20-23 Ven/dom 12-19 lun/merc chiuso

Diana Anselmo. Je vous aime
a cura di Bernardo Follini 19 marzo - 13 ottobre
4 maggio performance
Je Vous Aime è la prima personale di Diana Anselmo, artista e performer sorda, esito di una ricerca sviluppata in archivi a Torino e Parigi. La mostra propone un dialogo di video e documenti fotografici per indagare la relazione tra il pre-cinema e la storia di oppressione della comunità Sorda. In occasione della settimana di inaugurazione di EXPOSED, Diana Anselmo presenterà l'omonima lecture-performance negli spazi della Fondazione.

The Otolith Group. What the Owl Knows
a cura di Irene Calderoni 19 marzo - 2 giugno 2024
La mostra What the Owl Knows di The Otolith Group è costituita da una videoinstallazione dedicata alla pittrice e scrittrice Lynette Yiadom-Boakye, amica intima di Kodwo Eshun e Anjalika Sagar, artistə del collettivo. Interessato a una pratica post-cinematografica, The Otolith Group costruisce un ritratto dell'artista e della sua pittura associando alla trasparenza del registro documentaristico la reticenza verso l'esposizione biografica.

Group show. When We Were Old.

Opere dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo
a cura di Bernardo Follini 2 maggio - 2 giugno 2024
When We Were Old espone una selezione di opere fotografiche di Anna Gaskell, Larry Johnson, Sherrie Levine, Tracey Moffat, Collier Schorr, Wolfgang Tillmans, parte della Collezione Sandretto Re Rebaudengo. Come suggerito dalla contraddizione del titolo, il nucleo di lavori condivide una riflessione sulla giovinezza come spazio di autonomia e di esperienza già legittima, sfuggendo alla retorica dei "giovani" proiettata solo nel futuro.

Sede: Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene
Orari: sabato e domenica: 12-19

Young Curators Residency Programme
a cura di Jiayue He, Aigerim Kapar e Andria Nyberg Forshage 18 maggio - settembre 2024
Il 18 maggio, nella sede di Guarene, inaugura la mostra conclusiva della 18esima edizione del Young Curators Residency Programme Torino, coordinata da Michele Bertolino, con la curatela di Jiayue He, Aigerim Kapar e Andria Nyberg Forshage. Il progetto consiste in una mostra di artistə incontratə nel corso dei viaggi in Italia dallə 3 curatorə in residenza. All'interno del progetto espositivo, sarà dedicato un focus personale a unə fotografə italianə.

Sede: GAM-Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea
Orari: Mar/dom 10-18 lun chiuso
Collezione della Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT

Expanded - I Paesaggi dell'arte
a cura di Elena Volpato
3 maggio - 8 settembre 2024
L'esposizione intende porre l'accento sulla centralità del tema della fotografia e della straordinaria storia collezionistica che la GAM può vantare in questo campo. La mostra ripercorre la storia italiana della fotografia dedicata all'arte attraverso alcuni prestiti e i numerosi fondi fotografici raccolti nelle collezioni della GAM, acquisiti dalla Città di Torino e dalla Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT: dalle prime documentazioni ottocentesche del paesaggio architettonico fino agli scatti di Armin Linke dedicati al Teatro Regio, dalle immagini di Ghirri in cui lo sguardo di spettatori si frappone tra obiettivo fotografico e opere d'arte a quelle di Mulas, che più di tutti seppe ritrarre il paesaggio delle mostre e dello studio come spazi di pensiero dell'artista, sino al lavoro di Gianfranco Gorgoni dove opera d'arte e orizzonte si fondono in un unico paesaggio significante a cui la Land Art e il Minimalismo seppero dare vita.
Expanded – I Paesaggi dell'arte è parte di Expanded, una mostra in tre capitoli a cura di Marcella Beccaria e Elena Volpato pensata per valorizzare il nucleo fotografico della Collezione della Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT in comodato al Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e a GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Proponendo un unico percorso coerente, la mostra è articolata nelle sedi di Castello di Rivoli, GAM e OGR Torino, e presenta la fotografia da tre angolature speciali. Oltre a Expanded – I Paesaggi dell'arte presso GAM, il progetto include Expanded With al Castello di Rivoli e Expanded Without presso le OGR. Expanded indaga l'immagine quale campo allargato, intenzionalmente citando gli scritti della teorica d'arte americana Rosalind Krauss.

Sede: Gallerie d'Italia - Torino
Mar/dom 9.30-19.30 merc 9.30-22.30 lun chiuso

Simone C. Niquille. Beauty and The Beep
2 maggio - 2 giugno 2024
Esplorando le conseguenze della convivenza con la visione artificiale, l'opera Beauty and The Beep di Simone Niquille segue Bertil, una sedia in cerca di un posto a sedere. Ispirato agli oggetti casalinghi incantati de La Bella e la Bestia, il film è ambientato in una casa di periferia, invece che un castello, e la bestia è stata sostituita dal suono continuo delle notifiche dei dispositivi smart. Nel film, Bertil naviga in una casa virtuale – una ricostruzione della casa modello creata dall'azienda di robotica Boston Dynamics nel 2016 per presentare il proprio cane robot SpotMini.
Chiedendosi chi comprerebbe un animale domestico meccanico automatizzato da tenere in casa, il film esplora la definizione "datificata" (cioè sotto forma di dati) di casa della Boston Dynamics, o cosa serve per standardizzare uno spazio così personale e intimo affinché la visione artificiale vi funzioni. Bertil – una sedia sintetica ispirata alla prima immagine 3D renderizzata usata da Ikea nel suo catalogo stampato, che ha segnato il passaggio dell'azienda all'uso del rendering – vaga in questa apparentemente semplice casa virtuale, interagendo con i suoi oggetti, alla ricerca di risposte. Navigare nella casa non è compito facile per Bertil, che si imbatte nel rumore della vita quotidiana disseminato per la casa. Inciampa in una banana, non riesce a sedersi, si incastra su un tapis roulant, e cosa ci fa un pony giocattolo sul pavimento? Rivelandoci che l'impossibilità di raccogliere dataset di training nelle case ha portato ad un ampio uso di dati sintetici, Bertil ci ricorda che la casa è un luogo privato e non da registrare.

Sede: MAO Museo di Arte Orientale
Shahidul Alam e Yasmine Eid-Sabbagh. Il cono d'ombra: dove termina la democrazia e inizia la censura
11 maggio 2024, ore 16.00
Shahidul Alam e Yasmine Eid-Sabbagh lavorano da sempre in un contesto di produzione artistica che opera in maniera fluida sul confine fra ricerca e attivismo. Pur provenendo da situazioni e luoghi diversi (rispettivamente Bangladesh e Francia con origini libanesi), condividono una comune visione del mondo e della pratica artistica.
Entrambi sono stati recentemente coinvolti in Germania in eventi che hanno segnato uno spartiacque fra un "prima" e un "dopo", dando vita a un cambiamento antropologico particolarmente evidente e rilevante. Nel 2023 Yasmine Eid-Sabbagh è stata fra i partecipanti di Documenta 15, curata dal collettivo Ruangrupa, manifestazione al centro di una crisi provocata dalla messa in discussione della libertà espressiva e artistica senza precedenti dal secondo dopoguerra a oggi; Shahidul Alam avrebbe invece dovuto essere uno dei curatori della Biennale di fotografia 2024 in Germania: l'appuntamento è stato cancellato a causa delle sue posizioni pro-Palestina.
In dialogo con Davide Quadrio, Alam ed Eid-Sabbagh si confronterà sul percorso di cambiamento di significato del binomio democrazia-libertà. Se il concetto di libertà sembra sgretolarsi e corrodersi progressivamente, messo in crisi dell'inarrestabile ascesa dell'equazione libertà = privilegio, l'autonomia di pensiero può essere esercitata unicamente entro limiti chiaramente stabiliti e saldi. Il dialogo si snoderà attraverso riflessioni che hanno a che vedere con il mondo post globale, con le possibili pratiche di resistenza sul terreno, con le aree di libertà espressiva e lo sviluppo di modelli artistici e intellettuali che provengono da contesti sociali, culturali e politici non propriamente democratici e non occidentali.

Sede: Mucho Mas!
Aperto su appuntamento

Hiền Hoàng. Across the Ocean
a cura di Mucho Mas
2 maggio - 2 giugno 2024
"Mia zia, figlia primogenita della mia famiglia materna, fu la prima a trasferirsi nella DDR come lavoratrice a contratto. Trascorso un po' di tempo, cominciò a mandarci delle lettere. Ci raccontava di quanto fosse bella la vita in Germania e molto altro. Non parlava quasi mai di privazioni e discriminazioni. Più tardi, quando nel 2014 andai a trovarla per la prima volta, mi stupì di quanto fosse effettivamente difficile la sua vita. A dire il vero, di tanto in tanto mi ripeteva di fare attenzione durante le comunicazioni, dato che le chiamate e i messaggi potevano essere registrati. Fu solo in seguito che compresi perché fosse così ossessionata da questo timore: nella maggior parte dei casi, al di fuori del lavoro, la comunicazione tra i lavoratori a contratto e i cittadini tedeschi era severamente vietata e sottoposta a controlli da parte delle autorità sia tedesche che vietnamite. Mi chiedo quanto vi fosse di vero nelle lettere che inviava a casa oltreoceano, e quanto di questo fosse di fatto diventato realtà in ciò che percepiva".
L'installazione contiene alcuni elementi del progetto interdisciplinare Asia Bistro - Made in Rice. L'artista utilizza il riso - ingrediente tipico del suo Paese d'origine nonchè simbolo del concetto di "asiatico" in Occidente - per affrontare la discriminazione che sottende il concetto di "immigrato buono". Il cibo diventa metafora degli stereotipi legati alle culture asiatiche - una limitazione, una maschera.
L'opera evidenzia il dibattito sul tema della politica dell'immigrazione in Germania e in Europa, e di come questa si ripercuota sulle persone generando traumi, sia a livello personale che nella comunità.

Sede: Museo Regionale di Scienze Naturali
Lun/dom 10-18 mar chiuso

Erin O'Keefe. Non fiction
2 maggio - 2 giugno 2024
Erin O'Keefe è una fotografa e architetto, il cui lavoro è influenzato da entrambe le discipline. Il background dell'artista in architettura è il fondamento della sua pratica artistica. Le domande che pone attraverso il suo lavoro riguardano la natura della percezione spaziale, e gli strumenti che usa sono radicati nel linguaggio astratto e formale del fare che ha sviluppato come architetto. Come fotografa, Erin O'Keefe è interessata allo strato di distorsione e incomprensione introdotto dalla fotocamera, in quanto traduce la forma e lo spazio tridimensionali in immagine bidimensionale. Questo inevitabile disallineamento è la questione centrale del suo lavoro.
Le sue rappresentazioni astratte, tra illusione e realtà, hanno un'essenza vibrante e sono il risultato di un gioco di equilibri tra geometrie e colori. L'artista realizza tutti i suoi lavori, tutti pezzi unici, combinando la sua capacità compositiva a un'estetica visiva che rimanda alla pittura. Protagoniste delle sue mise-en- scène sono, infatti, forme di legno dipinte a mano e curate in ogni dettaglio, lasciando visibili le pennellate che si contrappongono alla solidità degli sfondi.
Erin O'Keefe ci invita a riflettere sull'uso dello spazio attraverso il mezzo fotografico, strumento di finzione per eccellenza, lasciando allo spettatore uno spazio di contemplazione in una dimensione intima.

Sede: OGR Torino
dal 3 al 5 maggio: H 10 – 21
dal 6 maggio al 2 giugno: gio – ven H 18 – 22, sab – dom H 10 – 20

Group show. A View From Above
a cura di Domenico Quaranta, Salvatore Vitale con Samuele Piazza co-produzione EXPOSED Torino Foto Festival e OGR Torino
2 maggio - 2 giugno 2024
Binario 2
Negli ultimi anni la visione dall'alto, un punto di vista un tempo eccezionale e riservato a persone di potere e ad agenti non umani come uccelli, angeli e divinità, è diventata diffusa e accessibile. Nel 2011, l'artista e scrittrice Hito Steyerl ha introdotto il concetto di "prospettiva verticale" per affrontare "l'abbandono di un paradigma stabile di orientamento" e per descrivere ciò che può essere visto, a tutti gli effetti, come l'emergere di un nuovo regime scopico.
Sostituendo l'orizzonte stabile e il ruolo svolto dalla prospettiva lineare nel corso della modernità, la prospettiva verticale ha stabilito "una nuova normalità visiva", saldamente radicata negli strumenti di sorveglianza e guerra. Inizialmente percepita come una liberazione e un nuovo modo di vedere, la prospettiva verticale perde la sua presa romantica per identificarsi con il punto di vista del potere che uccide e controlla quando satelliti e droni entrano in gioco. Sempre frutto di un'esperienza del mondo costruita e assistita dalle macchine, la prospettiva verticale delocalizza e, in ultima analisi, de-umanizza lo sguardo, consentendo uno sguardo divino sulla realtà non solo in termini di posizione, ma anche nel modo in cui cattura informazioni e dati aggiuntivi, guardando attraverso la realtà invece di attenersi alla sua superficie, e generando "immagini totali" che sono insieme immagini e mappe, rappresentazioni e visualizzazioni, e erodono la distinzione tra luogo e spazio.
Adottando la prospettiva verticale come punto di vista principale, la mostra esplora il modo in cui il nostro sguardo sul paesaggio mediato dall'obiettivo fotografico sia cambiato negli ultimi decenni, e come questo spostamento di regimi scopici abbia influenzato il modo in cui controlliamo, progettiamo e modelliamo l'ambiente in cui viviamo.

Sede: Collezione della Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT
Expanded Without
2 maggio– 28 luglio 2024 Expanded Without è parte di Expanded, una mostra in tre capitoli a cura di Marcella Beccaria e Elena Volpato pensata con la Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT per valorizzare la sua Collezione in comodato al Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e a GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino.
Alle OGR Torino il progetto espositivo si focalizza su opere nelle quali l'immagine è prodotta senza ricorrere alla macchina fotografica o altri strumenti di registrazione della realtà. Le opere presentate sono installazioni, autentici campi esperienziali, all'interno dei quali chi guarda diventa parte del processo di costruzione dell'immagine.

Sede: Palazzo Birago
Kalina Pulit. Tender Loving Care
2 maggio - 2 giugno 2024
La proposta pensata per Palazzo Birago è in connessione e in continuità con il progetto creato per Museo Nazionale del Cinema.
Il progetto di Kalina Pulit si articolerà, quindi, in due distinte tappe, in dialogo tra loro, declinate attraverso due modalità complementari di fruizione: quella cinematografica e quella espositiva. La proiezione di un cortometraggio nelle sale del Cinema Massimo guiderà gli spettatori alla scoperta di una mostra allestita presso gli spazi di Palazzo Birago, offrendo un'esperienza narrativa e visiva interconnessa, con reciproci richiami e rimandi.

Sede: Cucine storiche di Palazzo Carignano - Direzione regionale Musei Piemonte
Orari: 10-18

Lebohang Kganye. Shall You Return Everything, But The Burden
2 maggio - 2 giugno 2024
Il punto di partenza del progetto espositivo è un insieme di fotografie e disegni realizzati dalla pittrice e fotografa tedesca Marie Pauline Thorbecke. Insieme al marito Franz Thorbecke, tra il 1911 e il 1913, Marie Pauline intraprende una spedizione in Camerun su incarico della Società Coloniale Tedesca. Nei quindici mesi trascorsi in Camerun, Marie Pauline Thorbecke scrive un diario epistolare in cui narra il suo viaggio. Le lettere, spedite in Germania, vengono successivamente pubblicate nel libro On the Savannah: Marie Pauline Thorbecke (1990, Geary, Christraud M.). Circa 110 dopo, Kganye, con un'opera video (A Burden Consumed in Sips) e un'installazione (Two Stories of (Hi)stories Betray me), ripercorre i passi di Thorbecke nel Paese africano e intreccia ricordi, impressioni e narrazioni da una prospettiva femminile. A Burden Consumed in Sips (2023) è un film ibrido di animazione in live-action composto da 22 pannelli, che ricordano il formato panoramico delle illustrazioni di paesaggi. Il film documenta il viaggio fatto da Kganye in Camerun per ricostruire quanto descritto nel libro di Thorbecke. Per tutto il percorso, l'artista tiene un diario in una mano e un pesante sacco di tela nell'altra. Il tessuto color indaco contiene oggetti da riportare nei loro luoghi d'origine, in Camerun: il riferimento è ai reperti presenti nel Rautenstrauch- Joest-Museum e raccolti dai Thorbecke. L'atto di riconsegnare oggetti, terra e vegetazione al loro Paese d'origine è uno stimolo a riflettere, riparare e rielaborare il passato, vedendo la restituzione come un atto di possibilità.

Sede: Palazzo Madama - Museo Civico d'Arte Antica
Orari: Lun/dom 10-18 mar chiuso

Max Pinckers. State of Emergency - Harakati za Mau Mau kwa Haki, Usawa na Ardhi Yetu
a cura di Salvatore Vitale 9 aprile - 2 giugno 2024
State of Emergency - Harakati za Mau Mau kwa Haki, Usawa na Ardhi Yetu è un progetto documentaristico in corso, realizzato in collaborazione con i veterani di guerra Mau Mau e con i kenioti sopravvissuti alle atrocità del colonialismo. Attraverso rievocazioni dal vivo o "dimostrazioni", viene creata una (ri)visualizzazione della lotta per l'indipendenza dal dominio coloniale britannico negli anni '50, mostrando le esperienze passate nel presente, pensando a un pubblico futuro. Poiché la maggior parte degli archivi coloniali è stata deliberatamente distrutta, nascosta o manipolata, il progetto cerca di fare luce sugli angoli ciechi della storia, creando nuovi "documenti immaginati" che colmino le lacune degli archivi storici.
State of Emergency intreccia archivi coloniali frammentari, fotografie di resti architettonici e simbolici del passato, siti di fosse comuni, dimostrazioni e testimonianze di chi ha vissuto ed è sopravvissuto alla guerra.
State of Emergency è un tentativo collaborativo di ricostruire e reimmaginare possibili futuri di riparazione e riconciliazione. Con la collaborazione del National Museums of Kenya **e ai membri della Mau Mau War Veterans Association, il progetto fornisce una risposta collettiva volta a curare, senza cancellare, le ferite ancora aperte della violenza coloniale, creando uno strumento riparatore che, attraverso il mezzo fotografico, racconta ai potenti la verità di chi l'ha vissuta.

Sede: Pinacoteca Agnelli. La Pista 500

Dall'8 aprile all'8 maggio mar/dom 10-20 lun chiuso | Dal 9 al 13 maggio 10-21 Dal 14 maggio mar/dom 11-21 lun chiuso

Felix Gonzalez-Torres. Untitled (1991)
a cura di Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti 2 maggio - 15 ottobre 2024
Pinacoteca Agnelli presenta una nuova installazione sulla Pista 500, sul tetto del Lingotto, con un'opera che si estende nella città di Torino. Untitled (1991) di Felix Gonzalez-Torres consiste in un'immagine affissa sul billboard della Pista 500 e su diversi cartelloni pubblicitari distribuiti in città.
Untitled raffigura un letto matrimoniale sfatto ed è installato senza informazioni aggiuntive, lasciando agli spettatori l'incontro non mediato con l'opera nel paesaggio urbano. L'opera, esposta per la prima volta nel 1991, esplorava il confine tra spazio pubblico e vita privata in un'epoca segnata dalla pandemia di HIV. Una prima importante mostra ha presentato il lavoro su cartelloni pubblicitari in vari quartieri di New York City e successivamente in diversi altri luoghi in tutto il mondo, aprendosi a nuove interpretazioni e associazioni. L'immagine – intima, domestica e quotidiana – crea un forte contrasto con le pubblicità adiacenti, sfidando le norme sociali e portando nello spazio pubblico argomenti tabù come la morte, il dolore e la perdita.
La città di Torino ha un significato importante nella storia del lavoro di Gonzalez-Torres, che fu invitato al Castello di Rivara nel 1991, dove presentò una serie di opere iconiche. Untitled è stato presentato per la prima volta a Torino nel 2000, in occasione di una mostra collettiva al Castello di Rivoli.
Riportare Untitled a Torino dopo oltre vent'anni è un invito a riflettere su come sia cambiata la nostra percezione della città e su come i suoi spazi possano aprirsi alla condivisione di molteplici prospettive ed esperienze. L'opera solleva domande ancora attuali sull'elaborazione collettiva della perdita e sulle regolamentazioni dello spazio privato che limitano l'autonomia individuale, in un momento storico che ha stravolto le nostre abitudini riguardo al lutto e all'assenza.

Sede: Polo del '900
Lun/sab 9-20 dom chiuso

Mónica de Miranda. As if the world had no West
2 maggio - 2 giugno 2024
As if the world had no West propone la creazione di nuovi paesaggi attraverso l'indagine delle ecologie nascoste, ma metafisicamente presenti, in Angola, decostruendo le concezioni occidentali della memoria, della storia e della terra. Radicato nell'ecofemminismo e nella ricerca dell'antropologo angolano Augusto Zita, il progetto produrrà un nuovo corpus di opere che guarda allo spazio e alla fotografia paesaggistica attraverso la lente di una filosofia non occidentale. Lo scopo è quello di creare nuovi paesaggi capaci di evocare metafore, cogliere il sublime, rivelare conflitti e metterci in guardia sul nostro impatto sull'ambiente.
Attraverso la fabulazione critica, Mónica de Miranda racconta storie che nascono da territori contesi e suggeriscono nuove possibilità di riparazione e cura, certa che simboli e narrazioni siano un luogo sicuro dove poter costruire nuove ecologie della cura. Il progetto si rifà alla cosmologia bantu e alla tradizione ideografica dei disegni lusona, creando nuovi paesaggi in cui storie invisibili vengono portate in superficie. Secondo la cosmologia bantu, il tempo è ciclico, non ha inizio né fine, ma è anche concreto e si manifesta nel dualismo tra luce e oscurità, tempo e spazio. Guardando alla terra come luogo di cura e liberazione reciproca, As if the world had no West svela configurazioni del paesaggio e modalità di accedervi non occidentali.

Sede: Villa della Regina - Direzione regionale Musei Piemonte
Mar/dom 9.30/13 e 14/18 lun chiuso

Mathieu Asselin. True Colors
a cura di Sergio Valenzuela Escobedo 2 maggio - 2 giugno 2024
True Colors, che si ispira allo scandalo Dieselgate, mette in discussione la narrazione ecologica ingannevole dell'industria contemporanea. Il progetto ricontestualizza gli strumenti di marketing visivo del settore automobilistico, tra cui fotografie, video, materiale pubblicitario e d'archivio, per mettere in luce il contrasto stridente tra la sedicente attenzione all'ambiente e le pratiche reali delle aziende. Ci stimola, così, a ripensare la nostra relazione con le auto nel contesto delle urgenti questioni ambientali di oggi e a considerare criticamente la visione insostenibile, individualista e orientata alla produzione del futuro della mobilità umana.

Dieselgate
Nel 2014 il settore automobilistico è scosso da un grave scandalo: emerge, infatti, che Volkswagen utilizza un software per aggirare i test sull'inquinamento atmosferico su alcuni modelli di auto. Quando il software rileva che sono in corso test di controllo sulle emissioni, modifica il motore per ridurle solo durante il test. In condizioni di guida reali, tuttavia, i veicoli rilasciano quantità molto più elevate di inquinanti. La scoperta suscita grande indignazione e svela pratiche fraudolente analoghe attuate anche da altre case automobilistiche, tra cui Audi, BMW, Renault, Fiat e Jeep.

Sede: Witty Books
Orari: 15.00-19.00

Fabio Barile. Works for a Cosmic Feeling
a cura di Tommaso Parrillo e Niccolò Fano
Works for a Cosmic Feeling è una raccolta di opere fotografiche che impiegano gli strumenti della scienza e della filosofia per esplorare quello che Romain Rolland (in una lettera del 1927 a Sigmund Freud) ha chiamato "sentimento oceanico" - riferendosi alla sensazione di essere uno con l'universo.
Seguendo il principio taoista dello "spirito della valle", le opere esplorano molteplici traiettorie nel tentativo di comportarsi come un sistema complesso. Il lavoro si presenta come un flusso di coscienza e un viaggio immersivo nel divenire e dell'interconnettività, incorporando il processo di trasformazione nel tempo come parte integrante dell'opera stessa. Che sia osservando il modo in cui i rami e le foglie di una foresta si organizzano, come una superficie bidimensionale irrompe nella terza dimensione o con tentativi di ricreare strutture costruite dagli animali, i lavori sono sforzi per esaminare, connettersi, e raffigurare, un diverso livello della realtà - all'interno delle limitazioni del mezzo fotografico.
Questi lavori non considerano incoerenza e imperfezione come difetti, ma come elementi essenziali dell'evoluzione. Infatti, l'evoluzione viene paragonata al lavoro di un artigiano che trasforma materiali e idee preesistenti in modo creativo, a differenza di un ingegnere che segue un piano prestabilito. Questo approccio riflette una visione del mondo dove il cambiamento e l'imperfezione sono visti non solo come inevitabili, ma come aspetti fondamentali del processo creativo e evolutivo.
Per l'occasione verrà presentato un libro relativo ai lavori presenti in mostra.

La tua iscrizione non può essere convalidata.
La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

Utilizziamo Sendinblue come nostra piattaforma di marketing. Cliccando qui sotto per inviare questo modulo, sei consapevole e accetti che le informazioni che hai fornito verranno trasferite a Sendinblue per il trattamento conformemente alle loro condizioni d'uso

Exposed. Torino Foto Festival

Torino - evento diffuso

Apertura: 02/05/2024

Conclusione: 02/06/2024

Curatore: direzione artistica di Menno Liauw e Salvatore Vitale

Indirizzo: Torino

Biglietto: unico pass 25 € | ridotto 20 € | acquistabile dal 5 marzo 2024

Per info: info@exposed.photography

Sedi delle mostre: CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia | Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea | Cripta747- gratuito | Ex Galoppatoio della Cavallerizza Reale | Paratissima Fondazione Merz | Fondazione Sandretto Re Rebaudengo | Gallerie d'Italia - Torino | GAM – Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea | MAO Museo di Arte Orientale | Mucho Mas! - gratuito | Museo Nazionale del Cinema - Cinema Massimo | Museo Regionale di Scienze Naturali | OGR - Torino - gratuito | Palazzo Birago - gratuito | Palazzo Carignano - Direzione regionale Musei Piemonte Palazzo Madama – Museo Civico d'Arte Antica
Pista 500 di Pinacoteca Agnelli
Polo del 900 - gratuito
Villa della Regina - Direzione regionale Musei Piemonte Witty Books – gratuito

Sito web per approfondire: https://www.exposed.photography/