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Praticare il silenzio, tracciarne la forma

  • Quando:   10/02/2024 - 16/03/2024
  • evento concluso
Praticare il silenzio, tracciarne la forma

Inaugura sabato 10 febbraio alle ore 18 presso la Galleria Sacca di Giovanni Scucces a Modica "Praticare il silenzio, tracciarne la forma", una mostra curata da Mario Bronzino con opere di nove artisti, che in modi differenti hanno avuto un rapporto diretto con il territorio in cui sorge la galleria. L'esposizione è visitabile fino al 16 marzo 2024

Gli artisti in mostra: F. Baglieri, A. M. Bert, G. G. Fazio, M. Marchica, S. Muscolino, E. Pinelli, F. Severino, R. Orlando, R. Poidomani

"Cosa rimane del silenzio? Un'eco precaria in cui tutto è contenuto nella sua forma essenziale, in bilico prima del frastuono prodotto da un fruscio" è la riflessione che apre la mostra, dove il suono e il silenzio diventano pretesti e metafore per interrogare ed esaminare il valore della diversità nell'arte. Partendo proprio dall'analisi sociologica dell'omologazione che si è diffusa progressivamente dalla fine degli anni Novanta ad oggi, "Praticare il silenzio, tracciarne la forma" sfida la crisi che il valore estetico dell'arte sta vivendo, per ricercare produzioni autonome dalle influenze passate. Come afferma il curatore nel testo che accompagna la mostra: "In particolar modo nel corso dell'ultimo decennio è riscontrabile il ritorno ad un'arte già affrontata, le cui prime evidenti qualità rappresentano soltanto delle approssimative citazioni tecnico-formali, alle quali si aggiungono contenuti tematici ampiamente abusati, nonché privi di originalità. In questo contesto stagnante il passato artistico gioca un ruolo da stampella logico-concettuale, a sostegno di un'arte prodotta dallo strascico di profumi passati, che a loro tempo hanno lasciato segni importanti sul volto dell'arte. Se è vero che nella forma risieda il concetto stesso dell'opera, allora la recente produzione d'arte perde man mano forma e insegue teoricamente idee obsolete e ampiamente sdoganate, producendo rumore visivo e speculativo".

Tramite le opere di Francesca Baglieri, Andrea Mario Bert, Gabriele Gino Fazio, Marilina Marchica, Silvia Muscolino, Roberto Orlando, Ettore Pinelli, Rossella Poidomani e Federico Severino, la mostra apre sguardi a nuovi campi di indagine, temi che appartengono alla natura stessa dell'essere umano e che tentano un ritorno ai minimi termini e ad un silenzio dal quale generare nuove sonorità a contatto con la sincerità dell'arte, significative per l'individuo e per la società.

La mostra, realizzabile principalmente grazie alla fiducia e al sostegno del gallerista, vuole quindi sfidare le difficoltà della ricerca di un'unicità e fa del silenzio un luogo praticabile idealmente, dal quale ricavare informazioni trasformabili in forme di nuovo cariche di significati concettuali. Aggiunge infine il curatore: "È possibile, solo attraverso una relazione con il silenzio – ossia con l'apparente mancanza di informazione – realizzarne un personale ritratto che manifesti forme e idee esclusivamente appartenenti alle esperienze e agli interessi personali che rendono unico ogni individuo".... leggi il resto dell'articolo»

Praticare il silenzio, tracciare la forma - Testo di Mario Bronzino, curatore

Cosa rimane del silenzio? Un'eco precaria in cui tutto è contenuto nella sua forma essenziale, in bilico prima del frastuono prodotto da un fruscio.
Per interrogarsi ed esaminare il valore paradigmatico della diversità nell'arte, il suono e il silenzio sono ottime metafore, che rivelano automaticamente una naturale condizione dell'essere umano, causa di denigrazione fino a qualche decennio fa. Banalmente basti pensare che una madre non potrà generare due volte lo stesso figlio: questo testimonia che la diversità è la prerogativa alla base dell'origine dell'Uomo. Di fatti le sfaccettature comportamentali e le dinamiche psicologiche che ritraggono il carattere dell'individuo, saranno costantemente differenti, nonostante ognuno di questi viva all'interno del medesimo nucleo familiare o nella stessa società. A questi si aggiungono ulteriormente esperienze e interessi personali nei riguardi di particolari cose del mondo e della vita, che renderanno unico il singolo.

In ambito sociologico, analizzando le evoluzioni della società tecnologica dalla fine degli anni Novanta ad oggi, è evidente come l'unicità sia stata esponenzialmente sostituita da un'omologazione che ha coinvolto principalmente mode e pratiche sociali, trasformando serialmente gli individui in ideali prodotti commerciali. Questo fenomeno è ricaduto analogamente in ambito artistico, comportando un'incisiva complessità sulla ricerca di essenziali barlumi di diversità incontaminata nella produzione d'arte, in cui siano ancora conservati valori e significati non predefiniti a priori. In particolar modo nel corso dell'ultimo decennio è riscontrabile il ritorno ad un'arte già affrontata, le cui prime evidenti qualità rappresentano soltanto delle approssimative citazioni tecnico-formali, alle quali si aggiungono contenuti tematici ampiamente abusati, nonché privi di originalità. In questo contesto stagnante il passato artistico gioca un ruolo da stampella logico-concettuale, a sostegno di un'arte prodotta dallo strascico di profumi passati, che a loro tempo hanno lasciato segni importanti sul volto dell'arte. Se è vero che nella forma risieda il concetto stesso dell'opera, allora la recente produzione d'arte perde man mano forma e insegue teoricamente idee obsolete e ampiamente sdoganate, producendo rumore visivo e speculativo.

Alludendo al suono come simbolo dell'ordine armonico e significante degli elementi che costituiscono l'arte, forme, immagini e concetti accumulati indistinguibilmente – la cui originale natura critica si fatica ad individuarla se non in opere storicizzate e mature – ne hanno comportato una sostanziale mutazione. La percezione è quella di un rumore caotico, non ordinato, in cui le singole note scomposte non restituiscono un'ideale melodia alternata, bensì un monotono rumore non ragionato. Il prodotto è la totale crisi e diminuzione del valore estetico; un rumore speculativo dell'immagine, in cui l'opera d'arte è generata da un'interferenza che agisce sul piano estetico-significante, causa di sovrapposizioni tecnico-concettuali impegnate nella giustificazione del proprio frastuono. Bisogna, dunque, tentare un ritorno alla base di tutto, all'essenzialità dei minimi termini, ad un silenzio dal quale generare nuove sonorità a contatto con la sincerità dell'arte; annullare gli inutili decori teorici figli di un tempo oltrepassato e accedere nuovamente ad atmosfere significative sia per l'individuo che per la società.

Francesca Baglieri, Andrea Mario Bert, Gabriele Gino Fazio, Marilina Marchica, Silvia Muscolino, Ettore Pinelli, Federico Severino, Roberto Orlando e Rossella Poidomani sono i nove artisti che in modi tra loro differenti hanno avuto un confronto o un legame diretto con il territorio circostante a Modica. SACCA GALLERY funge da coordinata di riferimento per l'avviamento di una ricerca solo inizialmente territoriale, ma che vuole declinarsi nel tempo, intenta a mettere in evidenza produzioni autonome e libere dalle contaminazioni passate, capaci di strutturare originali metodologie produttive per nuovi ambiti di indagine. "Praticare il silenzio, tracciarne la forma" è una mostra che vuole sfidare le contemporanee criticità della ricerca dell'unicità e fa del silenzio pretesto e luogo praticabile idealmente, da cui ricavare informazioni codificabili in forme di nuovo pregnanti di significati concettuali. È possibile, solo attraverso una relazione con il silenzio – ossia con l'apparente mancanza di informazione – realizzarne un personale ritratto che manifesti forme e idee esclusivamente appartenenti alle esperienze e agli interessi personali che rendono unico ogni individuo.

Note biografiche sugli artisti in mostra

Francesca Baglieri, Andrea Mario Bert, Gabriele Gino Fazio, Marilina Marchica, Silvia Muscolino, Roberto Orlando, Ettore Pinelli, Rossella Poidomani, Federico Severino
A cura di Mario Bronzino

Francesca Baglieri
Nata a Modica (RG) nel 1997. Vive e lavora a Palermo. Viene dalla campagna modicana, cresce tra gli animali allevati dal nonno, che spesso disegna, impara la ciclicità delle stagioni seguendo ritmi prettamente agricoli impostati sulla semina di frutta e ortaggi, sulla preparazione delle conserve di pomodoro e sulla raccolta delle olive, che poi diventerà l'olio che servirà alla famiglia; per questi motivi i è sempre sentita più vicina alla generazione dei suoi nonni, che vede nel mondo un cerchio, nel cerchio un mistero, nel presente un frammento di verità. Questa educazione la porta a vedere il mondo come un composto di elementi e oggetti confacenti al fabbisogno dell'uomo, ogni cosa ha lo scopo di essere utile. Nel 2022 consegue il diploma di II livello in Pittura all'Accademia di Belle Arti di Palermo. È co-fondatrice di )( Artist Run Space a Palermo.

"Costruire un impianto scenografico, di cui ricercare le forme, che funga da abitazione, per poi arredarla: queste sono le fasi della pratica di Francesca Baglieri. Si vuole impossessare di un luogo per renderlo utile agli spettatori che lo abiteranno e lo vedranno, rendendolo un elemento compositivo del cerchio estetico, che va chiudendosi. La sua esplorazione del paesaggio risponde a un'esigenza di ancoraggio antropologico e ad una necessità di individuare un terreno di operatività. Ogni cosa ha lo scopo di essere utile. La prospettiva si semplifica, lo spazio è ridipinto, così da poterlo conoscere di nuovo, da zero. L'impianto pittorico è come desideroso di divenire architettura.
"Il primo giorno d'asilo, presentandomi agli altri bambini, osservai in loro solo colori all'interno di forme. Da lì capii che l'avrei fatto per il resto della mia vita". (Francesca Baglieri)

Andrea Mario Bert
Andrea Mario Bert (Forlì, 1984) dopo la maturità scientifica si iscrive nel 2010 all'Accademia di Belle Arti di Bologna dove frequenta il corso di pittura e si distingue da subito per la sua ricerca. Negli anni accademici inizia anche il suo percorso espositivo con le prime mostre personali, oltre ai primi importanti riconoscimenti, tra cui il secondo posto al Premio Nazionale delle Arti 2012 presso l'Accademia Albertina di Torino, e vincitore nel 2014 dello storico Premio Internazionale di Pittura Marina di Ravenna presso il Museo MAR di Ravenna, con mostra personale a cura di Claudio Spadoni e Bruno Bandini.
Terminato con il massimo dei voti il periodo nell'Accademia bolognese, nel 2016 il suo lavoro viene notato dalla storica Galleria Forni di Bologna, che lo inserisce da subito nei programmi delle più importanti mostre e fiere a livello internazionale. A partire dalla personale in galleria "Dal Balcone del Cielo", a cura di Beatrice Buscaroli, seguiranno ARTE FIERA Bologna, GrandART Milano, ART Verona, St ART Strasburgo, AAF Art Fair Amburgo.
Dal 2017 la sua ricerca si espande all'arte urbana, ispirato dall'invito e partecipare alla XXVI Biennale del Muro dipinto di Dozza, inizia ad inserire la sua pittura in contesti sempre differenti.
Nel 2021 viene invitato dall'Istituto di Cultura Italiana di Cracovia a presentare "Memento", una mostra personale in occasione della settimana della Lingua Italiana nel Mondo.
Sempre nel 2021 realizza mostre personali a Palazzo delle Esposizioni di Faenza, Oratorio di San Sebastiano di Forlì, Chiesa di Santa Cristina a Cesena, Castello di Montechiarugolo (PR), Istituto di Cultura Italiana di Bratislava, Magazzini del Sale di Cervia (RA), fino ad arrivare a Palazzo Strozzi di Firenze per "Legami", mostra dei finalisti del Premio ENEGANART a cura di Arturo Galansino.
Nel 2022 viene selezionato tra i 5 finalisti al Premio internazionale ARTELAGUNA PRIZE nella sezione Urban Art con l'opera "Esiste una disciplina che apre gli spazi", progetto di riqualificazione urbana in collaborazione con Olvidados Foundation presentato nel marzo 2023 all'Arsenale di Venezia.
"Et in Arcadia Ego", a cura di Beatrice Buscaroli e Cesare Pomarici, è stata l'ultima grande mostra personale progettata per gli spazi del Museo Galleria Vero Stoppioni di Santa Sofia (FC).
È recente invece la collaborazione artistica con il giovane Alessandro Assirelli, co-protagonista della bipersonale a cura di Ilaria Malpezzi e Cesare Pomarici presso Artistica Gallery di Forlì dal titolo "Un altro Me – Doppelganger"; affascinante progetto che è poi stato invitato a vivere un ulteriore sviluppo grazie all'interesse di Francesco Liggeri della NO TITLE Gallery, che ha curato la mostra "Butterfly Effect" presso la Galleria Spazio San Vidal di Venezia. Vive e lavora a Forlì.

"L'uomo raggiunge il proprio cuore a forza di profonde intuizioni e grandi rivoluzioni personali.
Dipingendo incessantemente la propria notte interiore, illuminata dal Sole. E quando il giorno e la notte alla fine si riuniscono, è avvenuto il miracolo." (Andrea Mario Bert)

Gabriele GIno Fazio
Nato a Catania nel 1997. Vive e lavora a Milano, dove si è trasferito dopo aver conseguito il Diploma di Primo Livello in Nuovi Linguaggi della Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Catania. Attualmente è iscritto al Biennio Teoria e Pratica della Terapeutica Artistica presso l'Accademia di Brera di Milano.

"La comparsa dell'invisibile, piccoli rimedi contro la Perdita: il vuoto, la morte, l'assenza, la solitudine, che valore assumono quando poniamo l'attenzione attorno a noi e scorgiamo tutto ciò che abitualmente resta sommerso? c'è una certa voluta ricerca dell'infanzia in questo processo, la raffigurazione dell' immaginifico per colmare suddetto vuoto. al centro di tutto, senza troppi orpelli, troviamo una cosmologia personale animata da piccole creature, fragili e modeste, che riempiono le stanze. Fedele alla tradizione psicoanalitica il gioco si accosta al perturbante, e l'Altro diventa oggetto di ricerca attraverso una successione di pallidi tentativi di connessione, timorosi ma impavidi." (Gabriele GIno Fazio)

Marilina Marchica
Marilina Marchica è nata ad Agrigento nel 1984, dove vive e lavora.
Nel 2004 ha conseguito il diploma presso il Liceo Artistico "Michelangelo" di Agrigento, nel 2007 ha svolto l'Erasmus presso la Universidad Politécnica de Valencia e nel 2008 si è laureata in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Le sue opere sono state pubblicate su riviste e volumi specializzati tra cui "New Collectors Book", curato da Basak Malone (New York, 2015). Ha partecipato a diverse mostre sul territorio nazionale e internazionale; oltre alle personali alla FAM Gallery di Agrigento e all'intervento site-specific per la cripta della Chiesa di Santa Maria del Piliere a Palermo, si ricordano le partecipazioni al Premio FAM, promosso dalle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento, e la residenza d'artista a Villa Aurea - Valle dei Templi, promossa dalla Sovrintendenza dei Beni Culturali di Agrigento.

"Nella sua il «luogo autentico» coincide con quello mentale; il suo lavoro si origina all'interno di una partitura in cui l'armonizzazione tra spazio, volume, forma e tessitura assume un'importanza fondamentale. Una sorta di omoritmia con la terra. Questa connessione fa dialogare il vissuto con ciò che è adesso in un'inedita forma di metapaesaggio disseminato di tracce decadenti appartenute alle azioni, alle parole, attraverso l'azione mutevole di materia e chimica convertite in arte. Le sue opere sono testimonianza del rapporto ciclico tra la vita e la morte: un continuo divenire i cui elementi, legati al vuoto e ad una assenza fin troppo tangibile, restano incisi e indelebili come le orme del suolo che abbiamo calpestato e che altri dopo di noi calpesteranno, mischiando la nostra vita ad altre storie e ad altri eventi." (Marilina Marchica)

Silvia Muscolino
Nata a Catania nel 1998, attualmente vive e lavora tra Catania e S. Teresa di Riva. Nel 2021 consegue il Diploma di Primo Livello in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze. Trasferitasi a Catania dal 2022 frequenta il biennio in Pittura e Linguaggi del Contemporaneo presso l'Accademia di Belle Arti. Nel 2018 collabora con il Comune di Campiglia Marittima (Venturina Terme) al progetto di Arte Pubblica e Restauro di Materiale Contemporaneo e Urbano, promosso dall'Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel 2019 partecipa allo stage Scenotecnica e Macchineria Teatrale presso il Teatro Nazionale Della Pergola con Sandro Lo Bue. Dal 2018 al 2019 lavora come assistente d'artista per Agostino Dessì, presso "Alice's Masks Studio" a Firenze. Dal 2021 al 2022 tiene lezioni di Pittura e Disegno nel proprio studio, intraprendendo una ricerca di natura terapeutica. Nel 2023 viene selezionata come artista dall'Accademia di Belle Arti di Catania per prendere parte al progetto di cooperazione con l'azienda Asec Trade S.r.l. al fine di avviare un dialogo sinergico tra settore pubblico e privato. Dal 2024 forma insieme ad altri artisti HUBBOCS, luogo di scambio, ricerca e produzione d'arte, coordinato da Giuseppe Lana, a Catania.

"La produzione artistica si avvale dell'uso della pittura e della sperimentazione di ulteriori linguaggi al fine di accedere a paesaggi onirici e astrazioni di essi. Il campo d'indagine ha come punto di partenza il mistero del quotidiano, che si manifesta attraverso un fitto legame tra memoria, materia, sogno e spiritualità, testimoniando la fragile transitorietà dell'essere umano. Paradigmatica nella ricerca è l'analisi delle vibrazioni, attraverso l'interpretazione e lo studio del comportamento della luce e del suono e di come questi vengano ricostruiti dalla percezione umana. In questo modo si mira alla comprensione della sinestesia e di alcune forme di neurodivergenza, in relazione a quanto dettato dalla spiritualità, come nel caso delle preghiere visive, quali ad esempio il Kolam e le rappresentazioni astratte islamiche." (Silvia Muscolino)

Roberto Orlando
Nato nel 1996 a Palermo dove vive e lavora. Nel 2021 consegue il diploma di II livello in Pittura all'Accademia di Belle Arti di Palermo. Attualmente, svolge l'incarico di Cultore della materia nel corso di II livello in Pittura all'Accademia di Belle Arti di Palermo. Il suo maggiore interesse è l'oggetto, inteso nella sua forma primordiale. Insieme alla ricerca di una dimensione più profonda della pittura, della scultura e del design, approfondisce i temi della costruzione, della deformazione e della catalizzazione degli oggetti creati dall'uomo durante la storia: a tal fine, l'oggetto perde la sua funzionalità e diviene infine ''cosa''. A tale scopo, approfondisce le scienze botaniche. In cerca di una connessione fra gli elementi vegetali e gli artifici umani, si è dedicato alla coltivazione di piante, di ogni genere, famiglia e specie con l'obiettivo di creare un archivio visivo diretto per la creazione di oggetti e installazioni d'arte. È co-fondatore di )( Artist Run Space.

"Guardo e osservo un cambiamento.
Nella forma qualcosa avviene.
Sempre più veloce,
sempre più complesso.
Il muschio si propaga su una roccia.
Un conflitto interno su chi contiene e su chi è contenuto.
Le radici si gonfiano e simulano l'andamento della corteccia.
Tutto si muove e cambia. Una foglia diventa una casa.
La forma diventa spigolosa e ritorna morbida. Scansa la pioggia.
Umidità stringe le fibre.
Ciò che prima fluttuava ora ondeggia statica.
Ciò che prima era organo, ora diviene colonna.
E quando la colonna cade diviene immagine.
L'immagine definisce gli oggetti e gli oggetti costruiscono le cose" (Roberto Orlando)

Ettore Pinelli

Ettore Pinelli (Modica, 1984). Formatosi in Accademia di belle arti di Firenze, si diploma in pittura nel 2007 e in progettazione e cura degli allestimenti nel 2010, in collaborazione con il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato.
Nel 2015 vince il Premio Marina di Ravenna. Ha partecipato a diversi programmi di residenza per artisti, tra cui Bocs Art a Cosenza e Territori contemporanei a Prato.
Finalista in numerosi premi tra cui il Premio Fondazione San Fedele (Milano), Premio Combat Prize (Livorno), Premio Francesco Fabbri (Treviso). Nel 2015 è vincitore del Premio Marina di Ravenna e nel 2016 del Premio We Art International (Milano). Nel 2016 è uno dei finalisti di TU 35, geografie dell'arte emergente in Toscana.
Nel 2017 è finalista del 18º Premio Cairo esponendo al Palazzo Reale di Milano.
Selezionato per la mostra finale del premio Arteam Cup 2018, promosso dall'associazione culturale Arteam ed Espoarte, a cura di Matteo Galbiati e Livia Savorelli, presso la Fondazione Dino Zoli di Forlì.
Artista inserito da Camillo Langone in Eccellenti Pittori, il diario della pittura italiana vivente.
Menzionato dalla rivista Arte (Cairo Editore) come uno degli artisti under 40 significativi dello stato della ricerca artistica italiana.
La sua ricerca è incentrata sull'osservazione dal punto di vista antropologico di aspetti relazionali della natura umana portati al limite. A partire da immagini, video ed iconografie ricavate dai media, evidenzia il rapporto interpersonale portato allo stremo e quello che l'uomo contemporaneo ha con l'informazione.

"La sua ricerca è incentrata sull'osservazione antropologica degli aspetti relazionali della natura umana quando questa viene condotta al suo limite. A partire da immagini, video ed iconografie ricavate dai media, evidenzia il rapporto portato allo stremo che l'uomo contemporaneo ha con l'informazione. Nella propria ricerca è costante lo sviluppo di particolari immagini e dati provenienti da canali di informazione di terze parti: una mancata definizione, un'accentuazione del disturbo o dell'errore che da difetti si trasformano in valori unici e assoluti. La sua pratica è caratterizzata da una pittura di superficie: stesure leggere e fitte dove una gestualità controllata non permette errori o ripensamenti. Utilizza principalmente la pittura e il disegno come metodi di restituzione dell'idea e si affida a questi per un processo di costruzione e decostruzione dell'immagine che le faccia acquisire una vitalità propria ed una forte autonomia." (Ettore Pinelli)

Rossella Poidomani 
Nata a Comiso nel 1997. Vive e lavora a Palermo. Nel 2019 consegue il Diploma di Primo Livello in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Palermo, dove nel 2022 consegue anche il Diploma di Secondo Livello in Pittura. È co-fondatrice di )( Artist Run Space a Palermo. Nel suo ambiente, nella Sicilia sud-orientale, dove convivono verde, umidità e calcare, ha potuto studiare a lungo il rapporto tra la natura, l'uomo e il mondo, e l'alterazione della materia dovuta allo scorrere del tempo. Lo studio sul campo circa l'apicoltura ha contribuito a porle continuamente interrogativi che riguardano il rapporto con noi stessi e con gli altri in quanto esseri e corpi che stanno al mondo. Per la sua ricerca è importante avere costantemente stimoli dalle relazioni con artisti delle più diverse generazioni e soprattutto emergenti, la collaborazione con le istituzioni artistiche nazionali ed estere, così da avere un dialogo diretto col mondo, tra le sue ultime esperienze sono stati importanti l'esposizione Die Grosse al Kunstpalast a Dusserdolf ed il Festival International d'art contemporain Sete-Palermo, curato da Federica Fruttero, con l'esposizione al CRAC a Sète.

"La sua ricerca indaga un principio che prende forma nell'individuo e si rivela nella collettività: la necessità dell'esistenza. Per determinare il momento preciso in cui questa necessità si manifesta, ho avuto la fortuna di tenere quotidianamente con sè un diario: il suo ambiente, il suo luogo, che altro non fa che mostrare una questione essenziale: il rapporto tra corpi- quali essi siano- e le trasformazioni che il tempo produce su di essi. Qui, nella Sicilia sud-orientale, dove convivono verde, umidità e calcare, termini che già esprimono in sé l'importanza dell'alterazione della materia, ho studiato a lungo il rapporto tra ambiente, uomo e tempo. Un ambiente che può essere quello architettonico, quello domestico, quello che ho vicino, uno spazio intimo esistenziale dell'individuo che guarda ed è in relazione con il mondo. Il mio grande interesse per il corpo, di qualsiasi entità, si traspone nell'interesse per il corpo della cera e delle api, anch'essi parte della mia osservazione quotidiana, data la tradizione familiare nel campo dell'apicoltura. Quando si tiene in mano un pezzo di cera d'api, si è in contatto con un prodotto intermedio tra sangue, muscoli e ossa. L'alveare è una delle strutture più funzionali che siano mai esistite, non solo perché rappresenta una comunità di insetti, ma anche in quanto corpo che dà forma a un altro corpo, per il modo in cui ogni parte del corpo di un'ape è dedicata a creare qualcosa: creare una massa dall'interno, plasmare un organo dall'interno, questo è ciò che fa anche il nostro corpo. Il suo è un ambiente domestico, intimo ma è anche un luogo del mondo e del tempo: un principio, universale." (Rossella Poidomani)

Federico Severino
Nato a Milano nel 1990. Nel 2002 si trasferisce a Catania. Nel 2013 consegue il diploma di Laurea in pittura presso l'Accademia di Belle Arti e Restauro 'Abadir' (CT). Dopo un periodo di residenza a Berlino rientra a Catania e nel settembre del 2016 conclude gli studi presso l'Accademia di Belle Arti di Catania con il diploma Laurea di II livello in Pittura. Partecipa a numerosi premi. Nel 2011 è finalista al Premio Nazionale delle Arti, Brera (MI). Nel 2014 è finalista e vincitore del Premio Nocivelli, nella sezione pittura.
Nel 2016 espone presso la Fondazione Puglisi Cosentino di Catania in occasione di Pre-Visioni II. Sempre nello stesso anno si classifica al secondo posto nella 2ª edizione del Premio FAM Giovani per le arti visive (AG). Nel 2017 è finalista al Premio Combat sezione pittura.
Nel 2018 espone al caffè letterario al Palazzo della Cultura di Catania "(s/t + i/m) x generazioni" a cura di Giuseppe Frazzetto. A luglio è invitato alla prima edizione del Festival di Arte contemporanea "Venti Contemporanei" a Cereggio (RE). È finalista al Premio ContemporaneaMENTI presso la Fondazione L'Arsenale, Iseo (BS). È finalista del premio Fondazione San Fedele (MI). Vive e lavora tra Catania e Torino.
La sua è una ricerca di nuove visioni intime di 'paesaggio'. Paesaggio inteso come luogo e parte dell'esperienza vissuta. In una prima fase è la natura a ispirarlo. Successivamente nella sua ricerca è affiorata un'altra esigenza, quella di confrontarsi con i paesaggi urbani. Essi, nel complesso, sono delle proiezioni mentali ed esperienziali. Attualmente sta lavorando alla serie "Atmosfere" incentrata sull'osservazione del paesaggio nell'elaborazioni di nuovi orizzonti immaginativi. In questo nuovo ciclo di opere l'artista ha sentito l'esigenza di sondare nuove spazialità. Nelle ultime opere è sempre più evidente la presenza di un'immagine più eterea e rarefatta. Un graduale cambiamento tonale scandito dal susseguirsi di nuovi gradienti cromatici che si interpongono uno sull'altro andando a formare così più livelli percettivi. Nuovi spazialismi, nuovi bagliori cromatici sempre nell'ottica di un linguaggio fortemente informale. Gli ultimi lavori vengono definiti dall'artista come delle "prospettive del colore". Non vi sono espliciti riferimenti a luoghi, ma percezioni infinite di distanze, ombre sottili che gradualmente si dissolvono, perdono i loro confini e diventano spazi aperti e contemplativi.

"Il focus dell'attuale ricerca è incentrato sull'osservazione del paesaggio inteso come un fitto dialogo con quello che può essere definito un luogo di confronto tra uomo e mondo circostante. Severino considera il paesaggio come un ampio segmento rappresentativo ed immaginativo. Nelle ultime opere è sempre più evidente la presenza di un'immagine di paesaggio più eterea e rarefatta, a tratti ovattata. La sensazione che si avverte in ogni lavoro è di un graduale cambiamento tonale, scandito dal susseguirsi di nuovi gradienti cromatici che si interpongono uno sull'altro andando a formare così più livelli percettivi. Nuovi spazialismi, nuovi bagliori cromatici sempre nell'ottica di un linguaggio fortemente informale. Gli ultimi lavori vengono definiti dall'autore come "prospettive del colore", in relazione al variare dei gradienti delle cose in ragione della loro lontananza. Non vi sono espliciti riferimenti a luoghi, ma percezioni infinite di distanze, ombre sottili che gradualmente si dissolvono, perdono i loro confini e diventano spazi aperti e contemplativi dall'aspetto muto ed enigmatico. Composizioni luminose, notturne e nebulose. Ampie porzioni di paesaggio, campi di colore e vivida matericità pittorica. L'elemento linea di demarcazione perde lentamente corpo per diventare elemento di connessione che retrocede per dare adito a mutamenti e variazioni coloristiche. Nell'elemento materico e bidimensionale predomina l'aspetto corporeo e monumentale della pittura." (Federico Severino)

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Mostra: Praticare il silenzio, tracciarne la forma

Modica, Sacca Gallery

Apertura: 10/02/2024

Conclusione: 16/03/2024

Organizzazione: Sacca Gallery

Curatore: Mario Bronzino

Indirizzo: Via Sacro Cuore 169/A - 97100 Modica (RG)

Opening: sabato 10 febbraio 2024 alle ore 18.00

Orario: martedì-sabato 16.30-19.30 | le mattine di martedì, mercoledì e venerdì ore 10.30 - 12.30 | altri giorni e fuori orario su appuntamento

Per info: +39 338 1841981 | info@sacca.online



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