L'arte dalla A alla Z
B come Barocco. Da Caravaggio a Velázquez

Il Barocco non è stato solo un passaggio fondamentale di evoluzione dell'arte figurativa dopo il Rinascimento, ma ha visto all'opera alcuni dei pittori che sono tutt'ora tra i più apprezzati, tanto da essere protagonisti in molte esposizioni in Italia e all'estero, e tra i più ricercati nei musei.

San Girolamo di Michelangelo Merisi detto Caravaggio, 1606, Galleria Borghese - Roma

L’arte dalla A alla Z. B come Barocco

Iscriviti al nostro canale per non perdere i nuovi contenuti!

Già col tardo Rinascimento, nel XVI secolo, si assiste ad un grande fermento artistico, quando molti artisti si sono concentrati su una maggiore libertà espressiva, per esempio col Manierismo, e su una rappresentazione più realistica del mondo, in particolare nei Paesi Bassi, senza dimenticare l'influenza della pittura veneziana, con l'esaltazione del colore e una profonda esplorazione dell'effetto della luce.

In questo modo l'arte si allontana dagli ideali di armonia ed equilibrio tipici del Rinascimento, fino a raggiungere esiti più complessi, drammatici e talvolta esuberanti che caratterizzano il periodo e lo stile che ha preso il nome di Barocco. Il termine "Barocco" ha una duplice origine: da una parte deriva dal francese "baroque", che descrive una perla con una forma irregolare, e dall'altra dall'italiano "barocco", utilizzato nella scolastica medievale per indicare la seconda figura del sillogismo, un ragionamento apparentemente robusto nella sua forma ma debole nella sua logica. In sostanza nel Settecento il termine ha un'accezione negativa, per indicare un'arte strana, bizzarra e disarmonica. Solo nel XX secolo il termine ha assunto una connotazione più positiva, riconoscendo il valore artistico e l'importanza storica del Barocco.

Un precursore del Barocco, autore di uno dei passaggi più rivoluzionari nella pittura della fine del Cinquecento, è Michelangelo Merisi detto il Caravaggio dal nome del borgo omonimo presso Milano, dove nasce nel 1571. Il suo stile caratterizzato dal realismo con cui rappresenta i soggetti dei suoi dipinti, unitamente ad un uso innovativo del chiaroscuro colpiscono da subito i suoi contemporanei. ll caravaggismo esce dai confini italiani esercitando una forte influenza sulla pittura barocca del XVII secolo e sui pittori fiamminghi, olandesi, francesi e spagnoli. Così, in un secolo dove il "Grand Tour" era considerato un'esperienza formativa fondamentale per la crescita artistica e culturale dei giovani artisti, e non solo, che si recavano nelle principali città italiane, come Roma, Firenze e Venezia, per ammirare le opere dei grandi maestri del passato, come Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello e Tiziano, i dipinti di Caravaggio diventano un'ulteriore fonte di attrazione e studio. Nonostante Caravaggio avesse conquistato grande fama internazionale in vita e subito dopo la morte, fu in seguito quasi dimenticato, e solo nel XX secolo e ancora nel XXI è protagonista di una grandissima riscoperta.

Tra gli iniziatori del Barocco in Italia vanno ricordati i fratelli Carracci e la loro scuola. Annibale Carracci (Bologna, 3 novembre 1560 - Roma, 15 luglio 1609), insieme al fratello Agostino (Bologna, 16 agosto 1557 - Parma, 23 febbraio 1602) e il cugino Ludovico (Bologna, 21 aprile 1555 - Bologna, 13 novembre 1619), fu un importante innovatore nel periodo di transizione tra il Rinascimento e il Barocco dando vita ad uno stile artistico che oggi identifichiamo col termine di "classicismo". La sua pittura enfatizzava l'uso del colore e la monumentalità delle forme, anticipando alcune delle caratteristiche tipiche del Barocco, in una ricerca di sintesi tra l'armonia e la misura eredità del Rinascimento ed il realismo ricavato da un attento studio della realtà. Tra i pittori fiamminghi, figura di spicco è stata quella di Pieter Paul Rubens.

Ma veniamo all'attualità e alle mostre e dipinti che si possono ammirare in questo periodo realizzati da alcuni dei protagonisti della stagione artistica che ha portato all'evoluzione dello stile barocco. 

Caravaggio, La presa di Cristo

Fino al 16 giugno 2024 la sede della Fondazione Banco di Napoli epone "La presa di Cristo", dipinto di Caravaggio sottoposto ad un intervento di accurato restauro e un'intensa attività di studio, prima versione della famosa composizione di cui esistono diverse copie. 

Caravaggio
Caravaggio, La presa di Cristo... leggi il resto dell'articolo»

L'opportunità di ammirare l'opera si presenta a Napoli dopo l'eposizione a Palazzo Chigi ad Ariccia (Roma) e dopo la storica "Mostra del Caravaggio e dei caravaggeschi" del 1951 negli spazi di Palazzo Reale di Milano, quando però si presentava sporca e con varie ridipinture, rimosse dopo il recente restauro. Le indagini hanno evidenziato radicali cambiamenti ed estesi pentimenti, che ne avvalorano l'assoluta autografia, confermata per la sua qualità molto alta da autorevoli studiosi sin dalla sua ricomparsa nel 2003. In ragione della sua eccezionalità, il quadro è stato notificato dallo Stato Italiano con Decreto del 2 dicembre 2004 del Ministro dei Beni Culturali come opera di particolare interesse per la Nazione. Continua a leggere.

Il mestiere del pittore nel Seicento: la mostra sul Guercino e artisti coevi a Torino

A Torino dal 23 marzo 2024 le Sale Chiablese dei Musei Reali fino al 28 luglio ospitano la mostra "Guercino. Il Mestiere del pittore", un'esposizione ricca, con oltre 100 opere di Guercino e di artisti coevi, provenienti da più di 30 importanti musei e collezioni, tra cui il Prado e il Monastero dell'Escorial, per presentare la grande arte del Maestro emiliano e insieme raccontare il mestiere e la vita dei pittori del Seicento, in un affascinante, grande affresco del sistema dell'arte. Tra le novità proposte della mostra c'è la riunificazione, per la prima volta dopo 400 anni, del ciclo di dipinti commissionati a Guercino da Alessandro Ludovisi, futuro papa Gregorio XV, a Bologna. Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino (Cento 1591 - Bologna 1666), ebbe una strutturata bottega, una fitta rete di mentori e intermediari, con tanti e diversi committenti, e lasciò una ricchissima documentazione. Fu ricercato da borghesi, nobili, pontefici e prelati, ma anche dalle più prestigiose corti europee, e per questo diventa l'exemplum perfetto della vita, dell'iter creativo e del mestiere di ogni pittore. Tra i punti di riferimento del periodo di maturazione di Guercino c'è Ludovico Carracci, ammirato a Bologna ma anche a Cento - di cui in mostra si trova un prezioso olio su rame con l'Annunciazione dai Musei di Strada Nuova di Genova. In mostra è presente anche il cugino Annibale Carracci, Domenichino e Agostino Tassi. 

Guercino

Guercino, Venere, Marte e Amore, 1634, olio su tela, 136 x 157,5 cm, Modena, Galleria Estense

Tra le varie sezioni tematiche, la mostra propone un approfondimento sugli anni della formazione, dagli spostamenti a Bologna per vedere le opere dei Carracci, al viaggio a Venezia, dove entra in contatto con quelle di Tiziano, Tintoretto e Veronese, e su alcuni dei temi particolari, come la produzione di paesaggi in particolare negli anni giovanili, le nature morte, in cui si specializzò il fratello Paolo Antonio. Interessante anche il riferimento alla dialettica tra scienza e magia. Nel primo Seicento l'importanza della rivoluzione del pensiero galileiano coinvolge committenti e artisti e trova riflesso nella produzione figurativa, ma d'altra parte anche la magia e la stregoneria attirano l'interesse del pittore come documentano alcuni suoi disegni. Spazio anche ad un focus sulla pittura teatrale a sottolineare come il Barocco è per antonomasia l'epoca teatrale in cui la rappresentazione degli affetti diventa un tema centrale della pratica e della teoria artistica. La teatralizzazione della pittura si ottiene scegliendo un taglio compositivo che offra una visione ravvicinata degli eventi e favorisca il coinvolgimento dello spettatore, con l'accentuazione dei gesti e delle espressioni.

In conclusione la mostra "Guercino. Il Mestiere del pittore" rappresenta un'occasione per comprendere più a fondo l'evoluzione dell'arte figurativa e le dinamiche dell'essere artista nel Seicento in tutti i suoi aspetti. Scopri di più sulla mostra.

Cinque secoli di capolavori da Masaccio a Andy Warhol alla Reggia di Venaria

Restiamo in Piemonte per la mostra "Capodimonte da Reggia a Museo. Cinque secoli di capolavori da Masaccio a Andy Warhol". Le 76 opere provenienti dal Museo di Capodimonte, cui se ne aggiungono 6 dai Musei Reali di Torino, guidano i visitatori alla scoperta del collezionismo delle due famiglie che resero Napoli una città cosmopolita, capitale del Regno delle Due Sicilie, i Farnese (indirettamente) e i Borbone. La mostra, come si evince dal titolo, non si concentra sul periodo barocco, ma espone alcuni dipinti di artisti fondamentali per il Seicento italiano. Troviamo «Ercole al bivio» (1596) di Annibale Carracci, «La Flagellazione» (1607) di Caravaggio, «Atalanta e Ippomene» (1615-18 ca) di Guido Reni, e anche un'Annunciazione (1630) di Artemisia Gentileschi, altra figura che ha goduto di un'importante recente riscoperta di non abbiamo ancora fatto riferimento fin qui.

Guido Reni

Guido Reni, Atalanta e Ippomene, circa 1615-18

Un Velázquez in galleria tra i dipinti di Caravaggio

Fino al 23 giugno Galleria Borghese a Roma presenta la mostra Un Velázquez in Galleria, in cui l'opera Donna in cucina con Cena di Emmaus – una delle prime opere conosciute di Diego Velázquez (1599-1660) e proveniente dalla collezione permanente della National Gallery of Ireland – è allestita nella Sala del Sileno che ospita i dipinti di Caravaggio. La Donna in cucina con Cena in Emmaus è tra le prime opere del pittore spagnolo, dipinta intorno al 1618-1620 quando era da poco uscito dalla bottega di Francisco Pacheco, pittore sivigliano di cui sposò la figlia Juana nel 1618. Il dipinto rientra nel genere dei bodegón, filone di pittura spagnolo che ritraeva persone delle condizioni sociali più umili, in cucina o vicino a cibi e oggetti poveri. Protagonista del dipinto è una giovane domestica affaccendata in cucina, che sembra aver appena finito di mettere in ordine dopo una cena, come dimostrano la brocca e le ciotole rovesciate a scolare e il panno bianco in primo piano.

Donna in cucina con Cena in Emmaus

Diego Velázquez (1599-1660), Donna in cucina con cena in Emmaus , c.1617-1618. © National Gallery of Ireland

Pittore tra i più talentuosi di tutti i tempi, Velázquez (6 giugno 1599, Siviglia - 6 agosto 1660, Madrid) fu un artista internazionale, e visitò Roma ben due volte nel corso della vita e come Rubens ebbe un rapporto privilegiato con Roma e l'Italia. Il primo suo viaggio in Italia risale agli anni tra il 1629 e il 1631, quando vi trascorse un anno e mezzo con l'intento di vedere e studiare le opere d'arte presenti nel paese. Fece poi ritorno in Italia anche nel 1649.

Tra i dipinti di Caravaggio appartenenti alla collezione della Galleria Borghese troviamo il San Girolamo, del 1606, che abbiamo scelto come immagine di copertina di questo articolo, e che alcuni mesi fa è stato protagonista di una mostra in Basilica Palladiana a Vicenza, "Caravaggio, Van Dyck, Sassolino. Tre capolavori a Vicenza".

Velázquez a Napoli coi capolavori dalla National Gallery di Londra

Anche Napoli è in questi giorni sede di un'importante evento espositivo dedicato al grande pittore spagnolo, grazie all'iniziativa di Gallerie d'Italia, museo di Intesa Sanpaolo. Fino al 14 luglio 2024 è infatti possibile ammirare due capolavori di Diego Velázquez provenienti dalla National Gallery di Londra. Si tratta di Immacolata Concezione e San Giovanni Evangelista sull'isola di Patmos. Per l'occasione di "Velázquez. Un segno grandioso", i due dipinti di Velázquez sono esposti affiancati da altri due dipinti raffiguranti l'Immacolata Concezione, di Paolo Finoglio, proveniente dal convento francescano di San Lorenzo Maggiore a Napoli e di Battistello Caracciolo conservata nella chiesa della Natività della Beata Maria Vergine a Roccadaspide, nel Cilento.

Guarda e scopri la mostra

Iscriviti al nostro canale per non perdere i nuovi contenuti!

L'arrivo delle opere dalla National Gallery di Londra è avvenuto in occasione della mostra londinese 'The Last Caravaggio' dov'è protagonista l'opera Il Martirio di sant'Orsola in prestito da Intesa Sanpaolo.

Rubens a Palazzo Barberini con Tiziano e Raffaello

Dalla Galleria Borghese, in prestito a Palazzo Barberini a Roma, proviene un dipinto di Rubens con un soggetto tipico del Seicento, Susanna e i vecchioni, datato 1606-1607 circa. La storia di Susanna è contenuto nel Libro di Daniele dell'Antico Testamento (Daniele 13, 1-64). Susanna è la sposa bella e casta di Ioachim che viene sorpresa mentre fa il bagno da due anziani giudici che frequentano la casa del marito e che riescono a introdursi nel suo giardino. Nel tentativo di abusare di lei, la ricattano minacciandola di accusarla di adulterio qualora non avesse acconsentito a giacere con loro. Al rifiuto di Susanna, i due si vendicano incolpandola pubblicamente, ma viene salvata dalla condanna a morte dall'intervento del profeta Daniele, che dimostra l'innocenza della giovane e la menzogna dei vecchioni. Tra le più famose interpretazioni di questo soggetto si ricordano quelle di Artemisia Gentileschi (per cui la vicenda assume anche risvolti biografici), ma sono molti i pittori ad essersi misurati col racconto biblico e tra questi anche Annibale Carracci.

Susanna e i vecchioni

Peter Paul Rubens (Siegen 1577 - Anversa 1640) Susanna e i vecchioni/Susannah and the Elders, 1605-1607 - olio su tela oil on canvas, cm 94 x 67 Galleria Borghese, Roma © Galleria Borghese

La mostra romana, "Raffaello, Tiziano, Rubens. Capolavori dalla Galleria Borghese a Palazzo Barberini", visitabile fino al 30 giugno, nasce da un'inedita collaborazione tra Gallerie Nazionali di Arte Antica e Galleria Borghese, nel periodo in cui il primo piano della Galleria Borghese è in fase di rinnovamento e chiusa al pubblico. Si realizza così un'occasione unica e imperdibile per mettere in dialogo due collezioni che condividono una storia simile, legata a due figure cruciali della vita politica e culturale romana del Seicento, Maffeo Barberini e Scipione Borghese.

Capolavori assoluti quali Amor Sacro Amor Profano di Tiziano, il Ritratto d'uomo di Antonello da Messina, la Dama con liocorno di Raffaello, la Madonna col Bambino di Giovanni Bellini, la Madonna con Bambino, san Giovannino e angeli di Sandro Botticelli, la Predica del Battista di Paolo Veronese, e, appunto, Susanna e i vecchioni di Peter Paul Rubens. Scopri di più sulla mostra.

Van Dyck a Palermo per le estasi di Santa Rosalia

Antoon van Dyck (Anversa, 22 marzo 1599 – Londra, 9 dicembre 1641), pittore fiammingo, apprezzato soprattutto come ritrattista, divenne il primo pittore di corte in Inghilterra dopo un lungo soggiorno in Italia. In questi giorni tra i protagonisti della mostra "Le estasi di Santa Rosalia. Antoon van Dyck, Pietro Novelli, Mattia Preti, Luca Giordano", in costo alla Pinacoteca di Villa Zito a Palermo fino al 19 maggio.

Santa Rosalia

Anton van Dick, Santa Rosalia, 1625 - Museo Prado, Madrid

La mostra è stata organizzata in occasione della ricorrenza giubilare dei 400 anni dal ritrovamento delle spoglie di Santa Rosalia, ed espone alcuni straordinari capolavori della storia dell'arte moderna europea dedicati alla rappresentazione della Patrona di Palermo, provenienti dal Museo del Prado Prado e dalla Real Academia des Bellas Artes de San Fernando di Madrid, dall'Archivio Diocesano dell'Arcidiocesi di Malta, dal Museo Diocesano di Palermo, dal Palazzo Reale di Palermo - Fondazione Federico II. I dipinti, dall'altissimo valore storico, artistico e culturale, mostrano la speciale vitalità iconografica dedicata alla Santa a partire dal 1624.

L'accostamento di queste opere consente di osservare la convergenza di stili e sensibilità rispetto alla spiritualità barocca, che si sviluppa proprio durante la permanenza del pittore fiammingo Antoon van Dyck a Palermo dal 1624 al 1625. L'opera di van Dyck a Palermo, proseguita ad Anversa, varia la tradizione iconografica locale, proponendo un modello a cui si riconducono, tra le altre, le successive rappresentazioni di Pietro Novelli, il cui dipinto ritorna a Palermo per l'occasione, Mattia Preti e Luca Giordano, che costituiscono qui un nucleo particolarmente significativo ed esaustivo dell'impatto dell'immaginario di van Dyck sull'iconografia della Santa. Continua a leggere.


Link per approfondire:

Pubblicato il 04/05/2024

La tua iscrizione non può essere convalidata.
La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

Utilizziamo Sendinblue come nostra piattaforma di marketing. Cliccando qui sotto per inviare questo modulo, sei consapevole e accetti che le informazioni che hai fornito verranno trasferite a Sendinblue per il trattamento conformemente alle loro condizioni d'uso

Itinerarinellarte.it