"L'occhio in gioco. Percezione, impressioni e illusioni nell'arte" è una mostra dal sapore internazionale, che tratta temi universali che travalicano i confini dell'arte, ma che è fortemente legata alla storia di una città, Padova, della sua Università e di un gruppo artistico, il Gruppo N, che da qui ha contribuito a fare la storia dell'arte degli anni '60.
La mostra è stata presentata alla stampa ieri da Gilberto Muraro, presidente dell'ente promotore insieme all'Università di Padova, la Fondazione Cariparo, e da tre dei cinque curatori, Luca Massimo Barbero, Guido Bartorelli e Andrea Bobbio. La curatela, come l'esposizione, è stata infatti suddivisa in due capitoli: Luca Massimo Barbero per la parte storica, Guido Bartorelli, Giovanni Galfano, Andrea Bobbio e Massimo Grassi dell’Università di Padova, per la parte dedicata al Gruppo N e alla psicologia della percezione.
"L'occhio in gioco" apre al pubblico oggi, sabato 24 settembre 2022, allestita a Palazzo del Monte di Pietà, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, ma presente anche in altri luoghi della città con alcune opere e installazioni di grandi dimensioni. Una mostra che, seguendo le parole del prof. Gilberto Muraro, è davvero un evento eccezionale, per la portata storica, e per il modo in cui è stata concepita. Non per nulla si inserisce tra le iniziative promosse per celebrare gli 800 anni di storia dell’Ateneo Patavino. Un ateneo dal passato remoto già straordinario, suggellato da un ulteriore passaggio fondamentale nel 1919, quando viene creato un laboratorio di Psicologia sperimentale. Accade così che un percorso che muove i primi passi nei preziosissimi manoscritti del '200 esposti nelle prime sale dell'allestimento espositivo, a testimonianza delle origini della ricerca per comprendere e rappresentare la sfera celeste, incrocia a Padova un centro di eccellenza sulla ricerca nell'ambito della psicologia della percezione, la cui autorevolezza è suggellata anche dalla pubblicazione sulla rivista Scientific American di articoli commissionati negli anni '70 a Fabio Metelli e Giordano Kanizsa sulle teorie delle trasparenze e dei margini quasi percettivi. E questa presenza accademica è stata fondamentale per la nascita di uno dei gruppi artistici che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia dell'arte del secondo dopoguerra, ovvero il Gruppo N, con Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi e Manfredo Massironi, quest'ultimo non solo artista, ma anche ricercatore.
Date queste premesse si potrebbe dedurre che si tratti di una mostra dall'impronta molto accademica, di conseguenza godibile solo dagli appassionati della storia della psicologia della percezione e dell'arte cinetica e programmata, ma la forza e la straordinarietà di questo progetto espositivo sta proprio nella sua capacità di affiancare ai contenuti storico-scientifici, capolavori dell'arte del '900, in qualche modo legati alla ricerca sulla percezione dei colori e del movimento (Picasso, Seurat, Balla, Kandinskij, Vasarely per fare solo alcuni nomi), fino a momenti quasi giocosi, che non mancheranno di incuriosire ed attrarre una grande platea di pubblico. L'occhio in gioco, appunto.
Una mostra quindi che potrà essere fruita a diversi livelli di attenzione e di coinvolgimento culturale, ma che certamente rientra di diritto tra gli eventi espositivi classificabili come assolutamente da non perdere. I più attenti probabilmente faticheranno ad accontentarsi di una sola visita, insufficiente per approfondire adeguatamente tutti i temi svolti e le opere esposte. Tanto più che la mostra si completa con altre 5 grandi opere installate in luoghi simbolo della città come il Museo di Storia della Medicina di Padova (MUSME), il cortile antico del Bo e l’Orto Botanico di Padova.
Per maggiori informazioni sulle modalità di fruizione della mostra si rimanda alla scheda dell'evento.
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Antonio Giuliani, Itinerarinellarte.it
Pubblicato il 24/09/2022
Itinerarinellarte.it