Prove generali a Palermo in vista del prossimo anno quando diventerà la capitale della cultura italiana. Al contrario di quanto sta avvenendo in Toscana, dove ancora nessuno si è accorto che Pistoia è la capitale della cultura italiana
Settanta opere, molte delle quali provenienti da prestigiose collezioni private e per questo mai esposte prima, 8 sculture e 44 artisti. Sono i numeri di 'Novecento italiano. Una storia', la mostra organizzata dalla Fondazione Federico II. L'esposizione, che è ospitata nelle Sale Duca di Montalto di Palazzo Reale, è un viaggio ideale tra le tendenze e le personalità dei più grandi maestri italiani del XX secolo. Fino al prossimo al 31 agosto i visitatori, passeggiando tra le sale espositive, potranno ammirare i capolavori di Renato Guttuso o Fausto Pirandello, oppure ancora le opere degli artisti del Gruppo Forma, di Giorgio De Chirico e di Jannis Kounellis.
Sono oltre 400mila ogni anno i visitatori che scelgono di ammirare lo storico palazzo che ospita l'Assemblea regionale siciliana. "Molti di loro – è stato sottiolineato - visiteranno questa mostra, ma ancora più significativa è la scelta di offrire questo percorso artistico-culturale alla vigilia di un anno importante, il 2018, quando Palermo sarà Capitale italiana della cultura e ospiterà 'Manifesta', la biennale delle arti visive".
Almeno quindici i movimenti artistici rappresentati in questa esposizione: si va dal Ritorno al mestiere all’Idealismo, passando per
Apre il percorso una selezione di opere di Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Gino Severini e Mario Sironi attraverso le quali viene documentata l'esperienza divisionista e il passaggio degli artisti al linguaggio futurista.
A dare voce all'atteggiamento antitetico alle istanze delle avanguardie sono, invece, Giorgio De Chirico e Carlo Carrà, mentre Alberto Savinio propone il suo particolare surrealismo e Filippo De Pisis trasforma l'impressionismo francese in linguaggio italiano. Ma nella mostra c'è spazio anche per Antonietta Raphael, Pietro Consagra, Giuseppe Capogrossi, Fausto Pirandello, Jannis Kounellis e Alberto Burri. A un monocrono di Mario Schifano, invece, è affidata la rappresentazione della Pop Art, mentre il percorso espositivo si conclude con Mimmo Paladino, che rappresenta
Pubblicato il 26/03/2017
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