6 febbraio

Morì oggi: Gustav Klimt, il padre della Secessione Viennese

Il 6 febbraio del 1918, l'anno della tragica influenza spagnola, moriva a Vienna Gustav Klimt (1862-1918), padre della Secessione Viennese.
Gustav Klimt, Le tre età della donna, 1905, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (dettaglio)

La Secessione Viennese fu un movimento artistico e culturale che ebbe un ruolo significativo nel panorama artistico di inizio '900, particolarmente nell'Austria di quel periodo. Fondata nel 1897 da un gruppo di artisti guidato da Gustav Klimt, Josef Hoffmann, Koloman Moser e altri, la Secessione era caratterizzata da una ribellione contro le tradizioni accademiche e un desiderio di rinnovamento nel mondo delle arti.

Il movimento si proponeva di promuovere l'arte moderna e liberare gli artisti dalle restrizioni delle istituzioni accademiche e del gusto convenzionale. La Secessione Viennese abbracciò un approccio innovativo e progressista alle arti visive, incorporando elementi simbolisti e secessionisti nelle loro opere.

Gustav Klimt divenne una figura chiave all'interno del movimento e contribuì a definire lo stile distintivo della Secessione, caratterizzato da una combinazione di simbolismo, decorativismo e sensualità. I dipinti di Klimt, come il celebre "Il bacio" e "Il ritratto di Adele Bloch-Bauer I", incarnano l'estetica raffinata e ornata del movimento.

La Secessione Viennese non si limitò solo alla pittura, ma si estese anche all'architettura, alla scultura, al design e alle arti decorative. Josef Hoffmann e Koloman Moser furono fondamentali nella creazione di arredi e oggetti d'arte che riflettevano gli ideali estetici del movimento.

Il gruppo organizzò mostre annuali, note come le Esposizioni della Secessione, per presentare al pubblico le opere degli artisti affiliati al movimento. Questi eventi diventarono un punto di riferimento importante per la diffusione delle nuove idee artistiche nella società viennese.

La Secessione Viennese ebbe un impatto duraturo sul panorama artistico europeo, influenzando il movimento dell'Art Nouveau e lasciando un'eredità che ha contribuito a plasmare l'evoluzione dell'arte moderna nel corso del XX secolo.

L'influenza di Freud e della psicanalisi nella pittura di Klimt

Nel contesto dell'arte viennese durante la Secessione, la psicanalisi di Freud emerse come una forza di profonda trasformazione. Freud, con la sua teoria rivoluzionaria dell'inconscio, svelò strati nascosti della mente umana, influenzando profondamente l'arte visiva del tempo.... leggi il resto dell'articolo»

Klimt, nella sua pittura, abbracciò le idee freudiane sulla sessualità, il desiderio e l'interiorità umana. Le sue opere diventarono spazi simbolici di introspezione, in cui i personaggi e le forme richiamavano il simbolismo sessuale, e riflettevano la complessità delle relazioni umane e la tensione tra i desideri repressi e la liberazione individuale.

La psicanalisi di Freud, quindi, fornì una base teorica per investigare il labirinto dell'anima umana, portando l'arte a divenire un mezzo di espressione delle pulsioni interiori, una danza tra l'oscuro e il luminoso, il conscio e l'inconscio.

Klimt e l'Italia

All'apice della sua carriera, Gustav Klimt partecipò alla Biennale di Venezia del 1910 e all'Esposizione Internazionale di Roma del 1911, organizzata in occasione del cinquantenario dell'unità d'Italia. Il personalissimo e innovativo stile di Klimt influenzò un'intera generazione di artisti che, tra gli anni Dieci e Venti del secolo scorso, finirono per rinnovare profondamente il proprio linguaggio.

A seguito di queste rassegne internazionali e del successo che Klimt ebbe in Italia, due capolavori assoluti vennero acquistati da importanti collezioni pubbliche: il Comune di Venezia destinò la Giuditta II alla Galleria Internazionale d'Arte Moderna di Ca' Pesaro. Le tre età della donna entrò invece nel patrimonio della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, grazie a un'acquisizione del Ministero dell'Istruzione. In seguito, nel 1925, un Ritratto di Signora fu acquistato dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza ed è tutt'ora nella loro disponibilità.

Di recente due di questi tre dipinti sono stati esposti in occasione di una mostra al Mart di Rovereto dal titolo "Klimt e l'arte italiana".

Attualità

Il nome Klimt è tornato negli ultimi giorni protagonista delle cronache a seguito della notizia che uno dei suoi ultimi dipinti, datato 1917, è riapparso sul mercato e andrà all'asta a Vienna, dopo che per decenni era stato considerato perduto. Si tratta del "Ritratto della signorina Lieser", e verrà battuto il 24 aprile 2024, dalla casa d'aste Im Kinsky, con una stima di 30 milioni di euro.

In Italia in questo momento non ci sono mostre in corso dedicata al grande artista viennese, ma al Forte di Bard in Valle d'Aosta, è possibile ammirare, fino al 10 marzo 2024, il "Ritratto di Signora", in prestito dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza.

A Palermo è possibile immergersi nella sua arte con un progetto immersivo, "Il Mondo di Klimt".


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Pubblicato il 06/02/2024

Itinerarinellarte.it