Nuova veste per il Museo Civico di Bassano che inaugura la mostra dedicata a Dorothea Lange

Alla presenza del sindaco di Bassano del Grappa Elena Pavan, del direttore del Museo Civico Barbara Guidi, del Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, dei reponsabili degli allestimenti e dei curatori della mostra, sono stati presentati congiuntamente la mostra dedicata alla celebre fotografa Dorothea Lange, e il nuovo allestimento della collezione permanente del Museo.

Dorothea Lange: Migrant Mother (Destitute pea pickers in California. Mother of seven children. Age thirty-two), Nipomo, California, 1936, Farm Security Administration, Office of War Information Photograph Collection, Library of Congress Prints and Photographs Division Washington, D.C., USA

Ha esordito il sindaco Elena Pavan nel ricordare che il museo non veniva rimaneggiato in modo sostanziale dall'ormai lontano 1992, sottolineando come il nuovo allestimento sia capace di valorizzare e illuminare al meglio le importanti opere della Collezione, di quello che è uno dei più importanti musei civici del Veneto e del nord Italia. Ha sottolineato in particolare con orgoglio il successo dell'operazione di fund raising che ha portato all'acquisizione del Ritratto del Guerriero in Armi, uno dei pochissimi ritratti realizzati da Jacopo Dal Ponte detto Bassano (se ne conoscono appena sei in tutto il mondo). All'importante risultato hanno contribuito anche parte dei ricavi della mostra "Io, Canova. Genio europeo", da cui è partito il primo passo per sviluppare il rinnovo completo del Museo.

Il Sindaco ha anche annunciato il progetto di restauro del grande cavallo bronzeo di Canova (che una volta riassemblato avrà dimensioni davvero imponenti, con 4m di altezza e 5m di lunghezza), per il quale la raccolta fondi è ancora in corso, e per cui è già stata individuata la collocazione.

Canova al useo Civico di Bassano

Museo Civico di Bassano, La sala dedicata alle sculture di Canova

Dopo Giovannella Cabion, Assessore alla Cultura di Bassano del Grappa, che ha ricordato come le iniziative culturali che ruotano attorno al Museo Civico hanno saputo rilanciare l'intero nidotto del turismo della città veneta, ha preso la parola Barbara Guidi, direttrice dei Musei Civici di Bassano del Grappa. La Guidi ha ribadito l'importanza di questa Istituzione, uno dei musei piu antichi e importanti Veneto, ricordando il successo e l'importanza, in questo percorso di rinnovamento, della mostra sul Canova, insieme al progetto dedicato alla Fotografia, soprattutto al femminile, che dopo Ruth Orkin, vede oggi protagonista Dorothea Lange.

L'architetto Antonio Ravalli, curatore del progetto di riallestimento del Museo, oltre a ringraziare istituzioni e sostenitori, ha voluto mettere l'accento sull'idea sviluppata, di rinsaldare un'alleanza tra la collezione e l'architettura del palazzo.

Il Busto di Napoleone Bonaparte di Antonio Canova

Busto di Napoleone Bonaparte di Antonio Canova esposto al Museo Civico di Bassano del Grappa... leggi il resto dell'articolo»

Walter Guadagnini, co-curatore della mostra, insieme a Monica Poggi, e direttore artistico di CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia, ha sottolineato come questa mostra sia ulteriore prova di come CAMERA, fondazione giovane e completamente privata, si dimostra partner credibile nelle collaborazioni che lo vedono in sinergia con musei pubblici. La presentazione della mostra viene quindi affidata a Monica Poggi, che dopo avere ringraziato Francesco Passaro per l'allestimento, ha illustrato come la mostra si divida in due sezioni, che raccontano due momenti fondamentali della pratica fotografica di Dorothea Lange, negli anni '30 e '40. 

La prima è dedicata alle zone rurali degli Stati Uniti, quando fu chiamata a documentare il progetto della Farm Security Administration, progetto che conta nel complesso qualcosa come 280 mila negativi, tra i quali sono stati visionati circa 12 mila scatti della Lange per costruire la mostra. La Farm Security Administration (FSA) nacque nel 1937 per far fronte alla tragedia di un disastro ambientale, che arrivava in una situazione già compromessa dalla Grande Depressione. Una serie di tempeste di sabbia colpì gli stati del sud degli Stati Uniti nella metà degli anni Trenta, avendo il suo culmine nel Black Sunday del 14 aprile 1935, portando più di duecentocinquantamila coltivatori di Oklahoma, Texas e Kansas ad essere privati del loro impiego e costretti a spostarsi verso ovest e la California. La Farm Security Administration organizza una propaganda per sensibilizzare la popolazione ad aiutare queste persone. In questo lavoro di documentazione, la Lange raggiunge vette estetiche che nessun altro fotografo coinvolto nel progetto ha saputo dimostrare. In questa sezione si trova l'immagine della donna che è diventata la foto più iconica della produzione fotografica della Lange, ed una delle più iconiche in assoluto nella storia della fotografia. In mostra si trovano anche una serie di scatti preparatori che la fotografa fece nell'avvicinarsi alla donna, fino a fermare quell'immagine, capace di ricordare l'iconografia religiosa classica.

La seconda sezione è dedicata ad un capitolo oscuro e poco conosciuto della storia degli Stati Uniti, quella della deportaziome di cittadini di discendenza giapponese che, dopo l'attacco di Pearl Harbor, furono portati nel centro di trasferimento di Manzanar in Califormia e in strutture di detenzione in regioni interne. Una deriva razzista su persone già inserite nella societa americana, documentata da un progetto che aveva intenti opposti a quello della FSA, e le cui foto furono poi tenute nascoste dalla censura.

Dorothea Lange, la deportazione dei cittadini di origine giapponese

Dorothea Lange documenta la deportazione di cittadini di origine giapponese

La conclusione della conferenza stampa è affidata a Vittorio Sgarbi, qui presente in qualità di Sottosegretario alla Cultura, che, oltre a ricordare i precedenti direttori del Museo con cui ha avuto modo di collaborare in passato, si sofferma su un dipinto presente nella sala principale del nuovo allestimento, capolavoro assoluto di Alessandro Magnasco, il Refettorio dei frati francescani osservanti. Già Guido Piovene, ricorda Sgarbi, preferì questo dipinto a tutta l'opera del Bassano. Il Sottosegretario non risparmia una critica al modo in cui è stato inserito nella sala, essendo per lui disassato rispetto alla prospettiva principale, mentre meriterebbe assoluta centralità. 

Nuovo allestimento del Museo Civico col dipinto di Alessandro Magnasco

La sala principale del nuovo allestimento del Museo Civico di Bassano

Sgarbi ha poi sottolineato come Bassano fu pittore di campagna, quindi periferico rispetto ai pittori coevi stabilmente operanti a Venezia, ma comunque il più bravo di tutti. Tra i suoi dipinti presenti nella collezione del Museo di Bassano, cita la Fuga dall'Egitto, sottolineando come lo sguardo dei bambini presenti fosse estremanente modermo, uno sguardo che trasmette verità, come fu poi per i personaggi del Caravaggio, e com'è negli scatti della Lange. Bassano dipinge sulla strada, le persone umili, così come Dorothea Lange ferma coi suoi scatti gli sguardi e le pose della persone che si erano trovate in una situazione di povertà.

Museo Civico di Bassano

Uno sguardo al nuovo allestimento

Iscriviti al nostro canale per non perdere i nuovi contenuti!

© Itinerarinellarte.it, tutti i diritti riservati su foto e testi

Pubblicato il 27/10/2023

La tua iscrizione non può essere convalidata.
La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

Utilizziamo Sendinblue come nostra piattaforma di marketing. Cliccando qui sotto per inviare questo modulo, sei consapevole e accetti che le informazioni che hai fornito verranno trasferite a Sendinblue per il trattamento conformemente alle loro condizioni d'uso

Itinerarinellarte.it