1. Van Gogh a Trieste
Al Museo Revoltella di Trieste arriva la grande esposizione su Vincent van Gogh che a Roma è stata visitata da più di 600.000 visitatori. Dal 22 febbraio al 30 giugno 2024 la mostra porta in esposizione oltre 50 capolavori di Van Gogh provenienti dal prestigioso Museo Kröller-Müller di Otterlo, che ha collaborato al progetto, e, novità della mostra triestina, i due ritratti di Monsieur e Madame Ginoux (i proprietari del caffè di Arles frequentato da Van Gogh), realizzati nel 1890, che sono conservati uno nel Kröller Müller Museum e l'altra alla Galleria Nazionale di Roma.
La mostra vuole documentare l'intero percorso artistico del pittore a partire dall'appassionato rapporto con gli scuri paesaggi della giovinezza, per proseguire con i disegni e gli oli dedicati al tema dei tessitori, per giungere alle opere del suo soggiorno parigino, raffiguranti il paesaggio e momenti della vita sociale dell'artista ed infine agli ultimi dipinti di St. Remy e Auvers-Sur-Oise, dove mise fine alla sua tormentata vita.
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2. Picasso a Milano
Medesimo periodo espositivo (22 febbraio - 30 giugno) anche per la mostra che il Mudec di Milano dedica a Pablo Picasso. Curata da Malén Gual, conservatrice onoraria del Museo Picasso di Barcellona insieme a Ricardo Ostalé, "La metamorfosi della figura" espone oltre quaranta opere del maestro spagnolo, tra dipinti, sculture, disegni e bozzetti di studi preparatori del preziosissimo Quaderno n. 7 concesso per la mostra dalla Fondazione Pablo Ruiz Picasso - Museo Casa Natal di Malaga.
Al centro del progetto espositivo, grazie al contributo dei principali musei spagnoli che possiedono le più importanti collezioni di Picasso, come la Casa Natal di Malaga, il Museo Picasso di Barcellona e il Museo Reina Sofia di Madrid, l'assimilazione nell'opera di Picasso dell'arte africana, dal 1906 – anno fondamentale per la sua produzione – fino agli ultimi lavori degli anni Sessanta, passando per il ritorno al "primitivismo", intorno al 1925. Continua a leggere per conoscere tutti i dettagli ›.
3. Henri de Toulouse-Lautrec a Rovigo
Henri de Toulouse-Lautrec è il protagonista dell'appuntamento annuale della primavera di Palazzo Roverella con l' arte internazionale. La mostra, in programma dal 23 febbraio al 30 giugno 2024, si sofferma sulla sua attività di pittore, con dipinti e pastelli provenienti da importanti musei americani ed europei oltre che francesi, in rapporto all'ambiente parigino in cui operava mettendo l'artista a confronto con realisti, impressionisti, simbolisti con cui condivideva esperienze e momenti di vita quotidiana.... leggi il resto dell'articolo»
Henri de Toulouse-Lautrec, Etude de nu. Femme assise sur un divan, 1882, olio su tela, Albi, Musée Toulouse-Lautrec Foto © F. Pons, Musée Toulouse-Lautrec, Albi, France
Henri de Toulouse-Lautrec è considerato uno dei maggiori post-impressionisti e il primo artista pubblicitario, e l'esposizione non trascura ovviamente l'attività di Toulouse-Lautrec nel campo del manifesto. Oltre alle celebri Affiches, vengono esposti dipinti e disegni preparatori dell'artista, affiancandoli ai lavori dei numerosi artisti attivi contemporaneamente negli stessi ambienti. Questa attenta ricostruzione dell'intera attività di Toulouse-Lautrec, attraverso le sue opere (60 opere dell'artista su più di 200 opere complessive esposte) intende evocare in maniera più vasta e organica la vivacità della scena artistica parigina, superando il riduttivo concetto di Belle Époque.
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4. L'arte giapponese del XVII e XIX secolo a Roma
"Ukiyoe. Il mondo fluttuante Visione dal Giappone" è il titolo della mostra in programma al Museo di Roma a Palazzo Braschi dal 20 febbraio al 23 giugno 2024 dedicata all'arte giapponese tra il XVII e il XIX secolo attraverso centocinquanta capolavori provenienti dal Museo d'Arte Orientale E. Chiossone di Genova e dal Museo delle Civiltà di Roma, firmati dai maestri del periodo Edo, tra cui Kitagawa Utamaro, Katsushika Hokusai, di cui verrà presentata anche la Grande Onda di Kanagawa, Keisai Eisen e la grande scuola Utagawa con Toyokuni, Toyoharu, Hiroshige, Kuniyoshi, Kunisada.
Katsushika Hokusai La [Grande] Onda presso la costa di Kanagawa dalla serie Trentasei vedute del monte Fuji 1830-1832 Silografia policroma ©Courtesy of Museo d'Arte Orientale E. Chiossone
Ricordiamo come la conoscenza delle stampe giapponesi, con le loro composizioni asimmetriche e l'uso di vuoti, linee forti e i colori vivaci influenzarono in modo significativo anche l'evoluzione stilistica di Van Gogh verso una composizione più dinamica e fluida. Nella mostra di Palazzo Braschi la forte influenza esercitata dall'arte giapponese e dall'ukiyoe sulla cultura occidentale di fine Ottocento e inizio Novecento è restituita attraverso il racconto dell'esperienza di due artisti italiani, lo scultore Vincenzo Ragusa e l'incisore Edoardo Chiossone, che furono invitati dal governo giapponese Meiji di fine Ottocento come formatori e specialisti nei primi istituti di grafica e arte. La conoscenza profonda del Giappone nei lunghi anni di permanenza permise loro di diventare anche collezionisti, formando due tra i più importanti nuclei di arte orientale in Italia, oggi conservati presso il Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone di Genova e al Museo delle Civiltà di Roma. Non perderti gl altri dettagli sulla mostra ›.
5. Brassaï. L’occhio di Parigi
Dopo Henri de Toulouse-Lautrec ecco un altro protagonista che seppe raccontare Parigi in un modo unico, in questo caso con la macchina fotografica. Dal 23 febbraio al 2 giugno 2024 a Palazzo Reale sarà protagonista Brassaï, ungherese di nascita trasferitosi a Parigi nel 1924, adottando uno pseudonimo. Il suo vero nome è Gyula Halász, che si chiamò Brassaï in onore di Brassó, la sua città natale.
"Brassaï. L'occhio di Parigi" esporrà più di 200 stampe d'epoca, che consentiranno di fare un viaggio nella Parigi di quegli anni, quando egli fu in stretta relazione con artisti quali Picasso, Dalí e Matisse.
Brassaï: Soirée Haute couture, Paris 1935 © Estate Brassaï Succession - Philippe Ribeyrolles
Brassaï fu in grado di catturare pienamente l'atmosfera notturna della Parigi dell'epoca e il suo popolo: lavoratori, prostitute, clochard, artisti, girovaghi solitari. Nelle sue passeggiate, il fotografo non si limitava alla rappresentazione del paesaggio o alle vedute architettoniche, ma si avventurava anche in spazi interni più intimi e confinati, dove la società si incontrava e si divertiva. Scopri di più sulla mostra ›
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Pubblicato il 17/02/2024
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