Arte contemporanea Street artMostre a Pisa

Festival della Strada

  • Quando:   27/10/2023 - 07/01/2024
  • evento concluso
Festival della Strada
Kobra Mural Disney, Walt Disney World Photos, Festival della strada, Pisa 2023

Pisa è di nuovo capitale dell'arte urbana con il Festival della Strada
Palazzo Blu accoglie Kobra con le Avanguardie e il Bauhaus in chiave street dal 27 ottobre al 7 gennaio 2024.

Il Festival della Strada, ideato da Gian Guido Grassi con l'associazione Start Attitude e promosso da Fondazione Palazzo Blu e Fondazione Pisa si articola attorno a più mostre, installazioni diffuse, talk, workshop e la realizzazione di nuovi murales, con il contributo del Comune di Pisa e del Consiglio Regionale della Toscana.

In dialogo con la mostra "Le Avanguardie", in corso dal 28 settembre 2023 al 7 aprile 2024, Palazzo Blu ospita due mostre nell'ambito del Festival della Strada. Nella Sala della Biblioteca il brasiliano Eduardo Kobra, uno dei maggiori street artist al mondo (suo il David di Michelangelo dipinto in cima alle cave di Carrara), crea una contemporanea Scuola di Atene, attingendo dai ritratti degli Avanguardisti in un legame indissolubile tra il presente incontrastato e la memoria storica come dnell'installazione site specific pensata per Palazzo Blu.

La Dimora nobiliare apre le porte all'arte applicata con le opere di 108, Moneyless, Etnik, Zed1, Aris, Gio Pistone, Massimo Sospetto che rileggono la lezione del Bauhaus attraverso una collettiva di arte applicata, nella Dimora storica del palazzo

In parallelo, sempre sul Lungarno Gambacorti, la Chiesa della Spina diventa teatro dell'installazione "Non Plus Ultra", di Gonzalo Borondo, artista spagnolo classe 1989 che dal 2007 interviene nello spazio pubblico sviluppando un linguaggio originale, in connessione con il luogo d'azione e la percezione fisica e simbolica degli spazi. L'installazione pisana si ricollega alla spiritualità della Chiesa della Spina, innescando una riflessione esistenzialista più che religiosa. Trentacinque lastre di vetro stampate ciascuna delle quali ospita due immagini grafico pittoriche: una colonna e una figura di spalle con le braccia distese, che rimanda all'iconografia della crocifissione. Un labirinto trasparente di segni e simboli per riflettere sul concetto di limite, sulla sua negazione, sul bisogno sacro dell'uomo di varcare la soglia del conosciuto e della logica, di superarsi e proiettarsi all'infinito.... leggi il resto dell'articolo»

Durante il periodo del Festival, grazie anche al contributo del Consiglio della Regione Toscana, molti degli artisti coinvolti nelle mostre temporanee saranno coinvolti anche nella realizzazione di nuovi murales nel quartiere di Porta a Mare, andando a cementare la nuova identità di questa area come distretto d'arte urbana e museo a cielo aperto. 

"Con il Festival della Strada – dichiara il curatore Gian Guido Grassi - portiamo avanti un percorso iniziato nel 2017 con i primi muri nel quartiere di Porta a Mare, avviando la rigenerazione di un'area ricca di storia della città, una zona fortemente tradizionale, il volto marinaresco di Pisa. Siamo felici di aiutare a rinascere questa parte della città attraverso una forma d'arte in grado di rafforzare e valorizzare l'identità della collettività. La bellezza di questi murales è indice di un'arte che si è saputa affermare e che è degna di stare nei musei più prestigiosi del mondo. Siamo orgogliosi di avere con noi un parterre di artisti di primo piano a livello mondiale".

L'associazione stARTOpen your eyes è nata nel giugno 2017 e coinvolge un team di giovani creativi under 35 con competenze complementari (fotografo, videomaker, ufficio stampa e social media marketing, assistenti); ha all'attivo importanti rassegne internazionali, festival, mostre e pubblicazioni. Il curatore è Gian Guido Maria Grassi, nato a Lucca nel 1988.

Gian Guido Grassi (1988) è un curatore di arte contemporanea. Eredita questa passione in famiglia e nel 2017 fonda stART - Open your eyes con cui realizza progetti artistici, specializzandosi in street art e rigenerazione urbana. Dirige festival, cura e organizza mostre in spazi istituzionali e privati, scrive articoli, pubblica volumi e collabora con e artisti italiani e stranieri come il russo Alexey Morosov e l'uruguaiano Pablo Atchugarry. Tra le mostre più importanti ATTITUDE /Graffiti Writing, Street art, Neo muralismo" presso Palazzo Blu di Pisa, PABLO ATCHUGARRY/ Il risveglio della natura esposizione diffusa nel centro storico di Lucca.

Gli artisti

Kobra. Edoardo Kobra, nato a San Paolo nel 1976, è un gigante dei murales e l'alfiere della neoavanguardia paulista: combinazioni di tecniche diverse come la pittura coi pennelli, l'aerografo e gli spray, rendono le sue opere maestose e fuori da ogni schema; il suo talento emerge tra i dedali della città nel 1987 e negli anni '90 fonda lo Studio Kobra, unione delle sue molteplici anime tra design, arte sperimentale e iperrealismo. Topic dei suoi lavori sono le tematiche sociali (come l'inquinamento, il riscaldamento globale, la deforestazione e la guerra) ma anche ritratti di personaggi illustri e scene di tempi ormai trascorsi per far rivivere il ricordo di molte metropoli del passato, ormai mutate dalle trasformazioni architettoniche e sociali contemporanee, creando un legame indissolubile tra il presente incontrastato e la memoria storica. Monumentale, creativo e caleidoscopico, ogni sua opera è un vorticare su di una giostra: nei suoi murales giganteschi (tra cui quello più grande al mondo realizzato per le Olimpiadi di Rio de Janeiro di oltre 3000 mq di superficie) il sapore vintage e il clima vagamente nostalgico unito a un arcobaleno cromatico a lui proprio, crea un cortocircuito visivo che trascina lo spettatore in una narrazione romantica e divertente. Kobra è riconosciuto come un maestro della Street art mondiale e le sue opere pubbliche sono sparse per tutti i continenti. Ha dipinto in Toscana a Carrara dove ha realizzato un tributo a Michelangelo, permettendo al David di tornate alle sue origini: le cave di marmo da cui il grande Maestro del rinascimento prese i blocchi di marmo da uscì uno dei capolavori dell'umanità. La Lonely Planet ha posto questo murale come copertina della propria guida della Toscana.

Borondo. Gonzalo Borondo nasce a Valladolid (ES) nel 1989. Dal 2007 interviene nello spazio pubblico, sviluppando un linguaggio pittorico e installativo originale, in connessione al luogo di azione. Le sue opere nascono dal dialogo con il contesto in cui si trova ad operare, dall'incontro con le memorie dei luoghi e dalla percezione dello spazio, fisica e simbolica. La sperimentazione è alla base della ricerca artistica di Borondo incentrata sull'estensione delle possibilità della pittura a discipline (teatro, videoarte), supporti (vetro, paglia, superfici murali, ceramica, legno...) e pratiche estetiche molteplici (incisione rupestre, serigrafia). L'artista esplora i linguaggi del passato, rileggendoli in chiave contemporanea, approcciando la tradizione in senso inedito. L'indagine del sacro e i conflitti che abitano il binomio uomo – natura, sono il fulcro della poetica dell'artista, sviscerati nell'atto creativo nelle loro forme più ancestrali e istintive, nell'essenza perpetua. L'interesse a operare in luoghi pubblici, a indagare la relazione tra arte e vita, ha portato l'artista a elaborare progetti site-specific di forte impatto, sviluppati in luoghi non convenzionali della collettività. Dal 2012 ha presentato mostre personali in musei, gallerie e luoghi altri in Italia, Spagna, Francia, Inghilterra. Tra gli ultimi progetti: "Insurrecta" (Segovia, ES, 2020), "Merci" (Temple des Chartrones, Bordeaux, FR, 2019), "Sacrilége" (Opera performance al Teatro Toursky, Bordeaux, FR, 2018), "Matiére Noire" (Mercato delle pulci, Marsiglia, FR, 2017), "Non Plus Ultra" (MACRO - Museo d'Arte Contemporanea Roma, IT, 2018), "Cenere" (Cappella cimiteriale, Selci, IT, 2017).

Aris. Inizia la sua attività nel '93 dipingendo su treni e spazi murali; l'evoluzione del lettering e la passione per la grafica lo portano a sviluppare un linguaggio personale che unisce in sé molte istanze: le sue figure surreali, riconoscibili grazie agli enigmatici profili, sembrano avere una natura liquida e lunare, capaci di cambiare continuamente e amalgamarsi attraverso successive stratificazioni in nuove forme e colori che ne sottolineano la mutabilità nel tempo e tendono all'astrazione. È stato tra i protagonisti della mostra al PAC di Milano, "Street Art, Sweet Art" nel 2007 (la prima a consacrare ufficialmente, all'interno di un'istituzione museale pubblica, l'arte urbana) e nel 2014 ha partecipato alla mostra "From Street to Art" presso l'Italian Cultural Institute di New York, volta a stabilire un dialogo tra avanguardie artistiche e street art. Il viaggio e la necessità di esplorare sono parti fondamentali della sua vita e del suo lavoro, portandolo a dipingere in varie nazioni, come Spagna, Germania, Polonia, Russia e realizzare numerose opere pubbliche in spazi non tradizionalmente votati all'arte, dedicandosi spesso alla rivitalizzazione e rigenerazione del landscape urbano e peri-urbano.

Zed1. Marco Burresi, nato a Firenze nel 1977, è cresciuto e vive a Certaldo; si è diplomato all'Istituto di Grafica Pubblicitaria. Inizia a dipingere in strada da adolescente realizzando il suo primo graffito nel 1992 a Viareggio dove entra a far parte della crew KNM, un gruppo di amici e giovani writers che ha animato la scena di quegli anni partecipando attivamente a Panico Totale. Zed1 sviluppa così una propria ricerca e illustrazione, creando un immaginario personale con ambientazioni surreali e fiabesche abitate da animali antropomorfi, burattini, bambole, figure circensi e dalla letteratura fantastica. L'artista raffigura sul palcoscenico delle proprie opere il teatrino della vita: i suoi personaggi tratti dal mondo dell'infanzia mostrano dietro a un'apparentemente innocenza aspetti meno rassicuranti e a tratti grotteschi, raccontando di un mondo più adulto e reale. Questo cortocircuito visivo, malinconico e talvolta terribilmente ironico, ci svela le nostre fragilità e quelle di un mondo costantemente in bilico astenendosi dall'imporre soluzioni definitive e suscitando nello spettatore una riflessione interiore. Negli ultimi anni Zed1 ha sviluppato la tecnica del Second Skin che ha permesso di spingere l'interazione con il pubblico dalla sfera intima al gesto collettivo: applica a un murale permanente un ulteriore strato, una seconda pelle, che col passare del tempo e grazie all'intervento dei passanti o agli agenti atmosferici, si perde rivelando, insieme al dipinto originale sottostante, nuovi e imprevisti significati.

108 (Guido Bisagni) nasce ad Alessandria nel 1978 e si trasferisce a Milano nel 1997 per frequentare la facoltà di Architettura (dove conseguirà la laurea in Disegno Industriale). Qui si imbatte negli scritti di Malevich e Kandinsky che con l'Arte dei Rumori di Russolo e le sue radici punk e industrial costituiranno le basi del suo lavoro futuro. E' tra i primi a portare la ricerca pittorica non figurativa negli spazi pubblici nell'ondata europea tra fine '90 e inizio 2000 e per questo è considerato uno dei maggiori esponenti del Post-graffitismo. Le sue forme astratte sono strettamente legate alle aree industriali abbandonate del Nord Italia, ma iniziano subito comparire anche a Berlino, Parigi, New York, Londra... Parallelamente alla pittura si cimenta anche con sculture, suoni, dipinti e installazioni in decine di mostre personali e collettive. Dal 2003 in poi ha partecipato a decine di mostre collettive e personali in tutto il mondo.

Moneyless. (Teo Pirisi), nato a Milano nel 1980 e cresciuto a Lucca, fin da ragazzo approda alle prime esperienze espressive e al graffitismo, si diploma successivamente all'Accademia di belle arti di Carrara in Multimedia e consegue la specializzazione in Comunicazione Design all'Isia di Firenze; pioniere del muralismo astratto in Italia, ha indagato tecniche e materiali differenti (pitture su muro, legno, lastre e tela, disegni su carta, sculture in metallo o legno, installazioni con corde) e oggi è tra i più importanti artisti urbani internazionali con opere esposte in contesti prestigiosi di tutto il mondo siano essi spazi pubblici, musei, collezioni e gallerie. Partito dallo studio del minimalismo e della geometria, come ipotesi di studio delle forze della Natura, ha sentito forte il richiamo alla libertà e alla astrazione e, in questo percorso coerente, ha superato lo studio iniziale dei poligoni e dei solidi platonici per indagare il cerchio e arrivare quindi a frammentare le linee e le forme per disperderle nello spazio come "fuochi d'artificio": combinando i graffiti alle sperimentazioni artistiche è riuscito a creare uno stile unico in grado di trasferire un'immediata percezione cinetica rilevatrice dell'intimo mistero della materia secondo l'assioma «ubi materia ibi geometria» (Keplero).

Massimo Sospetto è fra gli artisti da anni più conosciuti e presenti nella scena italiana underground dell'arte urbana. Campiture compatte e monocromatiche, linee taglienti e nette, proprie della grafica vettoriale. Il senso di freddezza e precisione che emana dalle sue opere realizzate per gli spazi espositivi, grafiche realizzate in digitale e stampate su carte fotografiche, si ritrova inalterato nei lavori realizzati manualmente su muro, frutto di una tecnica maniacale maturata con infinite ore di lavoro e dedizione. 2009 partecipa al progetto "Temporanearte" per l'inaugurazione della nuova ala di Palazzo Cevoli del comune di Pisa. 2012 organizza e partecipa al progetto espositivo di "Rosso Vitamina". 2014 organizza e partecipa al progetto di arte urbana "Indoor-Outdoor", con allestimento espositivo al Centro di arte contemporanea "SMS". 2015 prima mostra personale "Linea di pensiero" nello spazio Cantiere San Bernardo di Pisa. 2016 mostra personale "Attitudine" all'interno dell'atelier di moda Ornette di Viareggio. 2018 personale "Senza Tregua" nella galleria d'arte contemporanea BuzzKill di Livorno. 2019 personale "LiveFast-DieOld" nella galleria d'arte contemporanea Docks74 di Torino.

Etnik. Nato a Stoccolma, si è poi trasferito a Firenze dove nel 1992 inizia la sua passione per il Graffiti Writing, ricercando sempre una nuova strada per superarne i limiti classici e portando la pittura murale ad alti livelli: evolve le lettere che compongono il suo nome in masse geometriche e moduli architettonici che s'intersecano violentemente su piani opposti e punti di vista spiazzanti per rappresentare un cemento sempre più costrittivo e un equilibrio sempre più precario nella vita quotidiana di ognuno di noi; questo modo di rappresentare la città, criticandone le dinamiche urbanistiche, è in stretto rapporto con le diverse modalità di approccio dell'artista alla pittura come anche alla scultura, l'installazione agli oggetti e al toys design. Autorevole testimone del suo tempo, sperimentatore ed innovatore del lettering, ha girato il mondo grazie alla sua arte; tra i più affermati street artist italiani, al suo attivo ha la partecipazione ai principali festival di street art in Italia e all'estero, è presente in gallerie e mostre importanti tra cui ricordiamo la Biennale internazionale dei Graffiti a San Paolo del Brasile.

Gio Pistone è nata a Roma. Molto presto ha scelto il disegno come secondo linguaggio lanciandosi nella pittura murale della propria camera e manifestando subito una vena megalomane. I soggetti, spesso figure di fantasia tendenti al mostruoso, caratterizzate da colori molto netti e forti, nascono a seguito di terribili incubi notturni. Disegnare quelle visioni il mattino seguente per cercare di affrontare la paura fu un'idea della madre allora studentessa di psicologia. Ed è dai sogni che spesso ancora attinge. Ha lavorato nella scenografia in teatro dove ha imparato a strutturare i propri sogni e ad approfondire l'amore per il grande. Ha fondato e viaggiato con "La sindrome del topo" un gruppo di creatori di strutture di gioco e sogno, con cui si è occupata di disegnare, costruire e progettare giostre e labirinti. Ha collaborato con le principali testate giornalistiche ed ha partecipato a mostre e festival di muralismo in Europa e nel Mondo.

"Il festival è organizzato dall'associazione Start, inizia da Palazzo Blu per espandersi in città. A Palazzo Blu trova collocazione nella sala della biblioteca, con il coloratissimo pannello dell'artista Eduardo Kobra con i volti di esponenti dell'Avanguardia, e nella dimora storica, con opere di un gruppo di artisti contemporanei che si richiamano all'esperienza del Bauhaus. Ma poi esce da questi spazi per raggiungere la Chiesa della Spina sul Lungarno, con una scultura dell'artista Gonzalo Borondo.
Con il Festival della strada, la Fondazione Pisa propone, in collaborazione con la Fondazione Palazzo Blu, un progetto di natura multidisciplinare che ha l'obiettivo di divenire nel tempo un riferimento per il settore della Street Art. La rassegna si propone, appunto, di coinvolgere nel suo complesso tutta la città e si articola in numerose sezioni : installazioni e performance, concerti, workshop per le scuole e le famiglie, uno street art tour, focus di approfondimento e divulgazione.
La collaborazione con l'associazione Start è partita nel 2021 con due progetti, uno realizzato quell'anno e l'altro nel 2022, entrambi denominati Attitude, che la Fondazione Pisa ha sostenuto volendo valorizzare la forte consonanza con la mostra su Keith Haring, che in quel momento era in corso a Palazzo Blu. Quell'esperienza aveva già portarto l'arte di strada dentro il museo e aveva attivato percorsi, anche in quel caso fuori dal Palazzo. In particolare con l'obiettivo di unire la volontà di una rigenerazione urbana, culturale e sociale della città a una visione pubblica e partecipata dell'arte, richiamando tra l'altro la presenza attiva della comunità e delle scuole, che avevano preso parte alla creazione di murales.
Anche per questa prima edizione del Festival della Strada è prevista la realizzazione di murales su superfici pubbliche, a Pisa nel quartiere di Porta a Mare. L' esecuzione è stata affidata ad artisti tra i più importanti della scena internazionale come Eduardo Kobra e Panico Totale. La Fondazione Pisa è ben lieta di sostenere l'iniziativa nel suo complesso e promuovere l'arte di strada come arte per tutti, dentro e fuori dagli spazi museali." (Stefano Del Corso, Presidente della Fondazione Pisa)

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Festival della Strada

Pisa, Palazzo Blu, Chiesa della Spina, quartiere Porta a Mare

Apertura: 27/10/2023

Conclusione: 07/01/2024

Organizzazione: Start Attitude, promosso da Fondazione Palazzo Blu e Fondazione Pisa

Curatore: Gian Guido Grassi

Indirizzo: Lungarno Gambacorti 9 - 56125 Pisa

Preview Stampa: 26 ottobre alle ore 11.30 nella Sala della Biblioteca di Palazzo Blu

Orari di Palazzo Blu: lun-ven ore 10.00 - 19.00 (ultimo ingresso ore 18) | sab - dom (e festivi) ore 10.00 - 20.00 (ultimo ingresso ore 19)

Biglietti: intero 5 euro | ridotto 3 euro

Per info: Tel. +39 050 916 950 | info@palazzoblu.it

Sito web per approfondire: https://palazzoblu.it/