Arte contemporaneaMostre a Venezia

Giulio Malinverni. Il dormiente nella valle

  • Quando:   20/01/2024 - 30/03/2024
  • evento concluso
Giulio Malinverni. Il dormiente nella valle
Giulio Malinverni, Specchio d’acqua, 2024, oil on canvas, 80×120 cm

A Venezia Galleria Marignana Arte è lieta di presentare presso lo spazio principale della galleria e della Project Room "Il dormiente nella valle", mostra personale di Giulio Malinverni dal 20 gennaio al 30 marzo 2024.

Il titolo scelto dall'artista è quello di una celebre poesia di Rimbaud che con quei versi evocava il conflitto tra il caldo splendore di una natura ideale e incantata (dove il sole, dalla fiera montagna risplende) e il gelo della morte di un soldato caduto in battaglia, che sembra dormire e sognare disteso in quella "piccola valle spumeggiante di raggi".
Il nuovo progetto della galleria presenta una selezione dei più recenti dipinti di Giulio Malinverni, inclusi alcuni inediti su marmo, la cui tematica è quanto mai prossima alle atmosfere rimbaudiane, rese attraverso una pittura che assume i toni di un viaggio nell'onirico, sospesa tra l'abisso e il cielo, tra evocazioni incantate e atmosfere infernali. I sogni spesso attingono a figure e visioni che ci giungono dal passato e anche le visioni dell'artista sono popolate da frammenti antichi, incubi medievali, armonie classiche, citazioni appena accennate, siano tragiche, ironiche, armoniose o grottesche. Come in un tracciato a ridosso tra il paradiso e l'inferno, i colori di Giulio Malinverni non descrivono un percorso certo, ma abitano il non detto e svelano stratificazioni e sottrazioni che attraverso la pittura conducono lo spettatore in una dimensione di magica alterità.

La mostra è accompagnata da una pubblicazione con un testo critico della storica dell'arte Cristina Beltrami.

Note biografiche

Giulio Malinverni è nato a Vercelli nel 1994. Dal 2013 vive e lavora a Venezia, dove ha conseguito il titolo di Tecnico del Restauro di affreschi e materiale lapideo presso l'Istituto Veneto per i Beni Culturali di Venezia nel 2016 e il Diploma di I livello in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia nel 2020. Dal 2018 collabora come tutor con i professori Carlo Di Raco e Martino Scavezzon presso l'Atelier F.
Le sue opere sono state esposte in diverse mostre personali e collettive, in istituzioni e gallerie sia in Italia che all'estero, tra cui: la Fondazione Bevilacqua La Masa e lo Spazio Berlendis a Venezia, il MO.Ca di Brescia, il Nikola Tesla Technical Museum a Zagabria, Palazzo Reale a Milano, la W.H.Y. Gallery di Hong Kong, la Galleria d'Arte Moderna Achille Forti di Verona, la Gipsoteca Canoviana a Possagno.

Nel 2020 la Galleria Marignana Arte gli ha dedicato una prima personale curata da Daniele Capra e intitolata Lo sguardo di Giano.
Malinverni ha inoltre vinto il premio Level 0 ad Art Verona ed è stato tra i finalisti del premio Cairo, del premio Rotary, e del premio Francesco Fabbri nella sezione Arte emergente. Per diversi anni inoltre, è stato finalista nelle mostre della Fondazione Bevilacqua La Masa.
I suoi lavori sono presenti nella Collezione della Banca d'Italia e in numerose collezioni private.... leggi il resto dell'articolo»

Giulia Malinverni. Il dormiente nella valle, testo di Cristina Beltrami
Come la colomba, siamo stati mandati fuori dall'arca per vedere se c'era sulla terra qualcosa di vivo, anche soltanto un ramoscello di ulivo da prendere nel becco – ma non abbiamo trovato nulla. E, tuttavia, nell'arca non abbiamo voluto tornare. (Giorgio Agamben)
Giulio Malinverni è un artista piemontese di nascita e di modi.
Quando racconta i suoi dipinti lo fa con tono pacato, composto ma mai noioso, quasi giocando in antitesi con la vertigine delle sue prospettive: pendii che fuggono verso orizzonti distanti e paesaggi costretti nella cubatura di una stanza.
Per questa seconda personale presso la Galleria Marignana Arte a Venezia, sua città d'elezione, Giulio Malinverni si è riconosciuto nei versi di una poesia di Arthur Rimbaud - Il dormiente nella valle, 1870 - che evoca il contrasto tra il tiepido torpore di una natura ideale e incantata e la crudeltà della guerra franco-prussiana: "È un verde anfratto dove canta un rivo / Che impiglia folle all'erbe i suoi brandelli / D'argento; dove il sole riluce dai monti / Solenni: è una valletta che spuma di raggi" ma dove "Un giovane soldato, a bocca aperta e capo nudo" giace riverso a terra.
Un'immagine dunque quanto mai viscerale al pari di una pittura che assume i tratti di un viaggio nell'onirico; immagini riconoscibili e sfuggenti al tempo, sospese tra l'abisso e il cielo, tra evocazioni incantate e atmosfere luciferine. I sogni narrati da Giulio Malinverni attingono dai grandi maestri dell'arte antica, da un bagaglio visivo classico, immediatamente riconoscibile e perciò condiviso ma al contempo raccontato con modalità personali: il frammento storico è traslato in una sorta di visione soggettiva colma di citazioni, siano esse del quotidiano, tragiche, ironiche, idilliache o grottesche.
Come in un tracciato a ridosso tra il paradiso e l'inferno, la sua pittura è un gesto di rivelazione: svela il mondo di riferimenti, sia visivi che letterari, con cui Malinverni costruisce un universo proprio, onirico e reale al tempo. Onirico perché chiaramente frutto di una visione impossibile ma al contempo reale per l'impatto emotivo che provoca in chi l'osserva. Una realtà che si sente sulla propria pelle, un effetto che è il risultato di una pittura calibratissima, che alterna passaggi quasi lenticolari alle campiture rapide e istintive dei fondali. La stessa pittura che talvolta si misura con fondi preesistenti, come in Natura viva realizzata su carta fiammata e in una nuova serie su lastre di marmo, dove il tratto di Giulio Malinverni sfrutta al meglio la natura geologica del supporto. Ne La parabola dei ciechi e Il trionfo della morte infatti le venature naturali dell'Iron Grey e del Verde laguna tracciano il percorso sul quale reinterpretare alcuni dettagli dai capolavori di Pieter Bruegel.
Malinverni è puro istinto pittorico votato alla narrazione di un racconto immaginario costruito tra prestiti della grande storia dell'arte e il quotidiano portato al parossistico di una foresta di peperoncini. L'agilità del suo pennello dà forma a un universo, riconoscibile quanto mai sospeso al di sopra del reale, al punto che si può affermare che egli sia un moderno surrealista: lo è nella scelta dei soggetti, nel gioco onirico ed ironico, nella volontà di sviare l'occhio dell'osservatore e condurlo altrove.

E non intendo il Surrealismo algido e spietato di Magritte ma un atteggiamento surrealista, quasi di matrice sudamericana e, forse ancora prima letterario che pittorico. Un'immersione cromatica come Sogni piccanti (2024) ha l'allusività sottile dei versi di un Jorge Luis Borges, autore che per altro a causa di una cecità che lo coglie a cinquantaquattro anni, trascorre la seconda parte della vita in un'eterna notte, rischiarata dai grandi capolavori della pittura che ancora abitavano i suoi ricordi.

Se il percorso in questa mostra di Giulio Malinverni muove i suoi passi dai paesaggi ammaganti di Rimbaud, credo infatti possa chiudersi con l'Eraclito di Borges, versi dedicati al pensatore oscuro per eccellenza:

Il secondo crepuscolo.
La notte che penetra nel sonno.
La purificazione e l'oblio.
Il primo crepuscolo.
La mattina ch'è stata l'alba.
Il giorno che fu il mattino.
Il folto giorno che sarà la sera consunta.
Il secondo crepuscolo.
Quest'altra veste del tempo, la notte.
La purificazione e l'oblio.
Il primo crepuscolo...
L'alba segreta e nell'alba
Lo sgomento del greco.
Che trama è questa
Del sarà, dell'è, del fu?
Che fiume questo
pel quale corre il Gange?
Che fiume, la cui fonte è inconcepibile? Fiume, codesto, che
Trascina mitologie e spade.
È inutile che dorma.
Corre nel sonno, nel deserto, in una cava.
Il fiume mi rapisce, io sono il fiume.
Di labile materia fui costrutto, di misterioso tempo. È in me forse la fonte.
Forse dalla mia ombra
Nascono i giorni, fatali e illusori.
(Jorge Luis Borges)

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Mostra: Giulio Malinverni. Il dormiente nella valle

Venezia, Galleria Marignana Arte

Apertura: 20/01/2024

Conclusione: 30/03/2024

Organizzazione: Marignana Arte

Indirizzo: Dorsoduro, 141 Rio Terà dei Catecumeni - 30123 Venice

Vernissage: sabato 20 gennaio alle ore 17.00

Orario: mercoledì-sabato 11.00 -19.00 | domenica, lunedì e martedì aperto solo su appuntamento | Fermate vaporetto: Salute - Linea 1, Spirito Santo - Linee 5.1 / 5.2 / 6 

Catalogo: testo critico della storica dell'arte Cristina Beltrami

Per info: +39 041 5227360 | info@marignanaarte.it


Sito web per approfondire: https://www.marignanaarte.it/



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