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Hsiao Chin. Una retrospettiva 1960/97

  • Quando:   01/03/2024 - 03/05/2024
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Hsiao Chin. Una retrospettiva 1960/97

La mostra che si inaugura il 1 marzo alla galleria Il Ponte è una sintetica retrospettiva dedicata a Hsiao Chin, sedici opere su tela e su carta e alcune acqueforti dal 1960 al 1997. All'inizio degli anni '90 Vincenzo Albrandi, fondatore della galleria e stampatore, aveva collaborato con l'artista per la realizzazione di alcune opere grafiche, che erano sfociate nel 1993 in una cartella di 16 acquetinte a colori dal titolo Verso il giardino eterno e nel 1998 in una mostra di opere su carta, corredata da un catalogo, con nei primi 60 esemplari un'acquatinta originale.

Quello di Hsiao Chin è un percorso estremamente personale. Formatosi nell'habitat artistico cinese, alla metà degli anni Cinquanta giunge in Europa, prima in Spagna dove ha rapporti con i maggiori esponenti dell'Informale spagnolo (Tapies, Saura, Millares, ...). Entra così in contatto con tutte le recenti esperienze informali europee e con la prorompente vivacità dell'espressionismo astratto della nascente New York School.

Del 1958 è il suo primo viaggio in Italia e l'anno successivo espone proprio a Firenze, alla Galleria Numero di Fiamma Vigo. Si trasferisce poi a MIlano, dove frequenta il milieu artistico della città (Fontana, Manzoni, Castellani, ...) e conosce Giorgio Marconi, con cui inizia un lungo rapporto di collaborazione.

Il colore è veramente alla base della pittura di Hsiao Chin. I suoi dipinti si costruiscono con i suoi colori, sempre puri, decisi, privi di incertezze, come lo è d'altra parte il gesto. La sua esecuzione è rapida, priva di ripensamenti. La costruzione dell'immagine è così semplificata da non ammettere esitazioni. Il controllo dell'atto pittorico è totale. Il gesto è unico, irripetibile, frutto di una lunga e profonda meditazione, che rivela come le sue radici affondino nella cultura, e nella tradizione orientale. La superficie dell'opera è il luogo dove si rivela l'accadimento e ogni singolo gesto è un evento che definisce e determina lo spazio, conferendogli senso.

Note biografiche

Per Hsiao Chin l'arte è un percorso di crescita e conoscenza, un viaggio spirituale attraverso il tempo e lo spazio, che va al di là di qualsiasi limite geografico e culturale. Nelle sue opere le pratiche spirituali dell'Oriente si coniugano perfettamente con le sperimentazioni artistiche dell'Occidente. Se da un lato i suoi dipinti possono far pensare a una pagina scritta in cui l'artista fa appello alla simbologia orientale, realizzando un messaggio fatto di segni sottili, quasi ideogrammi, cui si alternano forme geometriche evocatrici di significati atavici e condivisi (cerchi, quadrati, spirali...); dall'altro le audaci scelte cromatiche, cariche di energia, e le pennellate, talvolta frenetiche e sfavillanti, talaltra più liquide e calibrate, appaiono "occidentali", lasciando a tratti intravedere un Rothko, un Matisse, un Malevich...

Hsiao Chin nasce a Shangai nel 1935 e, dopo i primi studi d'arte, nel 1956 partecipa alla fondazione del gruppo Ton-Fan, che raccoglie pittori di tendenza astratta. Grazie a una borsa di studio istituita dal governo spagnolo si reca a Madrid e a Barcellona, dove nel 1957 ha la prima personale e una collettiva dedicata al gruppo Ton-Fan. Alla fine degli anni Cinquanta si stabilisce a Milano, dove inizia a esporre regolarmente da Giorgio Marconi. Nel 1961, insieme ad Antonio Calderara, fonda il movimento "Punto", al quale si aggiungono membri dell'avanguardia internazionale. Con esiti vicini alla pittura della colorfield abstraction, le sue tele presentano stesure di colore fluido che si dispongono in superfici incorporee e vibranti, animate dall'energia interna dei campi cromatici. Dopo lunghi soggiorni a Londra, Parigi e New York torna a Milano nel 1971 e inizia a dedicarsi all'insegnamento (prima all'Istituto Europeo di Design, poi all'Accademia di Belle Arti di Brera).

Nel 1988 lo Studio Marconi gli dedica una prima grande retrospettiva. L'anno seguente inizia la serie Dalla primavera di Pechino al massacro di Tiananmen, ispirata ai drammatici eventi del 1989, mentre il ciclo La grande soglia, che realizza a partire dal 1990-91, nasce da una riflessione sulla vita e sulla morte dopo la scomparsa della figlia Samantha.

Tra le principali esposizioni degli ultimi anni vanno ricordate le retrospettive di Taichung (1992), Taipei (1995), a Milano nel 2002 presso lo Spazio Oberdan, la Fondazione Mudima, Giò Marconi e la galleria Lattuada; al National Museum of Art di Beijing (2006) e alla Triennale Bovisa di Milano (2009). Nel 2011 l'Académie Royale des Beaux-Arts e il Musée d'Art Moderne et d'Art Contemporain di Liegi gli dedicano una grande mostra. Nel 2012 è al Taipei Fine Arts Museum, nel 2013 alla Fondazione Marconi con la mostra Hsiao Chin. Opere su carta. Negli anni seguenti continua a svolgere un'intensa attività espositiva in Italia e all'estero; tra le mostre più recenti figurano: Hsiao Chin. Un viaggio attraverso l'universo alla galleria Robilant & Voena di Milano nel 2015, la personale Hsiao Chin. The Universe Energy alla Die Galerie di Francoforte nel 2016, Hsiao Chin Coming Home retrospective exhibition presso il China Art Museum di Shanghai nel 2018. Nel 2019 fa una mostra personale Les Couleurs du Zen: Peintures de Hsiao Chin, presso il Musée national des arts asiatiques-Guimet di Parigi, nel 2020 In my beginning is my end: the art of Hsiao Chin al Daugavpils Mark Rothko Art Centre a Daugavpils e The Artist As Astronaut: Hsiao Chin nel 2021 presso l'Art Museum di Beijing.
Hsiao Chin è venuto a mancare il 30 giugno 2023.

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Mostra: Hsiao Chin. Una retrospettiva 1960/97

Firenze, Galleria Il Ponte

Apertura: 01/03/2024

Conclusione: 03/05/2024

Organizzazione: Galleria Il Ponte

Curatore: Andrea Alibrandi

Indirizzo: via di Mezzo, 42/b – 50121 Firenze

Opening: 1 marzo h 18.00

Orario: dal lunedì al venerdì 10.00-13.00 e 15.00-19.00 | Sabato su appuntamento | chiuso i festivi

Per info: (+39) 055 240617 | info@galleriailponte.com

Sito web per approfondire: https://www.galleriailponte.com/it/



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