Fino al 13 aprile 2024 a Roma Rosso20sette arte contemporanea ospita la mostra "ROund trip in tiME: Laika / Shepard Fairey / Keith Haring", accompagnata da un testo di Edoardo Marcenaro.
"ROund trip in tiME" è un viaggio nella street art che inizia negli Stati Uniti nel 2023 e, andando indietro nel tempo, termina nel 1984 a Roma: un vero e proprio voyage à rebours.
Prima tappa - Laika
"States of Injustice" è il nuovo progetto della street artist Laika che torna a colpire con i suoi blitz, stavolta oltreoceano. Attraverso una serie di poster e installazioni, l'artista getta luce sulle forme di ingiustizia presenti negli Stati Uniti, svelando i molteplici aspetti oscuri, sia passati che presenti, di una nazione che si vanta del titolo di principale democrazia al mondo. Laika realizza una serie di interventi tra la fine di ottobre e la prima metà di novembre 2023, dal Texas alla California fino a raggiungere il confine messicano, per poi varcarlo e realizzare a Tijuana l'opera conclusiva. Le ingiustizie negli USA si presentano sotto varie forme, vari "stati". Tra questi, quelli che catturano l'attenzione dell'artista sono il razzismo, la povertà, la violenza e la diffusione delle armi, la pena di morte, lo stato d'emergenza nazionale per la comunità LGBT+ americana, le leggi anti-aborto, il sistema sanitario privato e la questione migranti. Laika presenta in mostra da Rosso20Sette Arte Contemporanea, alcune delle sue opere di "States of Injustice" , partendo da una sua certa ansia nell'andare in giro per luoghi pieni di gente armata, considerando la facilità con cui possono essere comprati fucili JR-15 a soli 9. [...] Altro tema affrontato da Laika durante il suo viaggio americano riguarda la legge dello Stato del Texas che vieta l'aborto, rappresentato nel suo lavoro "Bump Check", in cui un poliziotto alla frontiera effettua un vero e proprio "controllo di gravidanza" con la domanda "Leaving Texas?" sullo schermo dell'ecografia. [...]
Seconda tappa – Shepard Fairey aka Obey
Altro artivista è Shepard Fairey, meglio conosciuto come Obey, in mostra da Rosso20Sette Arte Contemporanea con tre delle sue opere più importanti. [...] Nel 2008 Obey partecipa alla campagna elettorale di Barack Obama, trasformando il volto di uno sconosciuto senatore dell'Illinois in icona dell'arte contemporanea: 300.000 poster per invitare a votare Obama con la scritta HOPE che contribuiscono alla sua vittoria e nomina a Presidente degli Stati Uniti. [..] Otto anni dopo Hope, Obey torna a prendere parte alla campagna elettorale statunitense che porterà alle elezioni di Donal Trump, sostenendo il candidato avversario Bernie Sanders, ma questa volta interviene il giorno dopo le elezioni e la faccia del presidente americano proprio non compare! Per il progetto "We the People" lanciato dalla organizzazione non - profit Amplifier Foundation, Shepard Fairey realizza tre ritratti che verranno pubblicati a pagina intera sul Washington Post il 20 gennaio 2017 (giorno dell'inaugurazione), con pagine da staccare dal giornale per essere usate come cartelli oppure attaccate in giro per Washington D.C. Ogni ritratto è accompagnato da un messaggio forte e chiaro: "difendere la dignità" - "più grande della paura" - "proteggersi l'un l'altro". [...]
Terza tappa - Keith Haring
Nel 1984 Keith Haring partecipa alla mostra "Arte di Frontiera - New York Graffiti", nata dagli studi di Francesca Alinovi, curatrice, storica e critica di arte militante negli Anni Settanta e Ottanta, vittima del "delitto della musa del DAMS" di Bologna nel giugno 1983. Francesca nei primi Anni 80 incontra i giovani artisti che lavorano per le strade di New York, li porta in Italia. Tra loro c'è Keith Haring, che a Roma realizza un grande murales sulla facciata laterale del Palazzo delle Esposizioni e alcuni graffiti sulle pareti di vetro della linea metropolitana nella tratta tra Lepanto e Flaminio. Due bozzetti, uno su carta di block notes, l'altro su un foglio di giornale, sono in mostra da Rosso20Sette e ricordano la semplicità e la grandezza dell'opera di Keith Haring, di cui purtroppo non rimane alcuna traccia a Roma essendo i suoi lavori stati cancellati nel 1992 in occasione della visita del Presidente Gorbaciov.... leggi il resto dell'articolo»
Il fattore comune delle opere di Laika, Obey e Haring, e di tutti gli street artist che realizzano lavori per la strada in giro per il mondo, è l'effetto sorpresa di una nuova opera nel momento in cui compare sul muro sotto casa, sensazione che ho avuto recentemente la fortuna di vivere con l'opera di Laika "Le lacrime di Kabul" in prossimità di una sede di Emergency a Roma." (dal testo di Edoardo Marcenaro)
Note biografiche
Laika
Laika 1954 è una street artist italiana. Il nome nasce come richiamo al primo essere vivente giunto nello spazio, la cagnolina Laika, nata nel 1954. C’è anche un riferimento alla Leica, la famosa macchina fotografica.
La scelta di Laika come nome d’arte è legata al concetto di voler “puntare allo spazio”, di non porsi mai dei limiti. Puntare allo spazio inoltre permette di osservare il mondo da lontano, per avere una visione più ampia, senza limiti.
Laika ha deciso di non svelare la propria identità indossando una maschera. L’anonimato, infatti, le garantisce una maggiore libertà espressiva e distoglie l’attenzione dagli aspetti della sua vita personale facendoci concentrare solo ed esclusivamente sui suoi messaggi.
Inizia la sua attività nella primavera del 2019, cominciando ad attaccare degli sticker nella sua città, Roma, ma la fama internazionale arriva all’inizio del 2020 con le sue due opere più famose: Jenesuispasunvirus, l’opera (una delle prime al mondo dedicate al COVID19) che denuncia gli atti di razzismo contro la comunità cinese prima dello scoppio della pandemia; L’Abbraccio, il celebre poster dedicato a Patrick Zaki e Giulio Regeni attaccato nei pressi dell’Ambasciata egiziana di Roma.
Il fascino misterioso di questa figura, quasi “asessuata”, ha portato da più parti a definirla come “la Banksy italiana“, definizione attribuita per lo più dalla stampa internazionale. D di Repubblica l’ha inserita tra le “100 Donne che cambiano il mondo” del 2021.
La sua attività è stata oggetto di un docufilm dal titolo “LIFE IS (NOT) A GAME” diretto da Antonio Valerio spera, presentato alla 17a edizione del Roma Cinema Fest nella sezione Freestyle. L’evento è andato sold out in meno di 48 ore.
Alcune sue opere sono esposte a Bologna presso Palazzo Albergati nella mostra collettiva “Jago, Banksy, TV Boy e altre storie controcorrente”.
A febbraio 2023 stata premiata come “Protagonista 2023” ai Nastri d’Argento per i documentari.
Nel 2024 l’opera dal titolo “мир - PACE atto II”, realizzata l’8 marzo 2022 e dedicata alle donne russe e ucraine, contro la guerra, entrerà a far parte della collezione permanente del MOCO Museum di Amsterdam. Da maggio a settembre 2024, Laika prenderà parte, con 4 opere, ad una prestigiosa mostra collettiva dal titolo “MASKS”, presso il Serlachius Museum di Männtä, in Finlandia, insieme ad artisti del calibro di Paul Gauguin, Alberto Giacometti, Pablo Picasso, Man Ray, Ai Weiwei, Giovanni Gastel, Luigi Ontani e Delphine Diallo. La mostra è a cura della dott.ssa Lorella Scacco.
Frank Shepard Fairey
Frank Shepard Fairey (Charleston, 15 febbraio 1970) è un artista statunitense. Figlio di un medico e di un agente immobiliare, Fairey cresce nella Carolina del Sud, compie studi artistici e nel 1988 si diploma presso l'Accademia d'arte. Nel 1989 idea e realizza l'iniziativa Andre the Giant Has a Posse; dissemina i muri della città con degli adesivi (stickers) che riproducono il volto del lottatore di lotta libera André the Giant; gli stessi sono stati poi replicati da altri artisti in altre città. Lo stesso Fairey ha poi spiegato che non vi era nessun significato particolare nella scelta del soggetto: il senso della campagna era quello di produrre un fenomeno mediatico e di far riflettere i cittadini sul proprio rapporto con l'ambiente urbano. Ma l'iniziativa che ha dato visibilità internazionale a Fairey è stato il manifesto Hopeche riproduce il volto stilizzato di Barack Obama in quadricromia, diventato l'icona della campagna elettorale che ha poi portato il rappresentante democratico alla Casa Bianca. Il critico d'arte Peter Schjeldahl ha definito il poster "la più efficace illustrazione politica americana dai tempi dello Zio Sam". Il manifesto apparve, sempre durante la campagna elettorale del 2008, con altre due scritte: "Change" e "Vote". Il comitato elettorale di Obama non ufficializzò mai la collaborazione con Fairey, probabilmente perché i manifesti venivano affissi illegalmente, come nella tradizione della street-art, ma il presidente, una volta eletto, inviò una lettera all'artista, resa poi pubblica, in cui ringraziava Fairey per l'apporto creativo alla sua campagna. La lettera si chiuse con queste parole: "Ho il privilegio di essere parte della tua opera d'arte e sono orgoglioso di avere il tuo sostegno".
Mostra: ROund trip in tiME
Roma - Rosso20sette arte contemporanea
Apertura: 08/03/2024
Conclusione: 13/04/2024
Organizzazione: Rosso20sette arte contemporanea
Indirizzo: via del Sudario 39 - 00186 Roma
Opening: sabato 9 marzo ore 18.00
Orario: dal martedì al sabato 11.00-19.00
Per info: info@rosso27.com | +39 06 64761113
Sito web per approfondire: https://www.rosso27.com/
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