Mostre

L'Arte in Italia dopo gli anni '50. Cinque mostre per conoscerla meglio

Dopo il dominio dell'arte informale anche in Italia, dal secondo dopoguerra per buona parte degli anni '50, la ricerca artistica nel nostro Paese ha conosciuto movimenti fondamentali che se ne sono distaccati, sviluppando percorsi di ricerca originali, che hanno lasciato un segno profondo e influenzato le generazioni a venire.
Mimmo Rotella, Cleopatra Liz, 1963 - décollage su tela. Collezione Koelliker. Courtesy BKV Fine Art (dettaglio). Esposta a Vicenza nella mostra POP/BEAT – Italia 1960-1979. Liberi di Sognare

Il panorama espositivo di questi giorni ci permette di richiamare l'attenzione su esponenti di primo piano di alcuni di questi movimenti, come il Gruppo Forma, l'Arte Povera, la Pop art e la Transavanguardia, ma anche su artisti che hanno seguito una strada più autonoma.

Cent'anni di Carla Accardi, a Roma

Nella settimana che vede rinnovarsi l'appuntamento con la festa della donna, l'8 marzo, ci piace aprire questa breve rassegna parlando di colei che fu l'unica donna del Gruppo Forma, che fondò insieme a Dorazio, Consagra, Guerrini, Attardi, Perilli, Sanfilippo e Turcato, gruppo che rappresentò una significativa novità nel modo di concepire l'opera d'arte.

Dal 6 marzo al 9 giugno, Roma dedica una mostra antologica a Carla Accardi nel centenario della sua nascita, a cura di Daniela Lancioni e Paola Bonani.

Carla Accardi antologica

Carla Accardi, Grande integrazione, 1957, tempera alla caseina su tela, cm 131x263, Museo del Novecento, Milano | Foto L. Carrà. Copyright Comune di Milano. Tutti i diritti riservati © Carla Accardi by SIAE 2024

Figura di assoluto rilievo nel panorama internazionale, Carla Accardi (Trapani 1924 - Roma 2014) è stata una protagonista della cultura visiva non solo italiana. Mantenendo una singolare ed eccezionale coerenza espressiva, ha contribuito alla nascita e allo sviluppo di nuovi modi di intendere l'opera d'arte, dall'astrattismo dell'immediato dopoguerra all'informale, dalla pittura concettuale alla pittura-ambiente, per arrivare alla maturità espressiva degli anni Novanta e Duemila.

Con riferimento alla ricorrenza dell'8 marzo, è interessante ricordare come nel 1964 Carla Accardi firmò il manifesto "Contro la Biennale di Venezia", che denunciava la discriminazione di genere presente nel mondo dell'arte. E ancora nel 1970, Accardi fu tra le fondatrici del gruppo femminista "Rivolta Femminile", che intendeva battersi per l'autodeterminazione delle donne e la liberazione dai ruoli di genere tradizionali.

L'antologica romana presenta oltre 100 opere, provenienti da importanti collezioni pubbliche e private nazionali e internazionali, oltre che da un nucleo di lavori storici rimasti proprietà dell'artista, che fanno parte oggi della collezione dell'Archivio Accardi Sanfilippo. Leggi le informazioni utili alla visita›.

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POP/BEAT – Italia 1960-1979. Liberi di Sognare, a Vicenza

Una bellissima mostra, che ripropone i protagonisti di una stagione dell'arte molto popolare anche in Italia, e non solo perchè definita "pop", ma presentata questa volta sotto una chiave diversa.

Per la prima volta vengono raccontate ed esposte insieme le generazioni Pop e Beat italiane, testimoni di un sentire comune di quegli anni, legato a una visione ottimistica del futuro e all'impegno movimentista del Sessantotto, sottolineando la loro originalità e autonomia dalle controparti Pop e Beat americane.

Schifano in mostra a Vicenza

Mario Schifano, Camminare, 1965, smalto e grafite su tela. Collezione privata. Courtesy Gió Marconi, Milano

La parte dedicata alla Pop art coinvolge ben 35 artisti per circa 100 opere esposte, e presenta tutti i grandi nomi della stagione artistica che vide il superamento dell'Informale che aveva dominato in Europa e negli Stati Uniti, ed una riappropriazione della figurazione, ciascuno con la propria peculiare ricerca e sensibilità.

Grande spazio a vere superstar dell'arte nazionale (e internazionale) come Mario Schifano, ma anche ad artisti che hanno avuto un ruolo determinante nella sperimentazione artistica di quegli anni, ma meno noti al grande pubblico.

Prima di continuare la lettura, scopri l'intero percorso espositivo guardando questo video di poco più di 100 secondi.

Uno sguardo al percorso espositivo

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In mostra autentici capolavori di Mimmo Rotella, Umberto Mariani, Concetto Pozzati e opere significative e di grandi dimensioni di tanti altri nomi di primissimo piano, provenienti da importanti collezioni pubbliche e private. Scopri di più›.

Jannis Kounellis - Notte, a Roma

"Negli anni Sessanta mi hanno chiamato artista, perché non sapevano come definire un mucchio di carbone. Ma io sono un pittore". Così parlava di sé l'artista Jannis Kounellis.

Le sue opere si caratterizzano spesso per l'uso di materiali grezzi e industriali, nonché per l'incorporazione di elementi viventi come animali. Celebre la sua installazione del 1969 presso la Galleria L'Attico a Roma (replicata alla Biennale nel 1976), dove portò cavalli vivi all'interno della galleria d'arte. L'installazione, intitolata "Senza titolo (12 cavalli)", rappresenta uno dei momenti più significativi di quella stagione artistica, che ha cambiato le "regole" tradizionali che venivano applicate allo spazio espositivo, sfidando la percezione dell'arte come qualcosa di statico e isolato dalla vita quotidiana. L'idea di introdurre cavalli vivi all'interno della galleria d'arte seppe sollevare una discussione su dove finisce l'arte e dove inizia la realtà, e sul rapporto tra l'umanità e il mondo naturale.

Kounellis al Maxxi

Jannis Kounellis, Senza titolo, 2003 – ferro, vetro. Collezione privata, Roma. Photo Vincenzo Labellarte, courtesy Fondazione MAXXI © Estate of Jannis Kounellis, by SIAE 2023

Protagonista assoluto dell'Arte Povera, a Jannis Kounellis sta dedicando una mostra il MAXXI di Roma fino al 30 aprile, con un progetto espositivo che si concentra sul carattere profondamente connesso al teatro e alle azioni performative che attraversa tutta la ricerca di Jannis Kounellis. Continua a leggere›.

Mimmo Paladino - Nel Palazzo del Papa, Bologna

Resterà visitabile fino al 7 aprile 2024, ed esclusivamente su prenotazione e con visita guidata, l'ultimo progetto espositivo di un grande protagonista del movimento artistico teorizzato da Achille Bonito Oliva, che dalla fine degli anni '70 ebbe un grande risalto internazionale. Parliamo di Mimmo Paladino e della Transavanguardia, che a Bologna si relaziona con gli splendidi spazi di Palazzo Boncompagno, il Palazzo che fu la dimora di Papa Gregorio XIII.

La mostra, che non segue un criterio cronologico, presenta sia opere storiche (anni '90) che opere recenti (del 2023). Straordinaria l'installazione di tredici cavalli neri nella Sala delle Udienze Papali, con un ritorno a questo soggetto che richiama la sua opera "La Montagna di Sale", storica installazione di Mimmo Paladino a Gibellina, realizzata nel 1990.

Mimmo Paladino, installazione 13 cavalli

Senza titolo, 2020. 13 cavalli in vetroresina, collezione dell'artista

Una mostra che si svolge con un numero relativamente limitato di opere, ma assolutamente rappresentative degli elementi più significativi della poetica e del percorso creativo di uno degli artisti italiani viventi più importanti e riconosciuti anche a livello internazionale. Scopri di più›.

Greta Schödl - Il tempo non esiste, a Bologna

Abbiamo aperto con una donna, e terminiamo con un'altra grande artista, probabilmente meno nota di Carla Accardi, ancora vivente. Si tratta di Greta Schödl, classe 1929, artista e performer di origine austriaca, ma che ha vissuto a Bologna dal 1959, e che in questi giorni può festeggiare l'invito ad una nuova partecipazione alla Biennale di Venezia, a suggello di un rinnovato interesse sulla sua figura.

Per lei si tratta di un ritorno nell'esposizione internazionale d'arte più antica e a lungo anche più prestigiosa al mondo, avendovi già partecipato nel 1978, in occasione della 38^ Biennale. Greta Schödl può anche vantare un invito alla Biennale di São Paulo in Brasile nel 1981 e significative presenze museali.

C'è tempo fino al 17 marzo per visitare la mostra "Il tempo non esiste", a Palazzo Paltroni (via delle Donzelle 2, Bologna), un titolo che riflette una citazione ricorrente dell'artista e rimanda all'inesistenza del concetto di tempo. Schödl sostiene che l'identità individuale sia modellata sin dalla nascita e che l'essenza di ognuno si manifesti immediatamente, già dal primo istante di vita.

Il tempo non esiste

Greta Schödl. Il tempo non esiste - Palazzo Paltroni, Bologna

La mostra, pur di dimensioni contenute, rappresenta bene il processo artistico della Schödl e la sua capacità di esprimersi attraverso molteplici tecniche: il mosaico, il disegno, l'illustrazione, la scrittura, la pittura, la scultura e, non ultima, la performance. L'esposizione di Palazzo Paltroni testimonia infatti, attraverso documenti e fotografie, tra cui un nucleo di scatti del grande fotografo bolognese Nino Migliori, anche la pratica performativa, che ha visto Greta Schödl impegnata tra gli anni Settanta e Ottanta in tre storiche performance: Tubo (1978), Bidone (1978) e Straßenpoesie (1980), realizzate a Bologna e Basilea. Conosci meglio l'artista e la mostra›.


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Pubblicato il 04/03/2024

Itinerarinellarte.it