Arte contemporaneaMostre a Firenze

André Butzer. Liebe, Glaube und Hoffnung

  • Quando:   01/03/2024 - 09/06/2024
André Butzer. Liebe, Glaube und Hoffnung

Il Museo Novecento è lieto di annunciare un grande progetto espositivo dedicato all'artista tedesco André Butzer (Stoccarda, 1973), a cura di Sergio Risaliti: Liebe, Glaube und Hoffnung (Amore, fede e speranza) al Museo Novecento dal 1° marzo al 9 giugno 2024 e »... und der Tod ist auch ein Leben.« (...e anche la morte è una vita), al Museo Stefano Bardini dal 22 marzo al 9 giugno 2024.

"Mi considero un colorista. Sarò sempre un colorista. Nient'altro. Il colore rappresenta sempre e solo sé stesso come colore in combinazione con altri colori. Quindi, la mia visione è quella di creare questo infinito colorismo attraverso l'assenza di colori naturalistici già pronti." André Butzer 2011

La mostra, nella sua duplice articolazione, consentirà di approfondire l'intera parabola artistica di André Butzer, la cui pratica prende avvio da un'originale commistione tra l'espressionismo europeo e la cultura popolare americana. Al fianco di nomi quali Jawlensky, Munch e Kirchner, nella biografia e nella formazione artistica di Butzer rivestono un ruolo fondamentale anche Henry Ford e Walt Disney, ai quali a loro volta è necessario associare, inoltre, la lezione di Cézanne e Matisse, pittori francesi fondatori del modernismo in arte e ammirati dall'artista fin dalla gioventù.

Il grande progetto espositivo dedicato ad André Butzer inizia il 1° marzo 2024 al Museo Novecento con Liebe, Glaube und Hoffnung. Ospitata nelle sale al piano terra del Complesso delle Ex Leopoldine, la mostra prende ispirazione dalla prima lettera di Paolo ai Corinzi (13:13) e riunisce circa 25 opere che testimoniano l'intera carriera dell'artista, che oltre al disegno e alla pittura e si è dedicato anche alla poesia.
La selezione delle opere, effettuata insieme a Butzer, vuole presentare l'interconnessione tra il lavoro passato e presente dell'artista, mettendo in luce la centralità e la ricorrenza di alcune tematiche a lui care, così come i dualismi tra vita e morte, speranza e disperazione, verità e falsità, tipici della tensione continua e antitetica delle sue opere, che in mostra crea un tessuto denso di legami e rimandi.
La selezione è inoltre arricchita da alcune opere inedite, realizzate appositamente per la mostra al Museo Novecento. In particolare, l'artista ha realizzato la grande tela Ohne Titel (Sternenmadonna) (Madonna delle stelle), che verrà collocata nello spazio destinato originariamente alla pala d'altare all'interno della ex cappella dell'edificio.

La seconda parte del progetto arriverà il 22 marzo 2024 al Museo Stefano Bardini con »... und der Tod ist auch ein Leben.«, titolo che prende ispirazione dalla poesia Nel bel blu (1808) di Friedrich Hölderlin, tra le preferite dell'artista. Anche questa mostra si inserisce nell'eccezionale ciclo espositivo che, a partire dal 2016, si è posto come obiettivo la creazione di un dialogo tra il museo fiorentino e alcuni tra i più importanti artisti contemporanei, da John Currin a Glen Brown, da Ali Banisadr a Rachel Feinstein e recentemente Nathaniel Mary Quinn.
La mostra nasce da un nucleo di opere realizzate dall'artista a seguito di una visita al museo e alla collezione del connoisseur e mercante d'antiquariato Stefano Bardini. La serie di 22 dipinti del 2022 presenta il dialogo tra l'artista e il Museo Stefano Bardini a partire dall'ambiente noto come "Sala delle Madonne" che Butzer ha re-inventato.
La sala conserva una ricca raccolta di Madonne in terracotta, tra cui alcuni capolavori come la Madonna dei Cordai e la Madonna della Mela di Donatello, che Stefano Bardini non fu mai disposto a vendere durante la sua attività da mercante d'arte. La collezione raccoglie la produzione delle più attive e importanti botteghe fiorentine del Quattrocento, da Verrocchio a Jacopo della Quercia, da Ghiberti a Desiderio da Settignano. La disposizione delle terrecotte sulla parete è ordinata e simmetrica, con un allestimento monotematico ed unitario che si riflette nei ritratti realizzati dell'artista tedesco e nella resa degli allestimenti in mostra. La serialità delle terrecotte quattrocentesche, in cui la variazione da opera ad opera è affidata più alla gamma cromatica che alla variazione dell'iconografia, si misura con le figure dai volti cartooneschi, i capelli biondi e lo sfondo monocromo dei ritratti di André Butzer.
Il confronto con la ritrattistica della collezione del Museo prosegue in maniera serrata anche nella sezione della mostra allestita presso il Salone dei dipinti. Il percorso espositivo prevede inoltre l'allestimento di una selezione di disegni e acquerelli nella sala detta "Sala dei soffitti veneziani", in cui le opere di Butzer saranno collocate vicino alla "Sala del Guercino", dove sono conservati alcuni disegni ed acquerelli di Giovan Battista Tiepolo, del figlio Lorenzo e del Piazzetta.... leggi il resto dell'articolo»

In un'originale convergenza artistica e sociale, l'opera di Butzer intreccia la conoscenza dei maestri del primo Novecento con l'interesse per la comunicazione, i fumetti e la cultura pop diffusa in Europa nel secondo Novecento, dando origine a una personalissima commistione di cultura alta e bassa. A partire dal 1999 André Butzer plasma quindi un universo artistico che, pur attraversando diverse fasi, si mostra come un processo di maturazione unitario ed organico. Al primo espressionismo subentra una crescente astrazione, interrotta da elementi figurativi caratteristici e seriali. Alla forza ideologica dei lavori N-Paitings (2010-2017), che definiscono l'utopico NASAHEIM, il non-luogo origine di ogni facoltà pittorica e poetica, segue il ritorno dei suoi personaggi distintivi, quali La Donna (The Woman) l'Uomo della Vergogna (Man of Shame), il Friedens-Siemens, il Viandande (Wanderer). Tutti questi personaggi possono essere considerati sia un ritratto dell'artista sia una figura universale al di fuori del tempo. Il Viandante, a titolo esemplificativo, richiama l'iconografia tipica del viaggiatore nel panorama letterario e artistico (a partire da Hölderlin e Friedrich, limitandosi all'ambito tedesco). La complessità dell'universo artistico di Butzer può essere ascritta nell'Espressionismo Fantascientifico, come definito dallo stesso artista, che raccoglie figurazione e astrazione nel costante equilibrio tra l'analisi del presente, la lezione del passato e il presagio del futuro.

L'eterno viandante di Sergio Risaliti, Direttore Artistico Museo Novecento e curatore della mostra.

Il Museo Novecento accoglie negli spazi del piano terreno la mostra personale di André
Butzer a Firenze. È la prima in assoluto in un'istituzione pubblica italiana, un percorso
antologico alla scoperta di dipinti e sculture, dagli anni Novanta ai nostri giorni. Come
altri artisti tedeschi degli ultimi decenni–Georg Baselitz, Anselm Kiefer and Günther Förg, ma anche Gerhard Richter, Sigmar Polke e Albert Oehlen– anche Butzer è riuscito a coniugare la grande tradizione romantica ed espressionista con le influenze pop e astratte moderne, molto influenti nel panorama dell'arte tedesca dagli anni Sessanta in poi. Nella sua formazione artistica hanno tuttavia avuto un ruolo fondamentale tanto le
opere di Cézanne quanto quelle di Matisse, da cui ha saputo assimilare sia la profondità
cognitiva dell'immagine costruita oltre i limiti dell'imitazione, quanto la musicalità perfino magica e misteriosa del colore. Dopo i dipinti di carattere decisamente espressionistico del primo periodo, realizzati come dentro un furor ispirato e in totale sintonia con l'autonomia creativa della pittura, ne sono nati altri dettati dalla immedesimazione con la figura del Viandante (Wanderer), avventuriero dello spirito alla ricerca di una verità indefinibile che sfugge alla razionalità, ma vive nel profondo dello spirito e si conosce nei modi del sentimento sublime. Il Viandante è una figura topica della cultura romantica, si ritrova nell'arte di Caspar David Friedrich, nella poesia diJohann Wolfgang von Goethe e di Friedrich Hölderlin, nella musica di Franz Schubert. Poi sono apparse opere astratte, con campi monocromi interrotti da figure geometriche minimali, seguiti da altre di linguaggio informe, con superfici dense, luminosissime, giocate su fondi grigi con filamenti di colore leggeri e quasi naturalistici; infine, le sue celebri "donne-bambine" risolte con un disegno che fa molto pensare al mondo delle favole e dei cartoon infantili. Una serie di dipinti e disegni, anche di grandi dimensioni, sono stati scelti per le sale del Museo Stefano Bardini, dove, negli ultimi anni, si sono organizzati una serie di accostamenti di oggi e di ieri. Il Museo civico è una raccolta di manufatti appartenenti ad epoche diverse della storia dell'arte e del gusto, accostati ancora oggi secondo gli interessi eclettici del mercante d'arte e collezionista Stefano Bardini, vissuto tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX. Basti qui ricordare alcune delle mostre organizzate in queste sale e dedicate a John Currin, Glenn Brown, Ali Banisadr, Anj Smith, Rachel Feinstein e Nathaniel Mary Queen. Al Bardini, Butzer è rimasto decisamente affascinato dalle opere di Donatello, la Madonna dei Cordaie la Madonna della mela, così come dalla emozionante parete delle Madonne in terracotta, di autori diversi ma tutte ascrivibili al primo rinascimento.
Tornando al Museo Novecento, sottolineiamo che per la prima volta nella storia recente
dell'istituzione è stato suggerito all'artista di cimentarsi con le pareti che disegnano il
percorso espositivo intorno al chiostro rinascimentale, una superficie di notevoli dimensioni, che ha l'aspetto di una parete posta all'aperto, come di uno spazio pubblico
da percorrere abbagliati dalla luce esterna.

Altra caratteristica inedita del progetto è la commissione di una pala d'altare per l'ex
chiesa che si conserva nel cuore del museo, uno spazio così tanto amato dagli artisti in
questi anni, che qui si sono confrontati con quanto sopravvive di una certa au
ra sacra. In questa cappella, progettata per le liturgie eucaristiche, si ritiravano in preghiera le ragazze ricoverate nello Spedale di San Paolino–questo era il nome antico delle ex Leopoldine–giovani fanciulle salvate dai disagi, dalle umiliazione e violenze
subite in famiglia o nella società rinascimentale. Per l'altare, ormai privato della sua pala originale–una Moltiplicazione dei pani attribuita a Ludovico Buti (1550 circa–1611) Butzer ha realizzato una Madonna delle stelle, un'iconografia a lui cara, che evoca simili immagini devozionali, caratterizzate da note fiabesche e fantastiche, come quella di Lorenzo Veneziano nella chiesa vicentina di Santa Corona, vestita di un manto blu trapuntato di astri, o quella di Beato Angelico, con una cornice di stelle dorate che circondano la Vergine e il Bambino, oggi conservata allo Isabella Stewart Gardner Museum di Boston. Come altre figure di Butzer, anche questa donna-bambina, regina
in terra e nel cosmo, immaginata però con un semplice vestitino, leggero come di carta, e grandi occhi ricolmi di dolcezza, tenerezza e un velo di amarezza e malinconica apprensione, è realizzata con un linguaggio infantile. Figure bambine, o grottesche, come quelle di certi cartoon, simili ad ambigui emoji, che vivono con disinibita espressione e formalizzazione sia nei dipinti, dai colori sgargianti, sei nei disegni di piccole e grandi dimensioni. Come ha scritto Gwen Allen, professore di storia dell'arte presso la San Francisco State University:» I disegni di Butzer sfidano le nozioni convenzionali di abilità e maestria artistica, una strategia rafforzata dall'associazione dei mezzi da lui scelti–soprattutto pastello e acquerello–con l'arte dei bambini e dei dilettanti. Butzer sembra fare di tutto per enfatizzare queste connessioni con i suoi scarabocchi rozzi e giocosi e con il suo lavoro a pennello, che richiamano la mancanza di coordinazione motoria e la creatività sfrenata dei bambini piccoli«. Tutto questo, evidenzia almeno due aspetti significativi dell'arte di Butzer: la forte tensione spirituale, la sua affinità con il mondo romantico, sicuramente quello di Novalis e Hölderlin, assieme alla sua precoce ammirazione per i disegni animati eseguiti a mano da Walt Disney, così come per le aperture al mondo dell'arte infantile e dei folli di Klee, Dubuffet e perfino Pollock. Già questi dati, svelano la complessità del percorso artistico di Butzer, che solo
apparentemente pare iniziare, risolvere e abbandonare ciclicamente ricerch
e econquiste personali, passando dalle astratte costruzioni alla invasata ispirazione
del suo espressionismo, fino a realizzare una serie di opere dalle superfici spesse e informi, ed altre creazioni pittoriche animate da figure con gli occhi a palla e te
ste di goblin, dai corpi deformi con dei monconi al posto degli arti, irridente e perturbanti, con quei sorrisi animati da forze oscure e minacciose. Si tratta sempre e comunque di esperienze assolute e compiute, fondate su se stesse, viaggi compiuti alla
ricerca di risposte che solo l'arte riesce a dare a quel viandante eterno che è l'artista. Perché il movimento dall'esterno all'interno, dal finito all'infinito, dal visibile all'invisibile non è mai esaurito. La selezione delle opere, effettuata insieme all'artista, vuole presentare l'interconnessione tra il suo lavoro passato e quello presente, mettendo in luce la centralità e la ricorrenza di alcune tematiche a lui care, così come i dualismi tra vita e morte, speranza e disperazione, verità e falsità, tipici della tensione continua e antitetica delle sue opere, che in mostra crea un tessuto denso di legami e rimandi. La selezione è inoltre arricchita da alcune opere inedite, realizzate appositamente per la mostra al Museo Novecento.

André Butzer è un artista che vive e crea nella certezza della missione artistica e del potere perfino ontologico dell'arte, che staccandosi dalle produzioni industriali ed all'
effimero spettacolo della vita contemporanea procede verso la verità e la libertà. Tornano perfino alla mente alcuni versi di Gottfried Benn:» Devi saperti immergere, devi imparare,/un giorno è gioia e un altro obbrobrio,/non desistere, andartene non puoi/quando è mancata all'ora la sua luce«. Non resta d'altronde all'artista che la sua fede, la sua speranza, il suo amore per l'arte e la poesia:»Durare, aspettare, concedersi/ Oscurarsi, invecchiare, après lude«.

Attività di Mediazione
In occasione della mostra, sono attive le iniziative di mediazione rivolte alle diverse tipologie di pubblico, a cura di MUS.E. In marzo tutti i sabati alle ore 15:00, infatti, il pubblico potrà prendere parte alle visite guidate alla mostra, con cenni anche alle altre esposizioni in corso presso il museo, avvicinandosi alla poetica dell'artista e cogliendo gli aspetti salienti della sua opera, connotata da forme vivaci e potenti e insieme intrisa di riferimenti tanto ai maestri del Novecento quanto agli stilemi diffusi della contemporaneità. In aggiunta, tutti i sabati alle ore 16.30 le famiglie con bambini dai 6 ai 10 anni potranno fare esperienza di un atelier di pittura ispirato ai lavori di André
Butzer, sperimentando la portata di un linguaggio intris o di colore, che gioca con le apparenze per esplorare un ricco immaginario intorno ai valori della vita.

Note biografiche

André Butzer (Stoccarda, 1973), vive e lavora a Berlino.
Tra le principali mostre personali si annoverano The Page Gallery (2023); Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid (2023); Madrid e Kunstverein Friedrichshafen (2023); Friedrichs Foundation, Weidingen (2022); Galerie Max Hetzler, Berlino (2021); Gió Marconi, Milano (2021); YUZ Museum, Shanghai (2020); Museum of the Light, Hokuto (2020); IKOB Musée d'Art Contemporain, Eupen (2018); Växjö Konsthall, Växjö (2017); Bayerisches Armeemuseum, Ingolstadt e Neue Galerie Gladbeck (2016); Kunstverein Reutlingen (2015); Künstlerhaus – Halle für Kunst und Medien, Graz (2014); Kestnergesellschaft, Hanover e Kunsthistorisches Museum / Theseustempel, Vienna (2011); Kunsthalle Nuremberg (2009); Kunstverein Ulm (2005) e Kunstverein Heilbronn (2004).
Le opere di André Butzer fanno parte delle collezioni di: Art Institute of Chicago; University of Chicago,Chicago; Children's Museum of the Arts, New York; Faye G. Allen Centre for the Visual Arts, University of Washington, Seattle; Rubell Museum, Miami; LACMA Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles;Marciano Collection, Los Angeles; MOCA Museum of Contemporary Art, Los Angeles; Pinakothek der Moderne, Monaco; Contemporary Art Collection of the Federal Republic of Germany, Bonn; Friedrichs Foundation, Weidingen / Bonn; Deichtorhallen Hamburg – Falckenberg Collection, Amburgo; Paula Modersohn-Becker Museum, Bremen; Hall Art Foundation, Reading / Derneburg; Hamburger Bahnhof,
Berlino; Nationalgalerie / Hamburger Bahnhof – Museum für Gegenwart, Berlino; Kupferstichkabinett, Berlino; Miettinen Collection, Berlino; Hölderlinturm, Tübingen; IKOB Musée d'Art Contemporain, Eupen; Collection of the Country Tyrol; Carré d'Art, Nîmes; Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid; MONA Museum of Old and New Art, Tasmania; YUZ Museum, Shanghai.

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Mostra: André Butzer. Liebe, Glaube und Hoffnung

Firenze, Museo Novecento Firenze

Apertura: 01/03/2024

Conclusione: 09/06/2024

Organizzazione: Museo Novecento Firenze

Curatore: Sergio Risaliti

Indirizzo: Piazza Santa Maria Novella, 10 - Firenze

Orario
Lun - Mar - Merc - Ven - Sab - Dom | 11:00 - 20:00
Giov | chiuso
Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura

Le mostre temporanee e la collezione permanente del Museo Novecento sono aperte al pubblico, tutti giorni dalle 11 alle 20 escluso il giovedì, giorno di chiusura del museo.

Potete acquistare i vostri biglietti online o direttamente alla biglietteria del museo. Gli ingressi sono contingentati. La prenotazione è fortemente consigliata al fine di evitare di non trovare posto nell'immediato.



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