Arte contemporaneaMostre a Brescia
Giovedì 16 febbraio è stata inaugurata la mostra di Anish Kapoor e Giulio Paolini, occasione per festeggiare i 50 anni della galleria Massimo Minini e Brescia Capitale della Cultura con Bergamo.
Caro Anish, caro Giulio,
sono rispettivamente sei e sette le vostre mostre personali presentate a suo tempo in galleria.
È venuto quindi spontaneo chiedervi un incontro nello spazio che vi aveva visto separati protagonisti.
Le due attitudini opposte trovano qui ora la loro ricomposizione.
Un confronto non solo fra le opere ma anche tra gli artisti che ringrazio per essere presenti all’inaugurazione.
Questo incontro è occasione per festeggiare i 50 anni della galleria e Brescia Capitale della Cultura 2023 con Bergamo.
Parleremo dunque di forme, di culture, di contenuti pregnanti, come quelli di Anish, oppure di assenze, come in Giulio, dove il pieno e il vuoto coincidono e si danno appuntamento per creare uno spazio sospeso, un in between, tra l’oggi e il domani, tra passato e futuro che si condensano nel presente.
Giulio, hai pensato che un insieme di opere potessero dare vita ad un solo lavoro, omaggio alla galleria (ma anche al gallerista).
L’autore guarda lo spazio ed è convinto che la galleria non sia solo nei muri: la galleria è principalmente nella nostra testa, quindi nelle nostre intenzioni.... leggi tutto»
Anish, invece tu parti da un principio pieno di vita, dove il pensiero si materializza in forme e modi diversi.
Se osservo quel piccolo triangolo nero che riempie un angolo alto della stanza, una forma geometrica importante come il triangolo pitagorico-euclideo, qualcosa che ci ricorda come la somma dei quadrati costruiti sui cateti……
allora penso alla matematica, alla geometria, alla scoperta del mondo, alla fondazione di un nuovo mondo, alla ragione, certo, ma accompagnata dall’emozione e dal sentimento, abbandonato ogni sentimentalismo.
La dicotomia di cui sto parlando, dal bianco al nero, dal tutto al nulla, dal pieno al vuoto, non è un contrasto ma la somma di due posizioni estreme e basilari che non solo non si elidono ma si integrano in un nuovo status.
Ecco, mi è stato chiesto come mai ho avuto l’incoscienza di avanzarvi questa richiesta di duplice esposizione: grazie per aver consentito con grande curiosità reciproca.
Il risultato è che qui la differente posizione non crea una cesura ma una collaborazione.
L’opera bianca, tutta vuota, e l’opera nera che invece accoglie tutti i colori fino a mimetizzarsi nel nero più assoluto, sono come una supernova e un buco nero. La prima rimanda allo spettatore la sua densità di luce e di pensiero, la seconda trattiene in sé l’energia che l’autore carica nell’opera. In entrambi i casi i lavori sono fonti e accumulatori di
pensiero che dall’autore allo spettatore, e viceversa, dall’oggi al domani, dall’ordine al disordine, veicolano concetti e significati.
In questo senso leggo la tua affermazione, Giulio, là dove dici che è l’opera a guardarci e non viceversa.
L’opera d’arte caricata delle intenzioni del suo creatore, come una fonte di luce dopo lunga carica notturna, è in grado di restituire ciò che ha ricevuto e anche più, traendo da questo inatteso connubio forze di segno opposto.
E per quanto riguarda il tuo lavoro, Anish, mi sembra di essere di fronte a un vuoto che tu stai caricando della tua energia, del tuo pensiero, un attimo prima della sua esplosione.
Il pensiero regge il nostro mondo e il creato.
Il problema è capire se siamo noi che abbiamo creato il mondo o viceversa, quindi anche se siamo noi ad aver creato l’arte o viceversa.
“Exegi monumentum aere perennius” ha scritto Orazio e un giorno Sol LeWitt mi ha detto che l’arte concettuale potrebbe essere la sola a salvarsi in caso di disastro nucleare.
Mi pare che ci stiamo andando vicini ma continuo a sperare che non succeda il peggio. Se così fosse potrei cambiare idea sui miracoli. Intanto godiamoci il miracolo di questa mostra dove due grandi artisti come voi, ancora giovanissimi e pieni di idee ci porgono l’inatteso risultato di questo confronto. Nuove opere ai limiti del visibile e del comprensibile che solo i capolavori raggiungono dall’alto della libertà conquistata.
Libertà che viene da un lavoro aperto al confronto e non chiuso in una caparbia affermazione di supremazia intellettuale.
Così, in questo apparente contrasto, che in realtà è una somma di visioni, si ricompone questa metafora che alla fine chiamiamo arte. La metafora è un trasporto di significato (dal greco metà forein), che qui diventa l’incontro tra due universi di pensiero e dà vita a un gioco.
Alla fine ci accorgiamo che tutto il fare, disfare, costruire, accumulare, è stato un gioco serio, il gioco della vita, oppure, se preferite, il mestiere di vivere.
Dunque vorrei chiedere a voi che siete qui questa sera: “Vi piacciono queste opere?”
Spero di no, non sono nate per piacere ma per attivare il pensiero.
Massimo Minini
Titolo: anish kapoor | giulio paolini
Apertura: 16/02/2023
Conclusione: 03/05/2023
Organizzazione: Massimo Minini
Luogo: Brescia, Massimo Minini
Indirizzo: via Luigi Apollonio 68 - 25128 Brescia
Info: Tel. 030383034 - info@galleriaminini.it
Sito web per approfondire: https://www.galleriaminini.it/
Facebook: galleriamassimominini
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