"Da qui in poi ci sono i leoni", un titolo che s'ispira al lavoro degli antichi cartografi per indagare il paesaggio nel presente e nel suo futuro prossimo. È la video installazione documentaria di Paola Di Mitri con la creazione cinematografica di Davide Crudetti e prodotta da Cranpi - in scena in prima nazionale a Romaeuropa Festival dal 10 al 15 ottobre al Mattatoio - che osserva il cambiamento degli scenari paesaggistici causati dall'impatto delle attività umane sull'ambiente.
Il progetto, vincitore della seconda annualità del bando "ART~WAVES di Fondazione Compagnia San Paolo", nasce da un percorso più intimo e personale avviato da Di Mitri con "Vita Amore Morte e Rivoluzione" e incentrato su Taranto, sua città natale e luogo diventato icona della questione ambientale, per poi espandersi in un progetto collettivo che si propone di esplorare i paesaggi, intesi come entità vive costituite da elementi naturali, umani e industriali, e le conseguenze che l'intervento dell'uomo ha avuto su di essi, per ricercare e immaginare cartografie future.
«In passato - spiega l'ideatrice e regista Paola Di Mitri - gli antichi cartografi si mettevano in viaggio e disegnavano sulle mappe ciò che erano riusciti a vedere. Poi, quando finivano i confini del mondo conosciuto alzavano le mani e dicevano: "Da qui in poi ci sono i leoni". Ovvero, da qui in poi noi non sappiamo. Oltre quella linea ci sono belve feroci e terre incognite. Sulla mappa tracciavano il profilo immaginario di un leone, perché loro un leone vero non lo avevano mai visto veramente. Costruivano semplicemente un personaggio, delegando ai poeti e ai visionari l'immaginazione delle terre inesplorate e consegnando, a chi li stava ascoltando, oltre al noto anche l'ignoto. Le conseguenze dell'impatto delle attività umane sull'ambiente e quello che questo sta comportando in termini di trasformazione del paesaggio e cambiamento climatico sono oggi il territorio inesplorato sul quale ci muoviamo. Davanti a noi si sono ridisegnate nuove cartografie, paesaggi nuovi, rischi atmosferici e geologici che bruciano di giorno in giorno la memoria collettiva e il rapporto che credevamo di aver stabilito con gli spazi e gli eventi naturali. Questo progetto cerca di colmare un vuoto, lavorando su questo "buco di immaginazione"».
Un progetto lungo un viaggio che si snoda da Sud a Nord della Penisola, parte dalla Puglia, passa dalla Sardegna, sfiora la Toscana, tocca la Liguria, giunge in Piemonte nella Val di Susa, fino a travalicare il confine francese. La testimonianza di un passaggio in luoghi che hanno subito o stanno subendo l'impatto delle attività umane sull'ambiente. Un tentativo di mappatura, che ha allenato il nostro orecchio e il nostro sguardo a soffermarci sul rapporto essere umano/natura, fondato sulla logica unidirezionale del dominio, del profitto e dello sfruttamento delle risorse.
Nella video installazione di Di Mitri, le immagini del presente sono messe a confronto con gli archivi del passato, fino ad arrivare a immaginare scenari ambientali futuri, le cui prospettive sono già agghiaccianti. Quattro fasce di età hanno provato a immaginare scenari possibili, fantastici, apocalittici, utopici. Ne è venuto fuori un esercizio di immaginazione collettivo.... leggi il resto dell'articolo»
La prima parte del progetto, "Vita Amore Morte e Rivoluzione", dopo il debutto a Romaeuropa Festival 2022, tornerà in scena dal 27 al 30 ottobre al Teatro Basilica.
Uno spettacolo di teatro documentario di e con Paola Di Mitri con la creazione cinematografica di Davide Crudetti, prodotto da Cranpi e con le musiche originali di Gaspare Sammartano e il suono di Hubert Westkemper, che intreccia la narrazione teatrale al linguaggio cinematografico.
Muovendosi in una cartografia intima fatta di ricordi, filmini di famiglia e vecchie fotografie, la regista ricostruisce la sua storia famigliare per trovare risposta ad una ferita personale che si sovrappone e si perde nelle cartografie di chi abita oggi Taranto. La storia personale lascia spazio alla dimensione collettiva per ridisegnare una geografia emotiva, sensoriale, storica e urbanistica di Taranto; una città cancellata e riscritta più volte, pensata per essere volano del Sud, ma che da sempre non è che campo di battaglia operaio, sfruttamento della forza lavoro, disastro ambientale, emergenza sanitaria, simbolo di una situazione meridionale mai risolta.
Una produzione Cranpi in coproduzione con A.M.A. Factory con il contributo di MiC – Ministero della Cultura e di Fondazione Compagnia di San Paolo nell'ambito del bando "ART~WAVES. Per la creatività, dall'idea alla scena" in collaborazione con ZaLab, Artinvita - Festival Internazionale degli Abruzzi con il sostegno di CARROZZERIE|n.o.t, A.n.t. "Primavera Non Bussa", Centro di Residenza della Toscana (Armunia - CapoTrave/Kilowatt), Teatro delle Forche, TRAC_Teatri di Residenza Artistica Contemporanea, Teatro Crest, Teatro Biblioteca Quarticciolo, ATCL Circuito multidisciplinare della Regione Lazio per Spazio Rossellini.
Crediti
una video installazione documentaria di Paola Di Mitri
con la creazione cinematografica di Davide Crudetti
allestimento dello spazio espositivo Rosita Vallefuoco
field recordings e spazio sonoro Gaspare Sammartano
suono Jacopo Ruben Dell'Abate
fotografia Matteo Calore, Davide Crudetti
assistente di creazione Francesco Meloni
collaborazione artistica Lorenzo Letizia, Alessia Petitto
progetto grafico Giulia Vigna
Mostra: Da qui in poi ci sono i leoni
Roma - Mattatoio
Apertura: 10/10/2023
Conclusione: 15/10/2023
Curatore: Paola Di Mitri
Indirizzo: Piazza Orazio Giustiniani, 4 - 00153 Roma
Sito web per approfondire: https://romaeuropa.net/festival-2023/da-qui-in-poi-ci-sono-i-leoni/.
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