Arte visivaMostre a Torino

Torino Jam Session. Energiche e liberatorie ibridazioni nell’arte.

  • Quando:   21/06/2023 - 01/10/2023
  • evento concluso
Torino Jam Session. Energiche e liberatorie ibridazioni nell’arte.

Una nuova mostra dedicata alla creatività metropolitana organizzata da Flashback Habitat, Ecosistema per le Culture Contemporanee. In quanto centro artistico indipendente dedicato alla ricerca e alla sperimentazione nel campo delle arti visive, Flashback Habitat è profondamente legato al territorio e alle sue peculiarità, da qui la scelta di dedicare gran parte della propria programmazione alla ricerca artistica metropolitana.

Torino Jam Session. Energiche e liberatorie ibridazioni nell'arte - fino al 1 ottobre - nasce da un'idea di Alessandro Bulgini, artista e direttore artistico di Flashback Habitat, e indaga le molteplici possibilità fornite da una mostra in quanto display espositivo. Una mostra pensata come una jam session dedicata alle arti visive, agli artisti torinesi e alla città, dove sarà messo in pratica il tentativo di creare nuove possibilità di dialogo e nuove sperimentazioni attraverso la musica e le arti visive.

La mostra vede il coinvolgimento di alcuni tra gli artisti torinesi più rappresentativi degli ultimi decenni che hanno, per le loro caratteristiche, contribuito a rendere la scena artistica ricca e vibrante e che, in modo del tutto inedito, hanno letto e interpretato il loro territorio.

Aldo Mondino, Bartolomeo Migliore, Pierluigi Pusole, Marco Gastini, Monica Carocci, Victor Kastelic, Gruppo Fotografia Psicogeografica, Alessandro Bulgini, Luigi Gariglio, Giorgio Griffa, Turi Rapisarda, Elke Warth, Enzo Obiso, Sergio Cascavilla, Pierluigi Meneghello, Alessandro Rivoir, Bruno Zanichelli, Donato Stolfi.

Torino Jam Session. Energiche e liberatorie ibridazioni nell'arte è dunque una mostra costruita come una jam session musicale, estemporanea e vibrante, una riunione di artisti visivi e di opere, un momento liberatorio dove dall'incontro dei linguaggi nasce l'armonia. Un susseguirsi di immagini, un confronto apparentemente improbabile che, senza arrangiamenti e orchestrazioni preventive, crea nuove suggestioni e riletture. Terzetti e quartetti di opere di artisti visivi combineranno nuove atmosfere sul ritmo scandito dalla batteria di Donato Stolfi.
Nel jazz le percussioni segnano il ritmo, il battito, la scansione del tempo, la matrice comune, mentre intorno ad esse si costruisce l'improvvisazione.... leggi il resto dell'articolo»

Alessandro Bulgini, ci ha raccontato l'origine di questa mostra che, come tutto ciò che permea gli spazi di corso Giovanni Lanza, trae spunto dalla vita perché indagare il legame tra arte e vita è il fulcro della sua ricerca e della poetica di Flashback Habitat:

«Nel 1989 avevo un blues bar a Livorno, Vernice Fresca, un luogo dove arti visive e musica si mescolavano. In una di quelle sere vennero a mangiare da noi due importanti musicisti afroamericani della grande jazz band di Lionel Hampton che si trovava in città per due spettacoli alla Gran Guardia. Mentre mangiavano pensai di provocarli chiedendo al mio amico Richard di suonare al piano uno standard per vedere le loro reazioni. La reazione non tardò ad arrivare, entrambi lasciarono le forchette e imbracciarono tromba e sax. A fine serata ubriachi di Vecchia Romagna, ringraziando Dio per quanto avvenuto, chiesero di poter tornare il giorno dopo e così fu, e con loro gli altri trenta componenti della band più altrettanti musicisti livornesi. Ne nacque una serata indimenticabile nonostante fosse improvvisata.»

Resta la traccia di questa serata attraverso la fotografia del livornese Federico Tovoli, che oltre ad essere esposta in mostra, è stata di ispirazione al progetto grafico della mostra.

Il suono della batteria si sussegue nelle sale, segnando il ritmo espositivo.
Settanta opere, dalle tele di Aldo Mondino a quelle di Giorgio Griffa, pervase da un forte ritmo musicale dove rette, curve e colori trovano un'inedita sintesi e armonia. Dalla notazione musicale di Marco Gastini con i suoi materiali come carbone, carrube, legno e piombo su tela, a Pierluigi Pusole con i paesaggi alieni, le atmosfere sospese e i silenzi saturi. Dalle fotografie di Monica Carocci ai taciti ritratti di Elke Warth, fino all'esperienza immersiva e partecipata della camera oscura nomade di Turi Rapisarda.
Quindici differenti jam session in quindici sale improvvisano senza limitazioni di libertà, ma al tempo stesso nel rispetto del ritmo. Gli artisti e le opere intervengono su questa base comune, dove ogni stanza è allo stesso tempo luogo di partenza e luogo di arrivo della composizione, in una mostra dedicata al territorio e agli artisti della città.
Un nuovo display espositivo quello ideato da Bulgini, che evidenzia la parte più intima e poetica delle opere, le quali, nella loro coralità, compongono un'armonia, un'ibridazione energica e liberatoria dalla quale ci si lascia trasportare.
Punto focale di questa jam session è l'intersecarsi di linguaggi, quel melting pot all'origine del jazz stesso, dove si fondono in un unico genere le diverse tradizioni culturali. Si tratta di quella stessa mixitè - artistica, sociale, temporale - che caratterizza il progetto Flashback Habitat e che vuole indagare liberamente nuovi tipi di connessioni.

Torino Jam Session è un'indagine su nuovi dialoghi e nuove possibilità che lascia spazio alla sperimentazione, unica modalità liberatoria attraverso la quale è possibile generare nuovi mondi.

Aldo Mondino Torino, 1938 - 2005
Nato nel 1938 a Torino, dove ci lascia nel 2005. Dopo essersi trasferito a Parigi alla fine degli anni Cinquanta, dove frequenta l'atelier di William Heyter, il corso di mosaico all'Accademia di Belle Arti con Severini e Licata e l'Ecole du Louvre. Al suo rientro in Italia prende vita la sua attività espositiva presso la galleria torinese L'Immagine e nella galleria Alfa di Venezia. Espone anche in altre gallerie di Torino, Milano e Roma, fondamentale per la sua carriera artistica è l'incontro con Gian Enzo Sperone. Le sue opere fanno parte di collezioni permanenti dei musei nazionali più importanti, in musei internazionali e in molte collezioni private.

Bartolomeo Migliore Santena (Torino), 1960
Gli anni Settanta, anni del desiderio di evolversi e rafforzarsi come reazione ai conflitti del decennio precedente, hanno influenzato il percorso artistico di Migliore. La sua appartenenza alla generazione del punk e del dark aiuta a comprendere il senso del suo lavoro. Migliore racconta l'emarginazione metropolitana e il mondo delle etichette indipendenti, attraverso un codice di simboli raccolti da uno sguardo attento sui muri della città. Affamato di linguaggio, suono e colore, l'artista usa toni acidi e stridenti abbinati all'irruzione di spunti cromatici caldi come il giallo, il rosso e il marrone. Ha partecipato a mostre collettive e personali in Italia, Germania e America.

Pierluigi Pusole Torino, 1963
Pusole è tra le voci più innovative e originali della nuova pittura italiana, in costante confronto con i nuovi mezzi di produzione di immagini. Dalla fine degli anni Ottanta partecipa a importanti collettive e personali in Italia, Spagna, Germania, Belgio e Argentina, tra cui la Biennale di Venezia del 1991, Dodici Pittori Italiani nel 1995 e Cambio di Guardia nel 1996. La sua pittura è caratterizzata dal celere, evocando la rapidità dei mezzi di comunicazione e la produzione di immagini. Come tutti quelli della sua generazione non aveva vissuto i segni del reale, la sua è una pittura che si sofferma in figure utopiche e visioni alternative. Successivamente la figurazione viene abbandonata, concepita dall'artista come trappola formale e si avvicina ad una pittura che l'artista definisce "antinaturale", priva di qualsiasi segno del reale e capace di creare un'esperienza, senza mai trascurare il paesaggio.

Marco Gastini Torino, 1938 - 2018
Tra i nomi storici della pittura italiana, Gastini espone per la prima volta nel 1958 a soli venti anni. Nel 1960 si diploma presso l'Accademia Albertina di Torino e vince il premio Giovani Artisti della Città di Torino. L'artista si forma nel tardo informale, utilizza vernici spray e oli nelle sue opere che ritraggono frammenti di corpi e di natura e, in seguito, arriva ad un processo di sintesi. I lavori di Gastini sono caratterizzati dal dialogo tra la pittura e il suo supporto che considera uno spazio virtuale. Utilizza supporti trasparenti come il plexiglass, per poi eliminarli completamente. Realizza opere con macchie di piombo e antimonio, esegue una pittura nella terza dimensione e nei primi anni Settanta è tra i pionieri della pittura analitica.

Monica Carocci Roma, 1966 - vive e lavora a Torino
Vive e lavora a Torino. Si forma nei contesti artistici degli anni Ottanta e Novanta, tra Roma e Torino. Le sue fotografie traducono il proprio pensiero mediante un lungo lavoro in camera oscura, dove l'artista, attraverso variazioni cromatiche, abrasioni e cancellature, dà alla sua fotografia un'impronta pittorica distaccandosi dall'oggettività fotografica per concentrarsi sulle visioni. Le opere di Monica Carocci passano attraverso il mezzo fotografico e subiscono una trasformazione che farà accedere il fruitore ad una dimensione evocativa.

R. Victor Kastelic Salt Lake City (Utah), 1964 - vive e lavora a Torino
Nato nello Utah dove studia al College of Fine Art, successivamente si trasferisce a Torino e attualmente vive e lavora in Piemonte. Kastelic è un pittore formatosi nel clima degli anni Ottanta e negli ultimi venti anni ha partecipato a mostre in gallerie di Torino, in Italia e all'estero. Le sue opere mettono insieme, in un confronto dialettico, la predisposizione americana a lasciarsi affascinare dalle cose, ma anche quella europea, concentrata sull'analisi e sulla critica. I suoi lavori appartengono alla collezione permanente delle Fondazioni Sandretto, Bricherasio e Borroni. Nel 2008 ha inaugurato la sua opera monumentale "Industrial Garden" in Corso Romania 661 a Torino commissionato dalla Siemens Foundation e la Città di Torino.

Gruppo Fotografico Psicogeografico Torino, 1980
Il Gruppo Fotografico Psicogeografico è nato a Torino da un'idea dell'artista Turi Rapisarda, attorno all'idea sociale della psichiatria con obiettivi di partecipazione. Definito dall'artista una "esperienza ricreazionale-artistica", il Gruppo Fotografico Psicogeografico dava vita ad opere d'arte ricche di simboli e fotografava gruppi di psicoterapia, di psicodramma e di arteterapia, gruppi chiusi e il personale sanitario. Importanti testimonianze artistiche, dato che oggigiorno le foto delle attività terapautiche sono rarissime. Era un gruppo dinamico, che girava per Torino fotografando il capoluogo e i suoi contenuti, un'attività che restituiva al singolo sicurezza, autonomia e stimoli mediante la familiarizzazione che si creava con ciò che accadeva in città e con la città stessa, ma non solo: il lavoro continuava in camera oscura, dove la maggior parte dei pazienti riusciva a concentrarsi, mentre il buio restituiva un senso di protezione.

Alessandro Bulgini Taranto, 1962 - vive e lavora a Torino
Diplomato all'Accademia di Belle Arti di Carrara in scenografia teatrale, ha vissuto in numerose città italiane come Roma, Milano, Livorno, Venezia, Genova, Taranto, alle quali deve l'assoluta indipendenza e individualità del lavoro. Difficilmente inquadrabile in una corrente artistica, Bulgini utilizza un ampio spettro di mezzi per raccontare e agire con e sulla lateralità, la diversità, la periferia fisica e culturale. Numerose le mostre personali e collettive in Italia e all'estero con i cicli di lavori: "Le Déjeuner sur l'Herbe" a partire dal 1993, "Hairetikos" dal 2001 e nel 2008 quest'ultima si aggiunge al ciclo Opera Viva. Con l'iscrizione a Facebook di Bulgini nel novembre del 2008, Opera Viva atterra/sbarca anche sul social network diventando così un'opera social - e sociale - e, tutt'ora in essere, si avvale del contributo attivo dei suoi partecipanti dove l'artista sviluppa varie modalità innovative di utilizzo artistico del network e del territorio. Da qui l'inaugurazione del progetto B.A.R.L.U.I.G.I. (Opera Viva): da un bar di periferia enuncia le semplici regole per poter trasformare spazi preesistenti (quali bar, macellerie, case private o paesi interi), in spazi di accoglienza creativa senza filtri, gratuiti e no profit connessi fra di loro in rete tramite pagine personali Facebook. Alla chiusura del progetto, partendo da Barriera di Milano a Torino - il quartiere in cui vive l'artista - riversa le sue attività sui territori con l'obiettivo di . Dal 2013 collabora con l'associazione Flashback e dal 2022 è il Direttore Artistico del polo culturale ed espositivo Flashback Habitat, Ecosistema per le Culture Contemporanee.

Luigi Gariglio Torino, 1968
Inizia a lavorare con la fotografia in bianco e nero, oggi realizza nudi e ritratti a colori, utilizza la natura come elemento fotografico in cui plasma il paesaggio intervenendo su di esso ed eliminando alcuni dettagli. Le sue opere hanno un forte calibro umano e sociologico che le rende capaci di proiettare lo spettatore nella dimensione privata del soggetto fotografato, come accade nelle serie fotografiche "Ritratti in prigione" o "Lap-dancer", esposti nella collettiva "Das Porträt: Von Mapplethorpe bis Nan Goldin" alla Kunsthalle di Vienna nel 2009. Gariglio è professore di Sociologia Visuale e Visual Studies all'Università di Torino dal 2002, docente di Fotografia Contemporanea nel master di Fotografia e Visual Design all'Accademia d'Arte di Milano dal 2006 e insegnante di Fotografia Contemporanea alla IED di Torino dal 2008.

Giorgio Griffa Torino, 1936
Tra i principali pittori internazionali contemporanei degli anni Sessanta, inizia a dipingere da bambino e segue gli insegnamenti dei pittori che frequentavano il Circolo degli Artisti di Torino. Nelle sue opere riflette sulla pittura e sulla figura dell'artista - soprattutto dopo il contatto con le opere di Giulio Paolini - e, in questi anni, emergono i primi elementi astratti. Successivamente si presentano i segni primari che sanciscono l'inizio del suo percorso. Associato ai movimenti dell'Arte Povera, del Minimalismo e della Pittura Analitica, Griffa mantiene sempre un percorso artistico solitario e non classificabile in nessuna corrente artistica.

Turi Rapisarda Catania, 1954 - vive e lavora a Torino
Negli anni Ottanta si diploma in Scenografia presso l'Accademia Albertina di Torino e si inserisce nella scena artistica e culturale torinese. Artista libero, anarchico e fuori dagli schemi. I suoi ritratti fotografici escono dai luoghi comuni eludendo la separazione tra privato e pubblico, mostrano l'espressività artistica e le relazioni personali. I soggetti ritratti si muovono liberi davanti alla fotocamera di Rapisarda, mentre l'artista affronta temi etici che svelano la complessa drammaticità del mondo. In tutto il suo percorso artistico non abbandona mai la visione romantica e pura, analizzando l'umanità, talvolta fragile e vulnerabile, attraverso la sua poetica e personale visione del mondo. Ha esposto in diverse esposizioni in Italia e all'estero, insegna fotografia a piccoli gruppi di allievi nel suo studio artistico, organizza mostre di giovani artisti, incontri e dibattiti culturali.

Elke Warth Pfzorzheim (Germania), 1964 - vive e lavora a Torino
Vive e lavora a Torino. Nel 1991 si laurea in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Karlsruhe e vince la borsa di studio dell'assessorato alla cultura della regione Baden-Württemberg per un soggiorno in Italia della durata di un anno. Le opere dell'artista si concentrano sulla figura della donna, ritrae persone che ha conosciuto, attrici e modelle, successivamente ha rivolto la sua attenzione sulle ragazze adolescenti, dipingendo anche ciò che unisce la Warth emotivamente a quei volti e ai ricordi che le suscitano. Ha esposto in personali e collettive in Italia, Germania e Francia.

Enzo Obiso Campobello di Mazara (Trapani), 1954 - vive e lavora a Torino
Docente presso il Dipartimento di Fotografia dell'Istituto Europeo di Design di Torino dal 1998 e coordinatore dal 2000, co-fondatore e Direttore artistico di PHOS, Centro Polifunzionale per la Fotografia e le Arti Visive dal 2011. Obiso si è approcciato alla fotografia dagli anni Settanta, e ha esposto nel 1976 la sua prima personale. Due anni dopo consegue il diploma all'Accademia Albertina di Torino e parte per un servizio fotografico in Etiopia. Dagli anni Ottanta continuano le mostre personali e anche collettive, oltre che a Torino, a Milano, Roma, Lodi, Modena e Venezia. Ha viaggiato in India e Mongolia per la realizzazione di progetti riflessivi e intimi, dagli anni Novanta segue un progetto sul nudo femminile.

Sergio Cascavilla Torino, 1966
Artista con una affascinante personalità e proiettato in un mondo multicolore. Fuori dagli schemi di tempo e spazio, esprime e racconta strane circostanze, fatti di cronaca, personaggi fantastici e immaginari, con i colori pastello e il fumetto. Dà vita a dipinti, installazioni, performance e opere di design, utilizzando l'ironia per raccontare il mondo. Ha lavorato anche in TV e nella moda, ha realizzato più di trecento mostre nel mondo in gallerie, musei, spazi pubblici e spazi non convenzionali.

Pierluigi Meneghello Vicenza, 1950 - vive e lavora a Torino
Impegnato nella politica, nell'ecologia, nella grafica pubblicitaria, nell'architettura e nella letteratura, si forma nell'ambito artistico dall'inizio degli anni Ottanta, impegnato a riportare la realtà nella pittura, nei disegni, nei collage e nei pensieri. Analizza tematiche del mondo globale che si compenetrano e si sovrappongono in cerchi concentrici di forme diverse. Meneghello costruisce, disegna, appunta pensieri, schizza, incolla, dipinge e fotografa il tutto, restituendo le sue meditazioni sull'incessante battaglia tra naturale e artificiale, in forma fotografica. Le opere abbinano parole scritte e fotografie, creano un ponte che collega il lavoro progettuale a quello riflessivo.

Alessandro Rivoir Samedan, 1967 - vive e lavora a Torino
Nel 1982 Rivoir si trasferisce a Torino, dove si diploma in Scenografia nel 1991 presso l'Accademia Albertina, con una tesi sui graffiti urbani. Dalla fine degli anni Ottanta espone in diverse gallerie italiane ed estere, realizza numerose opere murali per privati e per enti pubblici. Nella sua ricerca artistica realizza anche tavole con acrilici e pigmenti, talvolta con grandi cornici, che ricordano l'avanguardia italiano. Concentrato a trattare la quotidianità con ironia, utilizza l'immaginario infantile per trasmettere la comicità.

Bruno Zanichelli Torino, 1963 - 1990
Scomparso troppo presto, a soli 27 anni, è riuscito ad affascinare la critica e il pubblico con un nuovo linguaggio insito nella sua pittura, mentre quest'ultima proveniva dal fumetto e dall'illustrazione e si alternava con la tradizione pittorica d'avanguardia. Le opere di Zanichelli sono di forte impatto visivo, attuale ancora oggi, ed è passato da una pittura d'avanguardia ad una pittura in costante confronto con la tecnologia, la scena new wave e il post punk. Negli anni Ottanta è stato tra i fondatori del movimento "Scuola di Torino" insieme a Pusole, De Paris e Galliano, dove la ricerca partiva da spunti iconografici e stilistici dei mass media.

Donato Stolfi Torino, 1973. Vive e lavora a Torino
A quattordici anni inizia a suonare la batteria da autodidatta, prima in ambito rock e successivamente si avvicina al jazz e alla musica improvvisata. Frequenta seminari e masterclass con musicisti e compositori di spicco. Ha inciso più di venti dischi, dal jazz alla classica, dal 2009 partecipa al progetto dell'ensemble di musica barocca "La Venexiana". Suona con la cantautrice Lalli e incide con lei "All'improvviso nella mia stanza" e "Elia" che raggiungono le 20mila copie vendute. Dal 2018 collabora con Frankie hi-ring, pioniere del rap in Italia. Ha suonato in concerti e in dischi pubblicati con più di venticinque artisti, si è esibito in Germania, Francia, Svizzera, Belgio, Portogallo, Svezia, Ucraina, Palestina e Messico; in alcuni dei più importanti festival jazz e in rassegne di musica classica. Ha insegnato in varie scuole di musica in Italia, tra le quali il Centro Jazz a Torino.

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Mostra: Torino Jam Session. Energiche e liberatorie ibridazioni nell’arte.

Torino, Flashback Habitat

Apertura: 21/06/2023

Conclusione: 01/10/2023

Organizzazione: Flashback Habitat

Curatore: Alessandro Bulgini

Indirizzo: Corso Giovanni Lanza 75 - 10133 Torino

Orari: venerdì, sabato e domenica - orario estivo 11.00-20.00

Prezzi: Ingresso: 10 € | Ridotto: 8 € | Ridottissimo: 5 € (con Abbonamento Torino Musei, Torino+Piemonte Card) | L'accesso alla struttura è consentito solo ai possessori della tessera Amic* di Flashback Habitat

Informazioni: info@flashback.to.it | t. +39 393 64 55 301




Sito web per approfondire: https://www.flashback.to.it/



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