Arte contemporaneaMostre a Venezia

Jonas Mekas. Requiem

  • Quando:   18/04/2024 - 21/04/2024
  • evento concluso
Jonas Mekas. Requiem

"No, questo non è uno spettacolo. Questa è una passeggiata.

Questa è Venezia. I pini, l'erba, la laguna.
Due gatti, una panchina, lo stadio, la chiesa di Sant'Elena Imperatrice.
Nel mezzo del cammin, il mondo.
Una terra senza promesse sotto il cielo cangiante.
Un'opera d'arte che continua a vivere.
Un cinema senza poltrone in una scuola per stranieri.
Una scuola per essere stranieri.
Stranieri tutti. Stranieri sempre". (Francesco Urbano Ragazzi, duo curatoriale)

Cura è felice di presentare "Requiem", l'ultimo capolavoro del filmmaker di origini lituane Jonas Mekas (Semeniškiai 1922 – New York 2019). Il progetto è a cura di Francesco Urbano Ragazzi ed è presentato come parte dell'anteprima europea dell'opera durante la sessantesima Biennale d'Arte di Venezia. È realizzato grazie al supporto di Estate of Jonas Mekas, Lithuanian Culture Institute e Zuecca Projects in collaborazione con Apalazzo Gallery e Case Chiuse by Paola Clerico, con la media partnership di The Brooklyn Rail. Nelle giornate di inaugurazione della kermesse veneziana, dal 18 al 21 aprile 2024, la videoinstallazione sarà visitabile a Sant'Elena, a pochi passi dai Giardini della Biennale, in un luogo straordinario che per la prima volta apre le sue porte al pubblico dell'arte contemporanea: la Società Dante Alighieri.

Requiem è l'ultimo film realizzato in vita da Jonas Mekas ed è a tutti gli effetti il suo saluto alla vita terrena. Su due schermi sincronizzati, un caleidoscopio di immagini si riverbera senza sosta, lasciando che la meraviglia della natura si mostri nella sua infinita varietà. Fiori di ogni forma e colore, alberi al vento, prati e foglie sono stati ripresi dall'artista negli ultimi trent'anni della sua esistenza tramite vari supporti digitali, dalla sua prima videocamera Sony a una Nikon ultracompatta. Ciò che lo spettatore vede scorrere davanti ai propri occhi non è però la rappresentazione del paradiso terrestre. Qualche volta infatti, alle immagini floreali se ne alternano altre, tragiche, di guerre, incendi e inondazioni che la camera di Mekas cattura a distanza, su schermi televisivi o pagine di giornale. Più che un Eden, il pianeta immortalato nell'opera sembra quello sopravvissuto al diluvio universale. Più che una meditazione sulla morte, quella dell'artista sembra essere una visione della vita dopo l'antropocene, alla fine della vita umana.

Colonna sonora della videoinstallazione di Jonas Mekas è la Messa da Requiem composta da Giuseppe Verdi per la morte dello scrittore Alessandro Manzoni nel 1874, ma talvolta al coro e all'orchestra si sovrappongono suoni registrati in presa diretta. Le immagini diventano così una celebrazione e allo stesso tempo un contrappunto alla solennità di questo caposaldo del Romanticismo musicale italiano.... leggi il resto dell'articolo»

Come sempre succede nei film di questo poeta del cinema indipendente americano, trascendenza e realtà non si muovono su piani separati, ma si mescolano fino a coincidere. Nonostante la vertiginosa carica simbolica dell'opera, Requiem può essere guardato anche come un erbario in cui le varietà floreali sono rappresentate con precisione botanica. Tra i fiori che appaiono sullo schermo, l'occhio esperto ne riconosce di molto speciali. Nei vasi esposti sulle terrazze o nei parchi di New York, spesso Mekas immortala con la videocamera le specie tipiche della Lituania, terra che l'artista fu costretto ad abbandonare nel 1944 dopo l'occupazione sovietica. La ricerca di quelle piante è dunque parte di un esercizio di radicamento che l'artista non smise mai di compiere da quando arrivò negli Stati Uniti nel 1949 con lo status di rifugiato.

L'esperienza di esilio dalla propria terra – uno degli assi su cui la ricerca filmica di Mekas si è mossa – viene evocata non solo da Requiem ma anche dal luogo inedito in cui l'opera viene presentata in questa occasione. Se il film è stato originariamente realizzato per The Shed a New York, nella première veneziana la videoinstallazione è esposta nella sala delle colonne della Società Dante Alighieri, l'unico ente abilitato a rilasciare il diploma linguistico agli immigrati che vogliano ottenere la cittadinanza italiana.

Attraverso una breve passeggiata che dai Giardini della Biennale porta a Sant'Elena, si scopre un luogo nascosto della vita quotidiana della città. Il percorso dantesco filmato da Mekas fiorisce idealmente tra le mura di un'istituzione che è il simbolo della lingua e della cultura come agenti di trasformazione sociale. Il progetto risponde così al titolo scelto per la Biennale di quest'anno: Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere.

L'itinerario che Requiem tratteggia all'interno della città propone l'uscita dalle tappe forzate del turismo e della mondanità per tornare a scoprire l'arte nello spazio del reale. Prosegue così il percorso intrapreso da Francesco Urbano Ragazzi proprio insieme a Jonas Mekas nel 2015 con la mostra The Internet Saga a Palazzo Foscari Contarini, una dimora dogale convertita in fast food. Lungo questo tragitto fatto di progetti espositivi, nel corso degli anni si sono dischiuse nuove dimensioni della città: dal Teatro Italia con Hilary. The Hilary Clinton Emails di Kenneth Goldsmith alla Casa di Reclusione Femminile della Giudecca con Adoration di Pauline Curnier Jardin. REQUIEM di Jonas Mekas presso la Società Dante Alighieri è un appassionato omaggio all'iniziatore di questo viaggio e un invito a nuove derive.

Ad accompagnare questo movimento immaginifico, sarà presente all'interno dello spazio una selezione di pubblicazioni dal vasto catalogo di CURA insieme al volume Jonas Mekas, Images Are Real a cura di Francesco Urbano Ragazzi che la casa editrice ha pubblicato in occasione del centenario dalla nascita dell'artista.

Note biografiche

Jonas Mekas (Semeniškiai, 1922 - New York, 2019) è stato un regista, poeta e artista lituano i cui film sono considerati pietre miliari del cinema indipendente in tutto il mondo. Nel 1944, Jonas e suo fratello Adolfas furono deportati dai nazisti nel campo di lavoro di Elmshorn, in Germania. Alla fine del 1949 l'Organizzazione Internazionale dei Rifugiati portò entrambi a New York, dove si stabilirono a Williamsburg, Brooklyn. Grazie all'amicizia con il connazionale George Maciunas, Mekas divenne subito attivo nel gruppo Fluxus.
Nel 1949, due mesi dopo il suo arrivo a New York, l'artista acquista la sua prima cinepresa Bolex. Ben presto è profondamente coinvolto nell'avanguardia cinematografica americana. Nel 1954 fonda la rivista Film Culture, che diventa rapidamente la più importante pubblicazione di cinema degli Stati Uniti. Nel 1958 inizia la leggendaria rubrica Movie Journal su The Village Voice. Alla fine del 1960 firma il New American Cinema Manifesto, che riunisce un'intera generazione di cineasti indipendenti come Stan Brakhage, Jack Smith, Kenneth Anger, Andy Warhol tra gli altri. Sviluppando le idee espresse nel manifesto, nel 1962 Mekas fonda la Film-Makers' Cooperative e nel 1964 la Film-Makers' Cinematheque, che alla fine diventerà l'Anthology Film Archives, uno dei più grandi e importanti archivi di cinema d'avanguardia del mondo.
Jonas Mekas è largamente riconosciuto tra gli iniziatori del genere del film-diario. Il suo secondo film, The Brig, ha ricevuto il Gran Premio Leone di San Marco alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1963. La sua filmografia comprende capolavori come Walden (1969), Reminiscences of a Journey to Lithuania (1972), Lost Lost Lost (1976), As I was Moving Ahead I saw Brief Glimpses of Beauty (2000), A Letter from Greenpoint (2005), Sleepless Nights Stories (2011) e Out-takes from the Life of a Happy Man (2012). Le sue opere sono state esposte nelle principali manifestazioni internazionali d'arte contemporanea: da Documenta XI e XIV a La Biennale di Venezia (Utopia Station nel 2003; Padiglione lituano nel 2005). Negli ultimi 15 anni sono state organizzate mostre retrospettive su Mekas nei più importanti musei del mondo, tra cui Museum Ludwig (Colonia 2008), Serpentine Gallery (Londra 2012), Centre Pompidou (Parigi 2012), MUAC (Città del Messico 2013), Museo dell'Ermitage (San Pietroburgo 2013), MMCA (Seoul 2017), Jewish Museum (New York 2021), National Gallery of Art (Vilnius 2021).

Francesco Urbano Ragazzi è un duo di curatori fondato a Parigi nel 2008 e composto da Francesco Urbano (PhD) e Francesco Ragazzi (PhD). Il team è conosciuto per aver organizzato mostre di importanti artisti contemporanei in spazi della vita quotidiana. Solo per nominare i progetti della serie realizzati a Venezia in occasione della Biennale d'Arte, si ricordano: The Internet Saga con Jonas Mekas presso Palazzo Foscari Contarini (2015), Hillary. The Hillary Clinton Emails con Kenneth Goldsmith al Cinema Teatro Italia (2019), Adoration con Pauline Curnier Jardin all'interno della Casa di reclusione femminile della Giudecca (2022). Francesco Urbano Ragazzi ha inoltre organizzato esposizioni in o per istituzioni internazionali quali MMCA (Seoul), Kunstnernes Hus (Oslo), ISCP (New York), CERN (Ginevra), Bucharest Biennale, Maraya Art Centre (Sharjah), Reykjavik International Film Festival, Centre d'Art Contemporain Genève, La Loge (Brussels), La Casa Encendida (Madrid), Institut Français (Paris), Ikon (Birmingham), Futura (Praga), Ruya Foundation (Baghdad), Emirates Foundation (Abu Dhabi). Nel 2022 Francesco Urbano Ragazzi ha diretto la diciassettesima edizione di LIAF, la più longeva biennale d'arte della Scandinavia. Tra il 2022 e il 2023 il duo ha curato Jonas Mekas 100! in Italia, il programma internazionale per la celebrazione del centenario dalla nascita del filmmaker lituano. In quell'occasione ha curato l'edizione del catalogo Jonas Mekas. Images Are Real pubblicato da CURA Books.

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Mostra: Jonas Mekas. Requiem

Venezia, Società Dante Alighieri

Apertura: 18/04/2024

Conclusione: 21/04/2024

Organizzazione: Cura, Zuecca Projects

Curatore: Francesco Urbano Ragazzi

Indirizzo: Fondamenta Sant'Elena 3 - 30132 Venezia

Opening: 17 aprile 2024, dalle 18.30 alle 21.00 

Orario: 18 al 21 Aprile 10:00 – 19:00



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