Eventi diffusi e grandi mostre rendono le città di Parma, Brescia e Trieste tre mete imperdibili per gli amanti dell'arte per tutto il mese di aprile.
Parma, la creatività contemporanea si interroga sul tecno-umanesimo
A Parma sabato 6 e domenica 7 aprile si è inaugurata l'ottava edizione di PARMA 360 Festival della creatività contemporanea, a cura di Chiara Canali e Camilla Mineo, che proseguirà fino al 19 maggio 2024. Sono cinque complessivamente gli eventi espositivi, tra pittura, scultura, illustrazione, arte digitale e nuovi media, allestiti in dialogo con chiese e palazzi storici della città di Parma, in un percorso diffuso che punta a valorizzare il patrimonio storico-artistico della città e di proporre al pubblico inedite visioni e prospettive della creatività contemporanea.
"Homo Deus" è il tema dell'edizione 2024, su cui sono stati coinvolti alcuni tra i più importanti artisti contemporanei, con mostre che indagano tematiche legate al superamento della dimensione antropocentrica dell'uomo in favore di una visione tecno-umanistica.
Certamente di grande impatto sono le sculture di Emanuele Giannelli, che è protagonista della mostra Humanoid, presso la Chiesa sconsacrata - Galleria di San Ludovico con quaranta opere di grandi dimensioni. In città si può ammirare anche l'iconica Mr. Arbitrium, opera monumentale di oltre 5 metri, che sorregge la Chiesa di San Francesco del Prato, gioiello gotico della Città di Parma, riaperta dopo 200 anni di storia travagliata, situata a pochi passi dal Duomo e Battistero.
Nei lavori di Giannelli i corpi sono modellati come fossero entità ibride, dotate di protesi tecnologiche: occhiali da saldatore, binocoli e visori (Korf) proiettano l'Uomo in un mondo virtuale che lo allontana dalla realtà, un universo in cui il progresso tecnologico, l'intelligenza artificiale, le nuove tecnologie hanno rivoluzionato e messo in crisi i più fondanti concetti identitari.
Emanuele Giannelli: Mr. Arbitrium sorregge la Chiesa di San Francesco del Prato... leggi il resto dell'articolo»
Spazio anche ad un grande artista già entrato nella storia dell'arte del Novecento come Piero Gilardi (Torino 1942-2023), Maestro dell'Arte Povera ad ecologista ante-litteram. Il piano nobile di Palazzo Pigorini, edificio settecentesco affrescato con scene mitologiche da Francesco Scaramuzza, ospita la mostra "Survival", che riunisce una ventina di opere dell'artista, anche di grandi dimensioni, che esaltano anche il concetto di "interattività" grazie ad alcune opere degli anni 2000, come "Scoglio bretone" (2001), "Panthoswall" (2003) e "La Tempesta perfetta" (2017), che rientrano nel percorso di ricerca che, a partire dagli anni Ottanta, porta l'artista a utilizzare la tecnologia per consentire allo spettatore di partecipare attivamente interagendo con l'oggetto artistico, al fine di mobilitare una risposta nei confronti della difesa dell'ambiente e della sopravvivenza del Pianeta.
Trieste, dalla pittura alla fotografia, una vera immersione nelle arti visive
La grande arte a Trieste è già protagonista da diverse settimane grazie alle mostre ospitate presso il Museo Revoltella. Le opere di Vincent van Gogh e Antonio Ligabue resteranno in esposizione fino al 30 giugno grazie alle due mostre attualmente allestite nello splendido palazzo sede del Museo. Due artisti che in comune hanno la loro unicità di stile, e l'aver saputo guardare alla natura e all'uomo con occhi diversi da tutti i loro contemporanei, tanto da essere veramente compresi e valorizzati solo molti anni dopo la loro scomparsa.
La mostra evento è certamente quella dedicata al pittore olandese, con una preziosa sezione dedicata ai disegni, dove Van Gogh dimostra tutta la sua maestria in questa tecnica che egli considerava di primaria importanza, ma anche con splendidi dipinti tra cui una prima assoluta, grazie all'esposizione contemporanea, per la prima volta, dei ritratti di Monsieur e Madame Ginoux.
Vincent van Gogh Ritratto di uomo (Ritratto di Joseph-Michel Ginoux) Ottobre-dicembre 1888 Olio su tela 65,3x54,4 cm © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherlands / L'Arlesiana (da Gauguin) 1890 Olio su tela, 60×50 cm Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea Foto Schiavinotto
L'offerta del Museo Revoltella varrebbe già abbondantemente il viaggio, ma in questi giorni Trieste offre un'imperdibile opportunità anche per gli amanti della fotografia artistica e documentaristica. Per tutto il mese di aprile l'intera città diventa infatti palcoscenico di una straordinaria mostra a cielo aperto, grazie alla dodicesima edizione de "Le vie delle Foto". 62 fotografi che regalano al pubblico 40 prospettive uniche e 40 storie da scoprire, in altrettanti locali della città. Gli amanti di quest'arte hanno così l'opportunità di esplorare le strade di Trieste alla ricerca delle mostre, per un'esperienza immersiva unica nel suo genere.
Da ricordare infine un altro grande appuntamento con la fotografia presso il Salone degli Incanti. Si tratta della mostra "Amazônia di Sebastião Salgado" che, con oltre 200 fotografie, documenta un progetto durato sette anni durante i quali il Maestro ha fotografato la foresta, i fiumi, le montagne e le persone che vi abitano, registrando l'immensa potenza della natura di quei luoghi e cogliendone, allo stesso tempo, la fragilità. Con Amazônia Salgado rinnova la tradizione della grande fotografia di impianto umanista che, tra documentazione e interpretazione, ci mostra come nella storia non esistano sogni solitari.
Brescia Photo Festival e i Macchiaioli
"Testimoni": è questo il tema scelto per la settimana edizione del Festival della Fotografia di Brescia, un termine che sottolinea la capacità dei fotografi di documentare il presente favorendo la lettura della storia attraverso il racconto che ne fanno le immagini: Franco Fontana, Maurizio Galimberti, Gabriele Micalizzi, Massimo Sestini, Federico Garolla, Chiara Samugheo, Carlo Orsi, Francesco Cito, Maria Vittoria Backhaus, Silvia Camporesi e molti altri ancora a cui sono state dedicate mostre temporanee, tutte inedite.
Fulcro del Festival è il Museo di Santa Giulia, sito UNESCO, che ospita l'importante mostra monografica dedicata a Franco Fontana e il progetto espositivo "Maurizio Galimberti. Brescia, Piazza Loggia 1974", a cui si aggiunge il Mo.Ca. – Centro per le Nuove Culture, che in questi giorni ospita la retrospettiva dedicata a Federico Garolla (1925-2012), uno dei maestri della fotografia italiana, insieme a "Dentro il cinema", la personale di Chiara Samugheo (1935-2022), artista recentemente scomparsa che ha rivoluzionato la fotografia legata al mondo delle celebrità con il suo approccio innovativo, dando vita al reportage cinematografico.
Maurizio Galimberti, Brescia Piazza Loggia 1974
Per gli amanti della pittura ricordiamo che Brescia, fino al 9 giugno 2024, ospita anche la grande mostra dedicata ai Macchiaioli, a Palazzo Martinengo. Si tratta di una grande mostra che presenta oltre 100 capolavori di Fattori, Lega, Signorini, Cabianca, Borrani, Abbati e altri, provenienti in gran parte da collezioni private, solitamente inaccessibili, e da importanti istituzioni museali come le Gallerie degli Uffizi di Firenze, il Museo della Scienza e Tecnologia "Leonardo da Vinci" di Milano, la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, l'Istituto Matteucci di Viareggio e la Fondazione CR Firenze. Tra i capolavori esposti troviamo Le Cucitrici di camicie rosse di Borrani, La Raccolta del fieno in maremma di Fattori, I fidanzati di Lega e Pascoli a Castiglioncello di Signorini.
Ricordiamo che come fu per l'Impressionismo, anche il termine Macchiaioli, coniato più di un decennio prima, nasce da una critica dispregiativa, quando nel 1862 un recensore della Gazzetta del Popolo di Firenze così definì quei pittori che intorno al 1855 avevano dato origine a un rinnovamento in chiave antiaccademica della pittura italiana in senso realista. Due movimenti di rottura verso il passato quindi, con soluzioni che andarono in direzioni diverse, certamente più fortunata quella francese, anche grazie al ruolo del collezionismo americano. Resta il primato temporale del movimento fiorentino, che ci ha lasciato degli assoluti capolavori di pittura che negli ultimi anni ha ritrovato il meritato spazio e successo anche a livello espositivo.
Odoardo Borrani, Le cucitrici di camicie rosse, 1863. Collezione-privata
Link per approfondire:
Antonio Giuliani
Pubblicato il 06/04/2024
Itinerarinellarte.it