L’esposizione, il cui titolo cita i versi dell’Amleto di William Shakespeare “The time is out of joint”, sonda l’elasticità del concetto di tempo, un tempo non lineare, ma stratificato, che sembra porre in atto il dilemma dello storico dell’arte Hans Belting “la fine della storia dell’arte o la libertà dell’arte”.
È il definitivo abbandono di qualsiasi linearità storica, per una visione che dispiega, su un piano sincronico, le opere come sedimenti della lunga vita del museo: da Giacomo Balla, Gustav Klimt, Lucio Fontana, Alberto Giacometti a Cristina Lucas, Adrian Paci, Sophie Ristelhueber, per citarne alcuni.
L'intento è quello di superare il classico approccio cronologico alla storia dell'arte e all'allestimento museale, nel tentativo di aprirsi a nuove letture e prospettive, facendo sì che il museo sia sempre più un luogo che va incontro ai visitatori, rendendoli partecipi nella fruizione e non soltanto meri spettatori di un qualcosa di già scritto e immutabile. Massimo Mininni, curatore dell'evento, focalizza ancora di più l'attenzione sulla fruizione museale, ribadendo l'importanza del rapporto con il pubblico.
Le sale, per un totale di 40, sono divise in 4 settori e le opere coinvolte sono circa 500, tra esse sono presenti prestiti esterni provenienti da musei pubblici e collezioni private; gli artisti sono circa 170.
La nuova concezione spaziale contribuisce ad aumentare il senso di libertà nella fruizione delle opere, allestite secondo una logica che può scatenarne tante altre. Passeggiare per le sale diventa un po' un gioco fatto di prospettive e punti di vista, opere dell'ottocento dialogano con installazioni dei nostri tempi, Ercole parla con Penone, la linea di Kandinsky dialoga con Ettore Spalletti, Klimt stringe un legame sottile con Duchamp e così via. Le letture possono essere molteplici e vedendo l'allestimento è possibile comprendere le parole di Sandretto Cincinelli, che parla proprio di una "lettura caleidoscopica della storia dell'arte", quell'arte le cui opere sono, secondo Cristiana Collu, "un mezzo di trasporto che ha a che vedere con la passione".
Sostenuta dall’autonomia speciale della riforma del MiBACT, la Galleria Nazionale si propone come luogo di scoperta, aperto alla ricerca e alla contemplazione, e spazio di riflessione sui linguaggi, sulle pratiche espositive e sul ruolo del museo contemporaneo.
Orari d'apertura
da martedì a domenica 8.30 — 19.30
lunedì chiuso
Biglietto: 10 € intero, 5 € ridotto
Titolo: Time is Out of Joint
Apertura: 10/10/2016
Conclusione: 15/04/2018
Curatore: Massimo Minnini
Luogo: Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea - Roma
Indirizzo: viale delle Belle Arti 131 — Roma
Sito web per approfondire: http://lagallerianazionale.com