La Galleria Civica di Trento prosegue l’indagine sul contemporaneo con una mostra che mette al centro un tema estremamente attuale e urgente: la complessa dinamica che, intrecciando fattori antropologici, sociali ed economici, porta all’abbandono di ampie zone del Paese, in modo particolare aree montane lontane dai centri principali e dalle vie di comunicazione
Andateci in un giorno di maggio
in uno di questi paesi dalle porte chiuse
e decidete con calma dove passare il resto della vostra vita.
Non badate alle convenienze,... leggi il resto dell'articolo»
scegliete il bene nascosto,
il bello che non c'è in nessun altro posto.
(F. Arminio)
L’etimologia della parola “paesaggio” deriva da quella di “paese” e il suo significato può essere ricondotto al “fare comunità”, al rapporto tra una società e il luogo in cui essa vive. Il termine “paese” quindi non indica solamente un’aggregazione di edifici ma rappresenta l’insieme degli individui che nel paese risiedono.
Il territorio italiano, pur nelle significative differenze economiche, sociali, culturali, linguistiche, storiche che lo caratterizzano, è accomunato da un tema ampiamente discusso ma raramente affrontato in maniera sistematica dall’agenda politica: lo spopolamento, con non rari casi di abbandono vero e proprio, di ampie zone interne. Si tratta di aree estese, lontane dalle grandi città, dalle principali vie di comunicazione, dalle infrastrutture ferroviarie, aeroportuali e marittime, spesso caratterizzate da problemi di gestione, passata e presente, del territorio. Lo spopolamento non è solamente un fatto quantitativo. Spesso, anzi, è l’aspetto qualitativo che prevale. L’abbandono non si manifesta solo dove non risiedono più persone o ne risiedono meno, ma in tutti quei luoghi dove la qualità delle relazioni umane si è persa e deteriorata fino a creare dinamiche di isolamento, solitudine, scomparsa della comunità.
Il progetto indaga le complesse e molteplici forme in cui questo fenomeno si manifesta: da casi di indebolimento del tessuto sociale o di deterioramento del rapporto fra paesaggio e costruito, fino a casi di vero e proprio abbandono. Fuori dalle rotte ufficiali c’è una rete di terre abbandonate, paesi sospesi in un altro tempo, buchi neri sulle mappe. Sono i paesi fantasma per differenti cause: calamità naturali, bassa natalità o perché gli abitanti ad un certo punto hanno preferito trasferirsi. Si tratta di aree estese che sembrano
rispondere a un’estetica dell’invisibilità e della desolazione, invasi e ripopolati da nuove forme di vita e dove la natura si è impossessata di mura, strade e costruzioni per custodire il ricordo della vita. Luoghi spesso messi al centro di una retorica banalizzante, che mira a processi di artificiosa rivitalizzazione turistica senza passare per una vera consapevolezza dell’abitare e vivere un territorio.
Il progetto culturale si avvarrà di due strumenti complementari, una mostra video/fotografica, che documenterà luoghi e paesaggi dell’abbandono e le loro possibili rinascite, e un volume che raccoglierà saggi e testimonianze con il punto di vista sull’argomento di numerosi studiosi, antropologi, politologi, poeti, imprenditori, sognatori. Un coro di voci, anche dissonanti fra loro, si esprimerà su questa tematica attuale e urgente, da anni al centro dei pensieri e delle attenzioni del presidente del Mart, Vittorio Sgarbi, uno dei massimi conoscitori dei tesori nascosti, spesso abbandonati, del nostro paese. È prevista, per il mese di febbraio 2023, l’organizzazione di una giornata di studi sul tema, in collaborazione con Tsm|step Scuola per il governo del territorio e del paesaggio.
Attraverso le fotografie di Gabriele Basilico, Silvia Camporesi, Flavio Faganello, Paolo Simonazzi, Italo Zannier e i video di Vittorio De Seta, Franco La Cecla, Patrizia Giancotti la mostra documenta luoghi e paesaggi dell’abbandono; un mondo di paesi silenziosi, di attività antropiche capaci di resistere alla tentazione dell’emigrazione, di grandi occasioni perse ma anche di futuri possibili, di sviluppo sostenibile, di rinascite. Oltre duecento scatti fotografici e quattro opere video offrono una visione complessiva del nostro Paese dagli anni Cinquanta fino all’oggi.
Un viaggio inedito e suggestivo in luoghi familiari o mai visitati, ripresi da punti di vista rilevanti e inusuali.
Fotografie di
Gabriele Basilico, Silvia Camporesi, Flavio Faganello, Paolo Simonazzi, Italo Zannier
Opere video di
Franco La Cecla, Vittorio De Seta, Patrizia Giancotti
Contribuiti scientifici / testimonianze di
Franco Arminio - Andrea Bartoli - Gianluca Cepollaro - Luca Faoro - Patrizia Giancotti - Franco La Cecla - Gabriele Lorenzoni - Daniele Kihlgren - Katia Malatesta - Andrea Meneghelli - Mauro Francesco Minervino - Carmen Pellegrino - Carlo Petrini - Antonio Presti - Annibale Salsa – Vittorio Sgarbi - Italo Zannier - Francesco Zanzot - Alice Zorzin
In collaborazione con
Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria – Archivio Gabriele Basilico – Archivio Eredi Flavio Faganello – Archivio Italo Zannier - CITRAC – Circolo Trentino per l’Architettura Contemporanea - Farm Cultural Park - Fondazione Antonio Presti - Fondazione Cineteca di Bologna - Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina - Sextantio Onlus - Soprintendenza per i Beni Culturali della Provincia autonoma di Trento - Tsm|step Scuola per il governo del territorio e del paesaggio
Mostra: Paesi Perduti. Appunti per un viaggio nell’Italia dimenticata
Galleria Civica di Trento
Apertura: 20/11/2022
Conclusione: 26/02/2023
Organizzazione: Galleria Civica di Trento
Curatore: Gabriele Lorenzoni
Indirizzo: Via Rodolfo Belenzani, 44 - 38122 Trento (TN)
Per info: T+39 0461 985511 + 39 800 397760 F +39 0461 277033 civica@mart.tn.it
Orari: Martedì–Domenica 10.00-13.00/14.00-18.00. Lunedì chiuso
Tariffe
Intero: 2 €
Gratuito: Mart Membership, bambini fino a 14 anni
Sito web per approfondire: https://www.mart.trento.it
Facebook: martrovereto
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